Il Messico ha dato speranza al Cardinal Bertone

Il porporato compie un bilancio dell’Incontro Mondiale delle Famiglie

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CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 4 febbraio 2009 (ZENIT.org).- Il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato vaticano, confessa che la sua visita in Messico per presiedere l’Incontro Mondiale delle Famiglie a gennaio è stata “confortante”.

Il porporato ha compiuto un bilancio del suo viaggio questo martedì in un’intervista concessa al quotidiano “Avvenire” e riconosce che il Messico e l’America Latina sono motivi di speranza per la Chiesa.

“Non che manchino i problemi, per carità, ma sostanzialmente la Chiesa in Messico, come in altre realtà latinoamericane o del Terzo Mondo, è ricca di fede, di devozione popolare – pensiamo al grande santuario della Madonna di Guadalupe –; è giovane, con molte vocazioni (in questo senso a volte servirebbe un maggiore discernimento)”.

Il Cardinale riconosce che “per noi che veniamo da un Occidente sempre più invecchiato anagraficamente, il contatto con queste società giovani e ricche di speranza è veramente rinfrancante”.

“In questo senso il fenomeno dei migranti cristiani che popolano le nostre contrade è indubbiamente un arricchimento per la Chiesa e per la società. E sarebbe bene che ne tenessimo adeguatamente conto”, osserva.

Il porporato definisce l’Incontro Mondiale delle Famiglie una manifestazione gioiosa, realmente popolare. “E’ stato per così dire una specie di omaggio che la Chiesa ha voluto tributare a quella che è il primo nucleo della comunità cristiana e alla cellula fondamentale della società”.

“Quando la Chiesa difende l’istituto familiare non lo fa solo per difendere un ambito privilegiato di trasmissione della fede, ma anche per il bene comune, per promuovere una vita buona valida per credenti e non”.

Di fronte alla crisi per i fallimenti familiari di oggi, il Cardinal Bertone sostiene che la Chiesa abbia la missione di trasmettere “un messaggio positivo, una esperienza di bellezza di vita”.

Ricordando una delle consegne lasciate da Benedetto XVI, spiega che “la Chiesa non è la Chiesa dei no, ma dei grandi sì. Su questo forse si potrebbe fare un po’ di autocritica”.

“Nel senso che non sempre la bellezza della positività traspare nei volti delle nostre comunità o nel linguaggio della nostra comunicazione. Ci sono migliaia di famiglie belle e fedeli; famiglie unite e generose nella carità. Sono queste che garantiscono il valore perenne dell’istituto familiare”.

La Chiesa dice alcuni “no”, ad esempio non accettando una concezione di famiglia che non sia l’unione stabile di un uomo e una donna, o quando non ammette la Comunione per i divorziati.

A questo proposito, il Cardinale risponde che “la Chiesa non può andare contro la legge naturale o contro i comandamenti di Gesù. Quindi su questi punti il suo atteggiamento non può cambiare”.

“Allo stesso tempo la Chiesa è vicina a tutti gli uomini peccatori ed è, con i suoi ministri, dispensatrice della misericordia divina – conclude –. La Chiesa non respinge nessuno, ma non può tradire l’ordine della creazione o rinnegare le parole del suo fondatore, magari per se­guire o compiacere le mode del momento”.

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ZENIT Staff

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