"Il matrimonio sia rispettato da tutti"

Lettera pastorale per la Quaresima 2012 di monsignor Huonder, vescovo di Coira (Svizzera)

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ROMA, domenica, 18 marzo 2012 (ZENIT.org).- Riportiamo di seguito il testo della Lettera pastorale per la Quaresima 2012 del vescovo di Choira (Chur, in Svizzera), monsignor Vito Huonder. Il documento, intitolato “«Il matrimonio sia rispettato da tutti» (Eb 13,4): Una parola sul matrimonio oggi”, è stato letto in tutte le chiese della diocesi lo scorso fine settimana, in occasione della Terza Domenica di Quaresima.

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Fratelli e sorelle nel Signore,

“Il matrimonio sia rispettato da tutti”. Questa raccomandazione è tolta dalla Lettera agli Ebrei1. Appare importante all’autore dello scritto accennare esplicitamente al matrimonio nelle sue considerazioni sui vari aspetti della vita cristiana. Questo dimostra l’importanza che il matrimonio deteneva sin dagli inizi nella vita della Chiesa. Un matrimonio vissuto rettamente era ritenuto un inequivocabile atto di fede. Una vita matrimoniale e famigliare irreprensibile serviva anche da criterio nella valutazione, se qualcuno fosse idoneo ad assumersi un compito nella Chiesa2. Va aggiunto, che l’ammonimento tolto dalla Lettera agli Ebrei è da leggere e da interpretare sullo sfondo di problemi che esistevano nella comunità di quei tempi. L’autore si sente in obbligo di farne riferimento. Apparentemente il matrimonio non era rispettato da tutti, ciò che causava situazioni dolorose e funeste. Per questo motivo l’autore continua il suo ammonimento in tono severo: “… e il letto nuziale sia senza macchia, i fornicatori e gli adulteri saranno giudicati da Dio”.

Ancoraggio nella Storia della salvezza

L’odierna lettura della terza Domenica di Quaresima dell’anno B parla pure del matrimonio. I dieci comandamenti, che sono il cuore della legge del Vecchio Testamento, menzionano ben due volte questa tematica: dapprima nel sesto comandamento con le parole “non commetterai adulterio” e poi nel nono comandamento con la formulazione “non desidererai la moglie del tuo prossimo”3.

In questi due comandamenti si rispecchia la preoccupazione di Dio per la sacralità del matrimonio, poiché i comandamenti sono un aiuto per il buon esito della vita in genere e di conseguenza anche del matrimonio.

Questa preoccupazione divina si manifesta anche nei continui riferimenti della Sacra Scrittura alla vita matrimoniale, di cui essa pullula4. Il matrimonio è un valore così grande, che deve essere conosciuto, curato conservato e protetto. Confermano questa affermazione i molti paragoni con il matrimonio, che descrivono il rapporto di Dio con il suo popolo5.

La situazione odierna

L’anno scorso, abbiamo celebrato nella nostra Diocesi, per la prima volta, la “Giornata del matrimonio” e con ciò cercato di attuare la proposta preannunciata nella Lettera pastorale del 20116. È stata una giornata di riflessione e meditazione sui valori del matrimonio in generale e sulla comunità matrimoniale come “chiesa domestica” in particolare, come pure un giorno di sostegno e incoraggiamento reciproco, e in conclusione un’occasione per rinnovare le promesse matrimoniali. Questo incontro con coppie giovani e meno giovani ha dimostrato, come il matrimonio possa ancora riuscire anche ai nostri tempi.

L’incontro mi dà pure l’occasione di esprimere a tutte le coppie che percorrono il loro cammino di vita in amore e fedeltà il mio ringraziamento per la loro testimonianza di fede. Prendendo spunto da questa esperienza positiva, percepiamo, che lo Spirito di Dio opera ancora ai nostri giorni, che lo Spirito ispira e sostiene gli sposi nel loro convivere come uomo e donna in armonia con Dio; lo Spirito li aiuta pure nell’impostare il quotidiano in favore della famiglia e nell’affrontare e risolvere i problemi comuni.

Questa constatazione guadagna d’importanza, se osserviamo il quadro fosco che ci dipingono le statistiche sui matrimoni e i divorzi negli ultimi 40 anni. Se nel 1970 erano ancora il 15% dei matrimoni ad essere separati, nel 2009 il numero si è triplicato, fino a raggiungere il 47%7.

La dimensione di questo sviluppo deve seriamente preoccuparci, dato che il matrimonio rappresenta un grandissimo bene che ha bisogno della nostra accorta attenzione.

Il risultato di uno sviluppo

Ogni divorzio costituisce un dramma umano. Nessuna separazione ci deve lasciare indifferenti, anche se ci può sembrare di essere impotenti davanti ad un siffatto sviluppo.

Le conseguenze del divorzio risultano gravi sotto vari aspetti: per la coppia stessa, per i bambini, se ce ne sono, per la società, e infine anche per la comunità dei credenti e la relazione con Dio. Dobbiamo intraprendere tutto il possibile, per aiutare ad evitare simili drammi e per circondare le persone coinvolte con la nostra preoccupazione in vista del loro bene temporale come pure della loro salvezza eterna.

Le conseguenze per la comunità dei credenti e per la relazione con Dio si fanno evidenti, se ponderiamo la parola di Dio e se approfondiamo le disposizioni del Signore. Infatti

l’insegnamento del Signore è chiaro: Il vincolo matrimoniale è indissolubile8. Per questo, i separati e divorziati, che restano soli, danno una preziosa testimonianza per l’indissolubilità del matrimonio. Ci sono, infatti, dei casi nei quali non è solo permesso, ma inevitabile, che si arrivi ad una separazione. Ma, escludendo un nuovo matrimonio, le persone coinvolte mantengono la parola data all’altro e prendono sul serio l’insegnamento del Signore.

