Il matrimonio: una promessa "per sempre"

Su questo tema è iniziato nella Basilica di San Giovanni in Laterano il nuovo ciclo di “Dialoghi in cattedrale”

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di Marina Tomarro

ROMA, venerdì, 2 marzo 2012 (ZENIT.org) – Educare i giovani partendo dall’amore, ma non un sentimento generico, ma da quello coniugale, quello dove c’è la promessa “per sempre”. E’ questo il tema da cui sono iniziati ieri sera a Roma, nella Basilica papale di San Giovanni in Laterano i “Dialoghi in cattedrale”.

“In questo nuovo ciclo – ha spiegato il cardinal vicario Agostino Vallini ai numerosi presenti – abbiamo voluto porre un’attenzione particolare al tema dell’educazione delle future generazioni, rispondendo così all’invito che spesso ci viene posto da Benedetto XVI. La vita non è facile, spesso i giovani sono costretti ad affrontare momenti difficili, ma nonostante ciò è soprattutto un’avventura appassionante, e noi diamo solo qualche suggerimento per camminare sulla pista giusta”.

E spesso sono proprio queste difficoltà, che portano i ragazzi ad essere titubanti sulla scelta di sposarsi. “Oggi – ha spiegato Eugenia Scambini, docente presso l’università Cattolica del Sacro Cuore a Milano e tra i relatori dell’ incontro – il prolungamento degli studi, il difficile inserimento nel mondo del lavoro, la difficoltà di trovare una casa tendono a posporre il tempo della scelta del matrimonio, e a considerarlo non solo come una scelta rischiosa, ma, è questo è più grave, se si tratta un rischio che vale la pena di correre”.

Perciò diventa urgente educare i giovani all’importanza del valore del legame coniugale ai fini della realizzazione di sé, dove il passaggio dall’innamoramento all’amore, comporta sicuramente una trasformazione sia degli aspetti affettivi che di impegno, ma anche di apertura verso una nuova vita. E proprio a proposito dell’azione educativa dei genitori verso i figli ha spiegato: “I figli per crescere, hanno bisogno non solo di avere un buon padre e una buona madre, ma anche di vedere, un buon legame tra il padre e la madre. Il figlio è il frutto del loro amore e questo è la prima culla psichica che dà consistenza al piccolo dell’uomo che viene alla luce e che per potersi sviluppare adeguatamente ha bisogno di legami affidabili”.

E citando papa Benedetto XVI, la psicologa ha ricordato che compito della coppia non è trattenere il bambino nei loro desideri, ma condurlo fuori da sé per introdurlo nella realtà, perché i genitori sono mediatori generazionali. “La coppia – ha concluso – è al centro del passaggio tra le generazioni, poiché è chiamata a trasmettere e a trasformare, innovandolo, il patrimonio materiale, affettivo e morale delle generazioni precedenti e consegnarlo alle successive”.

L’altro protagonista della serata è stato il teologo padre Marco Ivan Rupnik che ha posto l’accento sulle contraddizioni della società contemporanea, che propone modelli egoistici di effimera felicità, dove viene prima di tutto il benessere del singolo mentre la coppia passa in secondo piano.

“Ma nessuno è felice da solo! – ha detto –. Se non c’è l’amore non può esserci la bellezza che viene da esso e che rimane al di là della morte. L’amore è un vortice che trasforma e trasfigura, solo esso ci può far vivere in eterno! L’amore coniugale cresce dall’amore ricevuto dal battesimo e quindi da Cristo, per questo parliamo di sacralità del matrimonio. I figli se riescono a partecipare a questa unione dei genitori, anche tutta la loro vita assumerà un cammino diverso. Ma non dobbiamo dimenticare che il sacramento reale è l’amore tra coniugi, dopo naturalmente ci sono i figli e quindi la famiglia, perché in quel sentimento all’origine, c’è l’eternità che ci avvicina a Dio”.

Il prossimo appuntamento dei Dialoghi in Cattedrale, è per giovedì 15 marzo sul tema Educare alla vita eterna: utopia o profezia?. Relatori della serata: Remo Bodei, docente presso l’Università degli studi di Pisa, e Joaquín Navarro-Valls, direttore della Sala Stampa Vaticana fino al 2006, e presidente dell’Advisory Board del Campus Bio-medico di Roma.

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ZENIT Staff

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