Il libro "La lista di Bergoglio" sarà presto un film

Giunto alla sua decima edizione e pubblicato in 40 paesi, il libro di Nello Scavo che raccoglie le testimonianze delle persone salvate da Bergoglio durante la dittatura in Argentina diventerà un film di Liliana Cavani

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E’ giunto alla sua decima edizione il libro “La lista di Bergoglio” del giornalista italiano di “Avvenire” Nello Scavo. L’opera è stata pubblicata in oltre 40 paesi (tra cui, recentemente, anche in Brasile con le Edizioni Loyola – e conta la prefazione del premio Nobel per la Pace, Adolfo Pérez Esquivel. Di essa si prevede già un possibile adattamento per il cinema. Nel volume, il reporter racconta, attraverso lo sguardo di pace, misericordia, compassione e indulgenza di Papa Francesco, il terrore vissuto in Argentina durante lo scoppio della dittatura e la presa del potere dell’esercito. Un periodo tragico che causò nel paese 15.000 morti, 30.000 desaparecidos, 500 neonati strappati dalle braccia delle loro madri condannate a morte dal regime militare, e oltre 2 milioni di esiliati dopo il tragico colpo del 24 Marzo 1976 . In particolare il lavoro di Scavo si concentra sul “dramma dei desaparecidos“, attraverso racconti e ricordi personali di dissidenti, sindacalisti, sacerdoti, studenti e intellettuali, credenti in Dio o meno. Punto cruciale del libro è la storia di persone salvate dall’allora sacerdote gesuita Jorge Mario Bergoglio, tra i quali il sindacalista Gonzalo Fly, nascosto nel “Collegio Maximo” come “studente in ritiro spirituale”, in seguito deportato in Brasile. Oppure l’emozionante testimonianza del teologo gesuita argentino Juan Carlos Scannone che rivela un elenco di oltre 100 persone salvate da padre Bergoglio, nascoste in luoghi sicuri. Menzionate nel libro anche la lettera inedita scritta alla famiglia di padre Franz Jalics, uno dei due gesuiti rapiti e torturati nella Escola Superior de Mecânica da Armada (ESMA) e anche il resoconto dell’incontro con l’ammiraglio Emilio Eduardo Massera, per richiedere l’immediato rilascio dei due detenuti gesuiti. Di seguito l’intervista di ZENIT a Nello Scavo.

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Nel libro “La lista di Bergoglio”, lanciato a novembre 2013 in Italia e giunto già alla sua decima edizione, è stato pubblicato anche in 40 paesi e, da esso, probabilmente verrà tratto un film. A cosa si deve, secondo lei, questo interesse personale?

Nello Scavo: Credo che per i lettori di tutto il mondo, conoscere un Bergoglio inedito, un gesuita coraggioso al punto da mettere a rischio la sua stessa vita, susciti molta curiosità. Inoltre attraverso queste storie è possibile conoscere meglio Papa Francesco. Molte delle sue azioni di oggi sembrano avere un filo che collega direttamente all’epoca della dittatura, quando lui prendeva decisioni coraggiose pur di tenere unita la comunità dei gesuiti e salvare la vita di decine di persone.

Lei ha trascorso tre settimane in Argentina per incontrare le persone e raccogliere le diverse storie e testimonianze poi riportate nel libro. E’ stato difficile fare questa “lista di Nello”, nel senso che è stato difficile contattare queste persone?

Nello Scavo: Sì, è stato un lavoro difficile per molte ragioni. La maggior parte delle persone contattate non voleva parlare di quei fatti. Un atteggiamento strano, giustificato dalla volontà di non voler approfittare della notorietà di Francesco per ottenere successi personali. E poi molti volevano rispettare la riservatezza di Bergoglio, che non ha mai voluto presentare sè stesso come un eroe. Nonostante ciò, è stato comunque possibile, con pazienza e una certa fortuna, trovare i primi nomi e poi ricostruire “La Lista di Bergoglio”.

