Il Figlio dell'uomo dovrà soffrire

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Vangelo

Mt 17,10-13

Lettura

Sul monte della trasfigurazione, sono apparsi Mosè ed Elia che conversavano con Gesù (Mt 17,3). Nel discendere dal monte, Pietro, Giacomo e Giovanni chiedono chiarimenti a proposito della figura di Elia: se Gesù è il Messia, perché, prima della sua venuta, non è tornato, prima di lui, Elia, come dicevano gli scribi? Gesù fa capire loro che il ritorno di Elia si è già compiuto in Giovanni Battista, ma che non è stato riconosciuto. Quasi a smorzare il momento di gloria divina vissuto sul monte, ritornando alla realtà quotidiana Gesù preannuncia che anche lui, come Giovanni, dovrà soffrire l’incomprensione e la morte.

Meditazione

Ormai i discepoli non hanno più dubbi: hanno visto con i loro occhi sul monte la gloria di Gesù trasfigurato. Hanno visto anche Mosè ed Elia apparire loro, e hanno udito dalla nube luminosa la voce del Padre. Pietro vuole prolungare questa straordinaria esperienza, proponendo di piantare le tende e rimanere sul monte. Occorre però ritornare alla realtà. Durante la discesa, ai discepoli sorge una domanda: perché, interpretando la Scrittura (Ml 3,23), gli scribi sostengono che la venuta del Messia sarà anticipata dal ritorno di Elia sulla terra? Gesù conferma, riferendosi a Sir 48,10, che la Scrittura dice che Elia verrà e ristabilirà le tribù di Giacobbe, cioè preparerà al Signore un popolo ben disposto ad accogliere la benedizione fatta ad Abramo e alla sua discendenza. Aggiunge che questo Elia è già venuto nella persona del Battista, ma non è stato riconosciuto ed è stato tragicamente ucciso. Chi non lo ha compreso non tarderà a rifiutare e mettere a morte anche Gesù. Forse il motivo di tale incomprensione va cercato in un’errata concezione dell’opera del Messia: chi attendeva Elia che tornasse dal cielo con il suo carro di fuoco a ristabilire l’ordine sociale e morale del popolo in preparazione alla venuta del giorno grande e terribile del Signore, che brucerà come paglia tutti gli ingiusti e i superbi (cfr. Ml 3), fatica ad accettare la logica del Regno proposta da Gesù. Chi oggi pensa che la venuta storica di Gesù nel mondo non abbia portato alcun cambiamento nel campo della giustizia sociale, forse fatica a comprendere e ad accettare un Dio che non si presenti come giudice sterminatore. Gesù insegna ai suoi che il Figlio dell’uomo, per lasciare intatta la libertà di scelta di ciascuno, deve passare attraverso l’incomprensione, la sofferenza e la morte.

Preghiera

«Insieme contro di me congiurano, tramano per togliermi la vita. Ma io confido in te, Signore; dico: “Tu sei il mio Dio, i miei giorni sono nelle tue mani”. Liberami dalla mano dei miei nemici e dai miei persecutori: sul tuo servo fa’ splendere il tuo volto, salvami per la tua misericordia» (Sal 31, 14-17).

Agire

Pregherò per quanti soffrono, da innocenti, ingiustizie o violenze da parte degli uomini.

Meditazione a cura di monsignor Francesco Cacucci, arcivescovo di Bari-Bitonto, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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