Le conseguenze per il rapporto con Dio, nel caso di un nuovo matrimonio, sono particolarmente dolorose, poiché i divorziati risposati non sono ammessi ai sacramenti9.

La decisione di iniziare una nuova relazione crea una situazione, che impedisce di ricevere i sacramenti. I responsabili in cura d’anime devono perciò rivolgersi a questi fedeli con particolare delicatezza e sono tenuti ad aiutarli a ripensare la loro situazione davanti al Signore, per entrare sempre più nella comprensione del suo insegnamento e anche nella potenza del suo amore salvifico.

Da questo può scaturire un’energia che fa guardare alle cose con occhi nuovi e che aiuta ad accettare i precetti di nostro Signore e a dare alla vita un orientamento secondo il cuore del Redentore. Purtroppo non si conoscono, molte volte, le proposte offerte nella Chiesa, per integrare nuovamente e maggiormente i divorziati risposati civilmente nella vita ecclesiale. Grazie a queste iniziative taluni sono giunti ad un nuovo e più intimo rapporto con Cristo e ad una più profonda conoscenza del comportamento e della disciplina della Chiesa. Vorrei rendere pure attenti sulla possibilità di un processo di annullamento del matrimonio. Naturalmente, non si tratta di una forma di divorzio, ma di riconoscere come un matrimonio non fosse stato valido in partenza, così da dare la possibilità di un vero matrimonio canonico.

Domande ai responsabili in cura d’anime

Ritornando alle statistiche citate prima, dobbiamo domandarci, se le coppie vengano preparate al matrimonio sufficientemente e istruite sul suo contenuto cristiano.

Domande:

– I fidanzati vengono resi coscienti della portata delle promesse matrimoniali?

– I fidanzati, poi, rispondono alle domande circa la volontà di contrarre un matrimonio cristiano con lealtà e sincerità?

– Viene rispettata la forma liturgica del matrimonio, che rappresenta una profonda catechesi matrimoniale?

Non raramente risulta, durante esami in merito all’annullamento di un matrimonio, che la preparazione è stata insufficiente o che certe formulazioni liturgiche, come il “fino a che la morte ci separi”, sono state tralasciate.

Si impongono ancora le seguenti domande:

– Le coppie vengono bastantemente esaminate sulla loro idoneità e maturità spirituale onde contrarre matrimonio?

– Non si dovrebbe, in certi casi, disdire o differire il matrimonio canonico, perché mancano le premesse per un matrimonio cristiano.


Nelle coppie, che si accostano all’altare, è veramente presente la fede nel sacramento?

– Le coppie sono veramente intenzionate a contrarre il matrimonio con lo sguardo fisso su Cristo e sul fondamento del suo insegnamento?

Se guardiamo al matrimonio solo come a una dimensione sociale e tradizionale e se consideriamo il giorno delle nozze come un evento ricco di effetti a sorpresa – tra i quali anche quelli liturgici – eludiamo con facilità le domande poste. Ne consegue, in questo caso, che il tutto non sia da prendere sul serio e non sia destinato ad avere durata. Come cristiani non possiamo pensare in questo modo, piuttosto ci deve stare a cuore di mettere in atto l’esortazione della Lettera agli Ebrei: “Il matrimonio sia rispettato da tutti”.

Durante le Nozze di Cana Maria si rivolge preoccupata al suo figlio con le parole: “Non hanno più vino”10.

Questo era più che solo la richiesta di una bevanda passeggera. Era la domanda di una bevanda spirituale, lo Spirito della fede. Solo partendo da questo Spirito i coniugi possono dare una tale forma alla loro vita coniugale, da essere riconosciuti come testimoni di Cristo, di conseguenza come cristiani.

Domandiamo a Maria, che preghi il suo Figlio di concedere anche ai nostri tempi questo Spirito. Con questo augurio vi saluto di cuore e vi impartisco la mia benedizione episcopale.

+ Vito, vescovo di Coira

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1 Eb 13,4

2 Cf. 1 Tim 3,4; per tutto l’insegnamento della Chiesa sul sacramento del Matrimonio conf. “Il Catechismo della Chiesa Cattolica” 1601-1666.

3 Es 20,14.17

4 Cf. Lev 18,6-18.19-20; Dt 22,13-21.22.23-27.28-29; 23,1; 24,1-4.5; Pr 5,1-23; 6,20-7,27; Tb 7,13; Sap 14,26; Sir 23,16-27; 1 Cor 7,1-40; Ef 5,21-33; Col 3,18-19; 1 Pt 3,1-7. Non si tratta di una lista esauriente. In questi testi della sacra Scrittura si parla spesso di adulterio. Il matrimonio viene considerato da un punto di vista negativo. Ma positivamente si intende proteggere il matrimonio.

5 Cf. Libro del profeta Osea

6 “Maschio e femmina li creò” (Gn 1,27). Un messaggio sul sacramento del matrimonio, Lettera pastorale 2011.

7 Fonte: Bundesamt für Statistik, statistica dello stato annuale della popolazione (ESPOP) e della migrazione naturale (BEVNAT).

8 Cf. Mt 19,3-12; Mc 10,2-12; Lc 16,16-18

9 Cf. Benedetto XVI, Esortazione apostolica post – sinodale Sacramentum Caritatis (22. Febbraio 2007), 29.

10 Gv 2,3

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ZENIT Staff

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