"Il 'ministero' del megafono!"

Molti oggi, come i farisei e gli scribi, sono solo “microfoni” di se stessi

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Ho sempre sostenuto che i giovani, pur vivendo tra molte agiatezze, spesse volte si ritrovano ad essere soli. Si è tralasciato il vero compito di educare, in sintonia con una società che regala, a basso prezzo,  milioni di informazioni, interrompendo la più difficile responsabilità di formare le coscienze. C’è il megafono sempre acceso, ad alto volume.  L’uomo vive di lezioni cattedratiche, prolusioni magistrali, conferenze di prestigio, dibattiti che catturano l’attenzione. Non parliamo poi di tutto l’insegnamento che avviene nella Chiesa: omelie, predicazioni, catechesi, sermoni, catechismi, novenari, ritiri, esercizi spirituali e ogni altra modalità attraverso cui il Vangelo viene a contatto con la nostra realtà. Nulla sicuramente da dire! Non vorrei essere frainteso dal perbenista di turno! Da cattolico ne sono felice. I risultati, però, non corrispondono alle aspettative annunciate. L’ateismo cresce e il cristiano si ferma ai precetti comandati. L’insegnamento che ne viene all’esterno è, infatti, troppo spesso morto, evanescente, distante anni luce dalla nostra storia, incapace di modificare la nostra vita.

Benedetto XVI ce lo ha sempre ricordato in tutte le forme possibili, ma noi sentiamo,senza ascoltare. Non riusciamo a sintonizzarci proprio con la nostra storia-persona, si va oltre. Parliamo di una verità astratta, lontana, non vivente. A volte persino asettica, sterilizzata, pastorizzata, resa innocua. Se per grazia di Dio, qualche seme di vita spirituale, rimane ancora nel cuore, rischia, in questo contesto, di polverizzarsi e di perdersi. Il“ministero del microfono”, che dovrebbe assicurare i cuori in Cristo, a questo punto, rimane inutile e dannoso per la formazione di ognuno. Si compie, pertanto, ciò che il Signore diceva degli scribi e dei farisei del suo tempo, come leggiamo in Matteo:“Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo prosèlito e, quando lo è divenuto, lo rendete degno della Geènna due volte più di voi”. Il vero cristiano è responsabile non solo della sua fede, ma anche di quella che non riesce a far nascere e far vivere nella quotidianità del suo prossimo.

Quante volte la testimonianza della Parola, almeno nelle intenzioni, si concentra soprattutto sull’apparenza. Si fanno inviti, si stampano raffinati manifesti; a volte si precetta un mondo intero e si lanciano anatemi, se qualcuno non risponde. Quale è poi il risultato?  I perfetti“ministri del microfono”,anziché edificare la fede di quanti sono stati obbligati alla partecipazione,  provocano devastazioni nelle poche verità, che quelle anime con fatica avevano messo nel cuore. Forse guidate  da chi non possiede la scienza profonda dei luminari, ma che ha nel cuore il vero senso di Dio e lo trasmette con passione agli altri. E’ pericoloso parlare con parole altisonanti, inutili e vane, che distruggono la verità del vangelo. Per aprire il cuore di chi non crede o possiede una fede debole, si dovrebbe essere megafono e altoparlante di Gesù, come lui lo era per il Padre. Molti oggi, come i farisei e gli scribi, sono solo“microfoni”di se stessi. Non sono in alcun modo legati alla verità e alla santità di Dio. Parlano e insegnano da ignoranti dell’amore e della carità del Padre. Il mondo se ne accorge e si allontana da essi, ritardando la sua liberazione. Per  un cristiano, che non si vergogna di imitare Gesù, vi è sempre dinanzi ai suoi occhi una storia personale, speciale, particolare, da salvare. Per i nuovi farisei  non vi è storia del singolo essere umano. Vi è solo una legge da osservare senza la persona, semmai contro di essa. Il “ministero” del megafono così sopprime la verità, confonde i giovani, uccide il futuro. È necessario ritrovare Cristo! Papa Francesco, che viene dalla fine del mondo, ci ha detto con il cuore: “Custodiamo Cristo nella nostra vita, per custodire gli altri, per custodire il creato!

* Egidio Chiarellapubblicista-giornalista, collabora con il Ministero dell’Istruzione, a Roma. E’ stato docente di ruolo di Lettere presso vari istituti secondari di I e II grado a Lamezia Terme (Calabria). Dal 1999 al 2010 è stato anche Consigliere della Regione Calabria. Ha conseguito la laurea in Materie Letterarie con una tesi sulla Storia delle Tradizioni popolari presso l’Università degli Studi di Messina (Sicilia). E’ autore del romanzo La nuova primavera dei giovani.

Chi volesse contattarlo può scrivere al seguente indirizzo email: egidio.chiarella@libero.it

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Egidio Chiarella

Egidio Chiarella, pubblicista-giornalista, ha fatto parte dell'Ufficio Legislativo e rapporti con il Parlamento del Ministero dell'Istruzione, a Roma. E’ stato docente di ruolo di Lettere presso vari istituti secondari di I e II grado a Lamezia Terme (Calabria). Dal 1999 al 2010 è stato anche Consigliere della Regione Calabria. Ha conseguito la laurea in Materie Letterarie con una tesi sulla Storia delle Tradizioni popolari presso l’Università degli Studi di Messina (Sicilia). E’ autore del romanzo "La nuova primavera dei giovani" e del saggio “Sui Sentieri del vecchio Gesù”, nato su ZENIT e base ideale per incontri e dibattiti in ambienti laici e religiosi. L'ultimo suo lavoro editoriale si intitola "Luci di verità In rete" Editrice Tau - Analisi di tweet sapienziali del teologo mons. Costantino Di Bruno. Conduce su Tele Padre Pio la rubrica culturale - religiosa "Troppa terra e poco cielo".

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