Il Magnificat, una preghiera per tempi nuovi

Lettera pastorale della Conferenza Episcopale del Nicaragua

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di Nieves San Martín

MANAGUA, mercoledì, 8 giugno 2011 (ZENIT.org).- Il 31 maggio, festa della Visitazione di Maria, i Vescovi del Nicaragua hanno scritto una lettera pastorale sul tema “Il Magnificat: una preghiera per tempi nuovi” nel contesto dell’“anno di preghiera” decretato dalla Conferenza Episcopale del Paese centroamericano.

Mentre si preparano a una giornata di digiuno nazionale il 1° luglio, i presuli invitano a implorare la Vergine per la situazione del Paese, impegnandosi a recitare il rosario personalmente, nelle famiglie e nelle comunità.

Citano quindi Benedetto XVI, che nel 2007 esortava nel Santuario di Nostra Signora Aparecida a restare “alla scuola di Maria”, ispirandosi ai suoi insegnamenti.

I Vescovi offrono una splendida riflessione biblica sul Magnificat, ed esortano a pregare e meditare alla luce di “questa bella preghiera della Vergine”.

Il Magnificat, dicono, è come “lo specchio dell’anima di Maria”, è la preghiera dei poveri autentici del popolo di Israele: “La prima cosa che Maria ci insegna è qualcosa di semplice come lasciarci guardare da Dio, sentirci accolti e avvolti dalla sua tenerezza, dal suo perdono, dal suo amore incondizionato”. “Scopriamoci amati da Dio come Maria!”, esortano.

“In Nicaragua, ciascuno personalmente e tutti come comunità nazionale dobbiamo superare le paure, l’indifferenza egoista e l’autosufficienza di chi si basa su se stesso. Dobbiamo riconoscere con gratitudine che il meglio della nostra vita e le molte ricchezze della cultura e della storia della nostra patria sono stati un dono gratuito di Dio, che riempie sempre di benedizioni quanti si aprono alla sua grazia con libertà e responsabilità”.

I pastori affermano che il Magnificat è il prologo delle Beatitudini proclamate da Gesù: “Maria ci insegna che la felicità annunciata nel Vangelo non si basa sull’avidità e sul possesso di beni materiali, né sui piaceri passeggeri che ci ingannano e disumanizzano, né sull’ambizione smisurata di potere sugli altri a ogni costo”.

“Nel Magnificat la Vergine Maria appare libera dall’ansia e dall’inquietudine che nascono dall’egoismo, dall’orgoglio e dalla ricerca dei propri interessi. Si presenta piuttosto con la serenità profonda di colei che sa di essere accolta e benedetta dall’amore di un Dio che colma tutti i suoi desideri”.

“In Maria vediamo ciò che avviene quando qualcuno permette che Dio intervenga nella propria vita e gli cede il protagonismo della propria esistenza. Ella ci mostra fin dove può giungere l’azione  misericordiosa di Dio, che batte sempre alla porta del nostro cuore e della nostra società per colmarci di vita e di felicità”, aggiungono i Vescovi.

“Come credenti dobbiamo vivere con serenità e speranza, sapendo che la nostra vita e la storia della nostra patria, ‘di generazione in generazione’, si vedranno benedette dalla fedeltà amorevole di Dio. Il suo perdono infinito e la sua provvidenza quotidiana ci proteggeranno e ci aiuteranno in ogni momento, sempre che ci sforziamo di discernere la sua volontà e di seguire le sue vie”, sottolineano.

“Partendo dalla sua esperienza personale di grazia divina, Maria contempla la storia”, guardandola “al di là delle esperienze”, “e vede qual è il fondo della realtà, scoprendo chi per Dio è sopra e chi sotto, chi è pieno e chi è vuoto, chi è vicino e chi lontano”.

Maria, segnalano, “non è indifferente di fronte ai problemi del suo popolo”. “Da lei dobbiamo imparare che è un’esigenza della nostra fede conoscere e comprendere la realtà sociale e politica del Paese, impegnarci a trasformarla sapendo che Dio è sempre a favore dei poveri e denunciare con coraggio tutto ciò che si oppone ai valori evangelici della giustizia, della verità e della fraternità”.

Maria, nel suo sguardo profetico, “vede gli affamati già saziati, gli umili e gli abbattuti esaltati e i ricchi e i potenti mandati via a mani vuote. I superbi di cuore, gli arroganti e gli orgogliosi che cercano i loro interessi e richiedono che si renda culto alla loro personalità si perdono e si disperdono per autodivinizzarsi, seguendo le proprie vie e non quelle di Dio. I potenti che esercitano il dominio in modo dispotico e autoritario consolidandosi in modo prepotente e tirannico sugli altri agiscono come se Dio non esistesse e per questo Dio li abbatte”.

I Vescovi nicaraguensi esortano a “imparare a correggere continuamente la nostra percezione della realtà del mondo”. A imitazione di Maria, devono sforzarsi di “vedere e comprendere sempre le persone, le relazioni sociali e i processi politici dalla prospettiva di Dio e della sua volontà”.

“Bisogna rispettare i poveri nella loro dignità: dobbiamo impegnarci nella loro promozione umana integrale al di là del puro assistenzialismo economico, e far sì che siano protagonisti della propria storia”.

I Vescovi concludono quindi invitando tutti a pregare “come Maria per essere come lei, uomini e donne contemplativi, capaci di vedere con sguardo di fede la realtà e di impegnarci nel Regno di Dio”.

“Illumninati interiormente dallo Spirito Santo nella preghiera e guidati dalla Parola di Cristo, dobbiamo scoprirci sempre amati da Dio, vivere con gioia e speranza e collaborare con saggezza per costruire un Paese più umano e sviluppato, più giusto e pacifico”.

[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]

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ZENIT Staff

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