Il grido dell'amore

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Gv 21,1-14

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Lettura

Il capitolo 21 di Giovanni, che il Cardinale Martini ci ha fatto riscoprire, racconta una scena di manifestazione del Risorto in Galilea. I discepoli, ubbidienti alle parole del Maestro che dava loro appuntamento in Galilea, vi si recano, ma qui vivono un nuovo calo di tensione. La vista del lago e delle barche è come un richiamo alla vita di prima ed essi se ne lasciano stregare. La pesca infruttuosa è un richiamo a Lc 5,1-11, ma anche un’indicazione chiara che tornare in Galilea non deve coincidere con un ritorno alla vita di prima.

Meditazione

Anche nella mia vita c’è come un “richiamo della foresta” che di tanto in tanto si ripresenta come tentazione: considerare l’esperienza con Gesù una parentesi chiusa con la voglia di tornare a essere quello di prima. Prima di Gesù. Prima della conversione. Le reti vuote, il cuore svuotato, il fallimento, diventano richiami per vedere meglio dove sia riposta la vera gioia. Come nel racconto di Giovanni, così nella vita non è subito evidente il motivo del fallimento o della pesca miracolosa. È allora che abbiamo bisogno dell’aiuto di un altro che, come il discepolo amato, ci aiuti a decodificare il messaggio. Qui è Giovanni, il discepolo amato e amante, che prima degli altri raggiunge il cuore del mistero e grida: «È il Signore!». È un grido che nasce dalla consuetudine alla vita spirituale, dalla preghiera costante, dall’ascolto umile e forte della Parola. È un grido con cui, senza parlare, monaci e monache presentano alla Chiesa e al mondo l’invito a considerare la storia da un altro versante, quello dell’amore. L’amore pre-vede, vede prima e indica agli altri, ci offre un supplemento di vista che attraversa gli eventi e ne svolge il senso, trasformando le tragedie in favole meravigliose e storie a lieto fine. Anche tu hai bisogno di questa vista supplementare per guardare la tua povera vita che, fuori dell’ottica dell’amore, diventa, a tratti, insopportabile.

Preghiera

Donami, Signore, la percezione della tua presenza in ogni evento della vita. Aguzza la vista del mio cuore perché sappia offrire umilmente un’opera d’arte a chi mi consegna solo brandelli di vita.

Agire

Trovo un modo per dire grazie a una comunità di religiosi o religiose che nella mia parrocchia o nel mio quartiere svolgono il ruolo di sentinelle del Mistero.

Meditazione a cura di mons. Arturo Aiello, vescovo di Teano-Calvi, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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