Il ministro dell'Interno blocca la trascrizione dei matrimoni omosessuali

Alfano annuncia una circolare ai prefetti “per chiedere la cancellazione delle trascrizioni dei matrimoni tra persone dello stesso sesso fatti all’estero”

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Tutto ebbe inizio il 14 aprile scorso a Grosseto, dove il sindaco Emilio Bonifazi, su disposizione del Tribunale, ordinò la trascrizione di un matrimonio omosessuale celebrato negli Stati Uniti. Seguirono a ruota nei mesi successivi altri Comuni d’Italia, per esempio Napoli, Modena, Bologna, Firenze, Empoli, Udine. Ora tuttavia arriva una brusca interruzione all’iniziativa gay-friendly dei primi cittadini.

Stamattina il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha emanato una circolare ai prefetti “per chiedere – come ha egli stesso spiegato – la cancellazione delle trascrizioni dei matrimoni tra persone dello stesso sesso fatti all’estero”. Poiché “queste trascrizioni fatte da alcuni sindaci non sono conformi alle leggi italiane” . La direttiva richiede che, “ove siano state fatte le trascrizioni di matrimonio tra persone dello stesso sesso, ci sia l’annullamento d’ufficio degli atti”.

Del resto, ha proseguito il ministro in un’intervista alla radio Rtl – “in Italia non è possibile che ci si sposi tra persone dello stesso sesso, quindi se ci si sposa tra persone dello stesso sesso, quei matrimoni non possono essere trascritti nei registri dello stato civile italiano, per il semplice motivo che non è consentito dalla legge”.

Malgrado la direttiva ministeriale, alcuni sindaci hanno già annunciato che manterranno fede al loro gesto. Virginio Merola, sindaco di Bologna, ha commentato così: “Se vogliono annullare gli atti delle trascrizioni dei matrimoni contratti all’estero lo facciano. Io non ritiro la mia firma. Lo facciano dunque ma non nel nome di Bologna, che come sindaco rappresento. Io non obbedisco”.

Ugualmente critico ma di diverso approccio il commento del pioniere delle trascrizioni di matrimoni omosessuali in Italia, il sindaco di Grosseto Emilio Bonifazi, il quale spiega: “Ribadisco che l’unica soluzione chiara e definitiva sia che il Parlamento si decida finalmente a lavorare ad una legge capace di fare chiarezza e dare a tutti, cittadini, ufficiali di stato civile e Comuni, indicazioni chiare un materia. Il ministro dovrebbe piuttosto rivolgersi al Parlamento, e chiedere un intervento definitivo del legislatore”.

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ZENIT Staff

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