La lista è stata ricostruita completamente? O ci sono ancora persone salvate da Bergoglio che non sono state incluse e che l’hanno contattata dopo l’uscita del libro?

Nello Scavo: Credo che l’elenco delle persone che hanno beneficiato della protezione del futuro Papa sia largamente incompleto. E dopo l’uscita del libro sono stato contattato da altri argentini, alcuni dei quali vivono in Europa o negli Usa, che mi hanno raccontato di essere stati aiutati da Bergoglio e dai gesuiti a sfuggire agli assassini guidati dai capi della dittatura. Inoltre, alcuni dei “salvati” mi hanno fatto notare che Bergoglio, ogni volta che impediva l’arresto di qualcuno, di fatto evitava che queste persone potessero rivelare ai torturatori i nomi di decine di loro compagni di attività considerate sovversive. Specialmente gli studenti universitari, che operavano in gruppi molto numerosi. Insomma, senza l’opera di figure come il Papa, oggi ci sarebbero molti più desaparecidos.

Il libro mostra la forza di una ideologia che, in quegli anni, dominò l’America Latina. Può essere inteso, quindi, come un monito contro le attuali ideologie nascentiche rischiano di pregiudicare paesi e persone innocenti?

Nello Scavo: Ciò che accadde nel “Cono Sur” fu il frutto di politiche internazionali spregiudicate. Il “Plan Condor” coinvolse non solo leader politici e militari dell’America Latina, ma esponenti di primo piano dell’amministrazione americana. Credo che ci siano aspetti ancora misteriosi e che meritano di essere approfonditi. Purtroppo anche nella Chiesa ci fu chi si schierò dalla parte degli aguzzini. E’ un capitolo triste e doloroso. Ma questa storia può ancora insegnare molto al mondo intero. Credo che in America Latina come in altre aree del mondo le ideologie fossero state solo un pretesto per affermare e preservare un sistema di potere. E lo dimostra il fatto che in Argentina si arrivò al paradosso che una dittatura nazifascista finì per allearsi con l’Unione Sovietica. E in questo non c’è nulla di ideologico, solo il desiderio di poter comandare e opprimere il popolo.

In che modo è riuscito a rendere la sua opera un lavoro giornalistico neutrale per motivi religiosi e per la verità dei fatti e non una propaganda papale?

Nello Scavo: Come ho spiegato nel libro, non ho ricevuto nessun aiuto dall’entourage del Papa. Anzi, proprio le persone più vicine a Bergoglio si sono rifiutate di sostenere la mia inchiesta e di rispondere alle mie domande. A quanti lo accusano di essere un “attore” e allo stesso tempo sospettano che dietro al mio libro ci sia una operazione promossa dal Vaticano, rispondo con una domanda: se Bergoglio fosse davvero un “attore” e un “doppiogiochista”, sarebbe stato anche così ingenuo da commissionare una investigazione giornalistica a un reporter cattolico?

Il libro ha riscosso parecchio successo in Europa. A quali fasce di popolazione, in particolare?

Nello Scavo: In Europa il libro sta incontrando più interesse tra i non credenti che tra i cattolici. E questo perché dal mio racconto emerge Bergoglio prima di tutto come uomo. Anche se, come spiegano alcuni dei testimoni, senza la fede non avrebbe potuto superare le paure e sfidare i capi della dittatura. E non è un caso che dal libro nascerà un film con una produzione internazionale. La regista sarà Liliana Cavani, una delle più grandi registe a livello mondiale. La sceneggiatura, a cui sto collaborando, sarà di Umberto Contarello, che ha appena vinto il Golden Globe per il film “La grande Bellezza” ed è candidato al premio Oscar. La produzione è guidata da Claudia Mori, che ha acquistato i diritti del libro, e altri importanti produttori cinematografici internazionali intendono sostenere il progetto cinematografico.


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Thácio Siqueira

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