Il miracolo del coraggio

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Mt 9,1-8

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Lettura

La guarigione del paralitico è uno dei dieci miracoli raccontati da Matteo dopo il discorso della montagna. L’Evangelista vuole provare con i fatti che Gesù realizza in modo inaspettato la speranza messianica e che manifesta la sua autorità non solo con la parola, ma con un’azione benefica. Il racconto del paralitico in Matteo è più conciso di quello di Luca, che introduce il fatto in modo più solenne e si concede di narrare il modo ingegnoso usato per arrivare fino a Gesù.

Meditazione

È facile immaginare lo stupore del paralitico alla vista di Gesù. Il Maestro si ferma davanti alla sua barella non temendo, come i leviti del tempio, di essere contaminato. È, inoltre, cosa inaudita il sentirsi chiamare “figlio”, mentre egli avverte un senso di ansietà per il peso dei suoi peccati. Gesù, che legge nell’intimo, lo guarisce innanzitutto nello spirito quindi, per dimostrare che è veramente Dio, con pari potere opera anche sul corpo, spiazzando in tal modo l’opposizione degli scribi che ne contestavano l’autorità. Questo è un miracolo che Gesù compie non tanto per la fede del malato, quanto per quella di coloro che glielo presentano. È il miracolo della carità spirituale, della preghiera fatta per coloro che non hanno più la forza né di credere, né tanto meno di pregare e di sperare, prigionieri del nulla. La prima parola detta da Gesù al paralitico è: coraggio. Tanto lui quanto noi ne abbiamo tutti un gran bisogno. Guardare al futuro con gli occhi di Gesù significa ripartire. Ripiegarsi sulle proprie colpe e ritenersi incapaci di progredire nella virtù significa, invece, condannarsi alla mediocrità e all’abulìa spirituale. Fidarsi di Dio, in ogni circostanza, vuol dire fare come san Paolo che, scrivendo ai Corìnzi, diceva: «Io ho ottenuto misericordia dal Signore per essergli fedele» e all’amico Filèmone confidava: «Tutto posso in Colui che mi dà forza». Il coraggio cammina con la pazienza. «È essa – scriveva san Cipriano – che solleva in alto la nostra speranza. Dirige i nostri atti perché ci sia dato di mantenerci sulla via del Cristo». La storia registra molti che si sono presentati come salvatori dell’uomo, ma uno solo, Gesù, è capace di rifare l’uomo, specie quando il suo rapporto con Dio, la sua coscienza, si è atrofizzata. Egli è venuto perché tutti abbiano la vita in abbondanza. Per questo non teme di sbalordire dicendo: «Ti sono rimessi i tuoi peccati».

Preghiera

Signore Gesù, vuoi che siamo perfetti com’è perfetto il Padre tuo che è nei cieli. Dammi la forza di impegnarmi sulla strada della santità, non cedendo mai alla tentazione di desistere dal cammino quando si fa più difficile e tortuoso. La tua grazia mi aiuti e mi sollevi nelle cadute quotidiane.

Agire

Pregare intensamente per coloro che sono sfiduciati, pronti ad abbandonare gli impegni assunti e a tradire la propria vocazione.

Meditazione del giorno a cura di mons. Alberto Maria Careggio, vescovo emerito di Ventimiglia-San Remo, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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