Il Ministero presenta la bozza del decreto sulla fecondazione eterologa

La Lorenzin ha presentato oggi lo schema del decreto legge, che prevede la copertura del Sistema Sanitario Nazionale. Intanto la Toscana dà già il via libera

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Proprio nel giorno in cui Beatrice Lorenzin, ministro della Salute, ha presentato alla Commissione Affari sociali della Camera lo schema base del decreto legge sulla fecondazione eterologa, la Regione Toscana ha emanato una delibera che autorizza i centri a procedere. La Toscana ha così scavalcato il governo e ha recepito la direttiva dell’Unione europea 17/2006 nella quale si dettano le regole per poter effettuare le donazioni di gameti.

Sono proprio delle regole quelle che la Lorenzin ha illustrato oggi, contenute nella bozza del decreto legge. Essa si snoda intorno ad alcuni punti cardine. Si stabilisce anzitutto che la donazione “deve essere gratuita”, e “permessi lavorativi, costi vivi ed eventuali rimborsi saranno in analogia a quanto già avviene per donatori di midollo osseo”. La ministra ha poi annunciato che sarà possibile la “doppia eterologa”, applicabile nel contesto di una coppia in cui entrambi i componenti siano sterili e richiedano gameti da donatore.

Donatori e donatrici che dovranno rientrare in un’età minima e in una massima: 18-40 anni per gli uomini e 20-35 per gli uomini. Sarà poi istituito un Registro nazionale dei donatori a cui le strutture autorizzate dovranno fare riferimento per permettere la tracciabilità completa donatore-nato.  Ogni donatore potrà svolgere la sua attività e “far nascere” al massimo dieci figli, con deroga laddove una famiglia con figli già nati da eterologa chieda un altro figlio con lo stesso donatore.

Figli che avranno il diritto a conoscere le proprie origini, almeno nelle intenzioni della ministra. Su questo tema la Lorenzin ha invitato al dibattito in Parlamento “vista la delicatezza e l’importanza di questo particolare aspetto”.

La Lorenzin ha infine annunciato che la fecondazione eterologa sarà a carico del Servizio Sanitario Nazionale. “I centri pubblici di Pma – ha spiegato – chiedono di essere messi al pari dei privati e per questo la fecondazione eterologa sarà inserita nei Livelli essenziali di assistenza (Lea), in sede di prossimo aggiornamento. E nelle more di questo aggiornamento occorre vincolare una quota di Fondo sanitario nazionale per l’accesso” a questa tecnica nei centri pubblici.

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ZENIT Staff

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