Il Jrs lavora per il rilascio di padre Alexis Kumar rapito in Afghanistan

Il direttore Peter Balleis SJ spera che il gesuita sia vivo e venga presto liberato. L’attuale situazione politica in Afghanistan, dopo le presidenziali, potrebbe però complicare il processo di rilascio

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E’ trascorso appena un mese da quando padre Alexis Prem Kumar, direttore del Jrs, Servizio dei Gesuiti per i rifugiati, in Afghanistan, è stato rapito da un gruppo di uomini armati presso una scuola sponsorizzata dall’associazione a Sohadat. E’ questa una municipalità costruita dal governo per famiglie rifugiate e poi rientrate nel Paese, a 35 chilometri da Herat, nell’Afghanistan occidentale.

In questo tempo, il Jrs ha lavorato con forte impegno per ottenere la liberazione del religioso, come riferisce il direttore internazionale Peter Balleis SJ. Il Jrs è rimasto in contatto diretto con le autorità afghane e con il Console generale dell’India a Herat: “La famiglia di padre Prem – afferma – è stata in contatto sia con alcuni parlamentari indiani, sia con il governo del Tamil Nadu, lo Stato da cui proviene”. Numerosi appelli sono stari rivolti poi ad esperti e alle comunità locali per fare avanzare gli sforzi dell’associazione per riportare il gesuita a casa.

“Questo mese – prisegue Balleis – è stato doloroso per la famiglia di Prem, i suoi confratelli gesuiti in tutto il mondo e per tutti noi del Jrs. Anche se non abbiamo avuto contatti con lui o i suoi rapitori, conserviamo la speranza. Tutte le informazioni che abbiamo ci fanno ritenere che sia vivo e si trovi ancora in Afghanistan”.

Da diverse parti del mondo sono giunte manifestazioni di sostegno e preghiere per il religioso. “Gesuiti indiani e di altri Paesi del mondo – informa il direttore internazionale – nonché membri di tante comunità religiose, hanno espresso la loro preoccupazione per la sua incolumità. Siamo particolarmente riconoscenti per l’assistenza e i consigli offerti da diverse agenzie umanitarie fin dai primi momenti. Gli studenti di Prem e le loro famiglie a Sohadat pregano ogni giorno per il suo rilascio e attendono il giorno in cui lo rivedranno nella loro scuola, che potrà riaprire non appena sarà rilasciato”.

La preoccupazione più grande è per la salute di Alexis Prem Kumar, tuttavia i confratelli confidano nella “sua forza d’animo” e nel “calore umano che lo guiderà in questa prova”. Allo stesso tempo i gesuiti del Jrs ammettono di essere “consapevoli che l’attuale situazione politica in Afghanistan, a seguito delle elezioni presidenziali dello scorso mese, potrebbe complicare il processo per arrivare al suo rilascio”.

Dopo una breve chiusura avvenuta in giugno, il Jrs ha riaperto la maggior parte dei suoi programmi rivolti all’istruzione, confidando nello sforzo dei colleghi afghani. “Manteniamo l’impegno ad accompagnare gli studenti afghani e le loro famiglie che desiderano avere un’istruzione di qualità e la riapertura delle nostre scuole va in questo senso”, afferma padre Balleis. E conclude: “Restiamo anche impegnati a fare tutto il possibile per portare in salvo padre Alexis Prem Kumar e speriamo che prima della fine del ramadan coloro che lo hanno rapito lo rilasceranno come dono per la festa dei Eid al-Fitr”.

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ZENIT Staff

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