"Il lavoro è diritto fondamentale di tutti"

Il Papa riceve i partecipanti alla plenaria del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, cita la “Caritas in Veritate” e indica in “lavoro, istruzione e accesso al welfare” le tre vie per cancellare equilibri e ingiustizie

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Ci sono persone che vivono con due dollari al giorno ancora oggi, nel 2014. Colpa di quello “sfruttamento dello squilibrio internazionale nei costi del lavoro” che è uno dei tanti scandalosi aspetti dell’odierno sistema economico.

Parte da questa dura constatazione il discorso rivolto da Francesco ai partecipanti alla Plenaria del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, ricevuti stamane in udienza in Sala Clementina. Accogliendo i membri del Dicastero, guidati dal cardinale Turkson, il Pontefice rileva subito una felice coincidenza, il fatto cioè che la Plenaria cada negli stessi giorni in cui si celebra il quinto anniversario della promulgazione della Caritas in veritate, ovvero ‘l’Enciclica sociale’ di Benedetto XVI, per la cui stesura il Papa emerito si avvalse della collaborazione dello stesso Pontificio Consiglio, oltre che di quella di economisti ed esperti di dottrina sociale, etica e finanza.

La Caritas in veritate è un documento “fondamentale per l’evangelizzazione del sociale”, afferma il Papa, che offre “preziose indicazioni per la presenza dei cattolici nella società, nelle istituzioni, nell’economia, nella finanza e nella politica”.  

Tra i meriti dell’Enciclica va segnalato poi quello di aver attirato l’attenzione sui benefici ma anche sui pericoli della globalizzazione, la quale da un lato “ha accresciuto notevolmente la ricchezza aggregata dell’insieme e di parecchi singoli Stati”, dall’altro “ha inasprito i divari tra i vari gruppi sociali, creando diseguaglianze e nuove povertà negli stessi Paesi considerati più ricchi”.

Lo squilibrio dei costi del lavoro non è che uno dei frutti di tale processo, sottolinea Bergoglo: esso – denuncia – “non solo non rispetta la dignità di coloro che alimentano la manodopera a basso prezzo, ma distrugge fonti di lavoro in quelle regioni in cui esso è maggiormente tutelato”. E la crescita delle diseguaglianze e delle povertà mette a rischio “la democrazia inclusiva e partecipativa”, che presuppone sempre “un’economia e un mercato che non escludono e che siano equi”.

Si pone allora il problema di creare meccanismi di “tutela dei diritti del lavoro e dell’ambiente”, dice Francesco, in presenza di “una crescente ideologia consumistica, che non mostra responsabilità nei confronti delle città e del creato”. In altre parole, bisogna “vincere le cause strutturali delle diseguaglianze e della povertà”.

Per farlo le vie da percorrere sono tre, come illustrato nella Evangelii gaudium: istruzione, accesso all’assistenza sanitaria e lavoro per tutti. Sono questi “elementi chiave” secondo il Vescovo di Roma, “sia per lo sviluppo e la giusta distribuzione dei beni, sia per il raggiungimento della giustizia sociale”, come pure “per appartenere alla società e partecipare liberamente e responsabilmente alla vita politica, intesa come gestione della res publica”.

“Lo Stato di diritto sociale non va smantellato ed in particolare il diritto fondamentale al lavoro. Questo non può essere considerato una variabile dipendente dai mercati finanziari e monetari”, afferma il Papa. Sono ecluse fermamente, pertanto, “visioni che pretendono di aumentare la redditività, a costo della restrizione del mercato del lavoro” andando a creare nuove forme di emarginazione. Esse, rimarca il Santo Padre, “non sono conformi ad una economia a servizio dell’uomo e del bene comune, ad una democrazia inclusiva e partecipativa”.

Esiste poi il problema degli squilibri tra settori economici, remunerazioni, banche commerciali e banche di speculazione, e anche tra istituzioni e problemi globali. A tal proposito, il Papa ribadisce la necessità di “tenere viva la preoccupazione per i poveri e la giustizia sociale”, perché tale assillo da una parte esige “profonde riforme che prevedano la ridistribuzione della ricchezza prodotta e l’universalizzazione di mercati liberi a servizio delle famiglie”, dall’altra “la ridistribuzione della sovranità, sia sul piano nazionale sia sul piano sovranazionale”.

Non si può dimenticare infine la questione ambientale, sottolineata ampiamente nella Caritas in veritate che – ricorda Papa Francesco – “ha rimarcato il legame tra ecologia ambientale ed ecologia umana, tra la prima e l’etica della vita”. Il principio della Enciclica di Ratzinger“è di estrema attualità”, afferma Bergoglio. Perché “un amore pieno di verità è la base su cui costruire quella pace che oggi è particolarmente desiderata e necessaria per il bene di tutti”.

Solo un amore pieno di verità, conclude il Papa, “consente di superare fanatismi pericolosi, conflitti per il possesso delle risorse, migrazioni dalle dimensioni bibliche, le piaghe perduranti della fame e della povertà, la tratta di persone, ingiustizie e disparità sociali ed economiche, squilibri nell’accesso dei beni collettivi”.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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