Il male non viene da fuori

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

Mentre nel Vangelo propostoci ieri dalla Chiesa, Gesù criticava le tradizioni imposte da scribi e farisei, nel Vangelo di oggi, la critica si rivolge alle prescrizioni contenute nella Torà stessa, al capitolo 11 del libro del Levitico. Gesù le abolisce sostenendo che nulla di quanto entra nell’uomo lo rende impuro, mentre lo rendono impuro le cose che da lui escono. E l’elenco che Gesù fa è lungo: alcuni sono “grandi” peccati come l’omicidio o il furto, altri sono, purtroppo, più “quotidiani” come l’avidità, l’invidia e la calunnia. 

Meditazione

Non solo i Giudei del tempo di Gesù credevano che l’uomo fosse “puro” e che il male venisse da fuori. Anche noi lo crediamo. Pensiamo che l’alcol e le droghe hanno spinto una persona a investire altri e il consumo di queste sostanze davanti al tribunale è una “scusante”. Molto spesso pensiamo anche che omicidi, furti, promiscuità… tutto sia dovuto alla società, all’infanzia o alla malattia. L’immagine che viene trasmessa è quella del bambino “puro” e dell’adulto non responsabile di ciò che commette. La verità è diversa. Chi ha osservato dei bambini che giocano, anche molto piccoli, avrà osservato subito che tendono ad accaparrarsi i giocattoli più ambiti, a spingere via il compagno che potrebbe intralciare la loro strada, a cercare sempre e comunque il proprio vantaggio. Certo, ci saranno molte spiegazioni psicologiche. Ma perché non ammettere semplicemente che non nasciamo piccoli santi, ma che dobbiamo diventarlo con un duro lavoro su noi stessi? Il primo passo è quello di riconoscere davanti a Dio che il male è dentro di noi. È triste, è brutto e fa male ammettere che siamo responsabili. Ma è il primo passo. Quello seguente è chiedere aiuto a Dio, per cambiare. E rimboccarsi le maniche per combattere il nemico. I bambini si educano in vario modo: dicendo loro che non devono togliere il gioco al compagno e chiedendo loro di restituirlo. Oppure con l’esempio. Un bambino che vede i genitori che spesso donano qualcosa agli altri, saranno più facilmente inclini a fare lo stesso. Anche noi adulti possiamo riconoscere il nostro peccato, cercare di rimettere a posto le cose e chiedere perdono a Dio. Ma possiamo anche cercare semplicemente, tutti i giorni, di imitare il Signore. 

Preghiera

Signore per me è tanto facile dire: non è colpa mia! Lo dico tante volte, lo penso e ci credo. Ho sempre la scusa pronta. Ma non mi devo giustificare. Tu mi conosci, mi vedi. Io semplicemente ti devo dire: ho sbagliato, Signore, perdonami! Sei tu che mi giustifichi, non io! 

Agire

Come avrebbe agito Gesù al mio posto? Per un piccolo lasso di tempo, prima di fare qualcosa, prima di parlare, mi chiedo: e Lui avrebbe fatto o detto così? 

Meditazione del giorno a cura della prof.ssa Alexandra von Teuffenbach, docente di Teologia e Storia della Chiesatratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti  info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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