Il fenomeno delle sette e dei nuovi movimenti religiosi

Con i Vescovi della CEI passo dopo passo

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È ben evidente che l’iniziativa dell’Anno della Fede, né nell’intento del Papa né nella determinazione pastorale di chi è stato chiamato a valorizzarlo, può essere ritenuto un “Una Tantum” con apertura e chiusura. In realtà esso doveva essere uno stimolo ad operare fin quando non si fosse realizzato un risveglio e dinamismo della fede a livello generale.

Ma la più semplice inchiesta riscontrerebbe che i fedeli più bisognosi di quel risveglio, nel breve giro di un anno, costellato oltretutto dalla angosciante congiuntura economico-politica, sono stati appena sfiorati dalle numerose e lodevoli iniziative realizzate nelle diocesi. Pertanto si impone di intendere l’Anno della Fede come l’Era della Fede, trattandolo come un periodo pluriennale. Del resto così facendo saremo in piena coerenza con il periodo della rievangelizzazione tesa ad Educare alla vita buona del Vangelo a cui la CEI ha dedicato il decennio 2010-2020.

E poiché la tematica della nostra rubrica è delicata, talmente delicata che i nostri pastori non hanno ritenuto, dal 1986 ad oggi, di esagerare moltiplicando documenti su documenti (1) ma hanno preferito lasciare allo zelo dei figli della Chiesa la cura di tale apostolato; e poiché perfino il documento pastorale L’impegno della Chiesa di fronte ai nuovi movimenti religiosi e alle sette non viene rieditato da 20 anni a questa parte; noi abbiamo pensato che non potremmo fare nulla di meglio che far conoscere i suggerimenti in esso contenuti seguendolo passo passo, quasi fosse un testo scolastico, e inframezzandovi, qualche utile considerazione nostra.

Pertanto citeremo il testo della CEI in neretto, richiamandone i capitoli e la numerazione interna, e riservando a noi il carattere normale.

Il Documento esordisce ricordando che “Il Vangelo della carità non si annuncia se non attraverso la carità. Ma questa carità, proprio perché genuina, non nasconderà ai fratelli la verità di Cristo, non la mutilerà o attenuerà nella ricerca di ingannevoli compromessi” (Presentazione). E così sono messi subito i puntini sulle “i”, prevenendo i riduzionismi e precisando come i cattolici devono condurre il dialogo con esponenti di altre fedi. La carità non deve favorire una dottrina abborracciata.

La “Nota pastorale” viene dai Vescovi affidata “con fiducia alla riflessione all’impegno degli operatori pastorali… e alla considerazione di tutti i fedeli”intendendo fornire una “prevenzione degli errori e difesa dal proselitismo delle sette”, additando come pericoli “altrettanto preoccupanti” il sincretismo, un vago universalismo religioso, l’intolleranza settaria, come pure l’indifferentismo e la chiusura ad ogni interrogativo che trascenda la sfera dell’umano.

Rimanda infine, per ogni approfondimento “ad altri autorevoli interventi della Chiesa universale che andranno quindi riscoperti e valorizzati”(dalla Presentazione).

Segue subito una nota preoccupante perché dice: “Anche nel nostro paese si vanno moltiplicando e diffondendo nuovi movimenti religiosi e sètte, e tutto lascia pensare che tale fenomeno caratterizzerà sempre più nel futuro la vita delle nostre comunità”.E noi abbiamo già notato che da un gruppo di appena 200 denominazioni censite nel 1995, il “sempre più” ha raggiunto nel 2013 quota 825/30 circa (il circa si spiega sia perché sorgono e muoiono, o si riciclano, continuamente piccole denominazioni, sia dall’avere compreso nel numero di denominazioni, considerate bonariamente tutte come “religioni” dal CESNUR (2) anche le denominazioni di antica data e le Chiese storiche).

Un rapido elenco delle cause a cui attribuire il fenomeno addita: il “relativismo culturale” che livella le varie religioni a opinioni di eguale valore e favorisce un “vago teismo”;il conseguente “sincretismo e universalismo religioso” che spinge alcuni a scegliere di tutto un po’ come a un supermercato delle religioni; e ancora la “realtà sociale complessa in cui il debole rischia di sentirsi solo e abbandonato”e quindi cerca riparo in gruppi che esprimono forte identità e compattezza proteggendolo “dallo smarrimento psicologico e dalla insignificanza sociale”;e poi c’è (ahimé! Ma è cosa di sempre) il comprensibile anche se deplorabile “desiderio di prendere le distanze da una Chiesa che, pur guidata e assistita dallo Spirito Santo, è composta di membri feriti dal peccato”; da ultimo si addita anche il fatto che si vive in “una società profondamente secolarizzata”che però “non potrà mai eliminare l’innata sete di Dio che è nel cuore dell’uomo”ma, suggerendo al soggetto di basarsi solo sulla consolante emotività del cuore, tale sete può orientare alcuni a prediligere“forme di sacralizzazione emotiva e magica, piuttosto che intraprendere la via faticosa di una fede che esige conversione, impegno comunitario e sociale, accettazione della volontà di Dio anche quando essa richiede sacrifici”.

La “Nota”, nel suo discorso previo, chiarisce anche che non entrerà nella considerazione specifica delle tante sette e nuovi movimenti religiosi “che continuamente appaiono e scompaiono sulla scena della nostra società”, salvo fare due riferimenti particolari (al New Age e ai Testimoni di Geova) perché, come abbiamo già detto in precedenti puntate, essi sono emblematici di una salvezza di tipo gnostico (il New Age che non è una fede ma una forma di conoscenza che pretende di realizzare una autosalvezza), e settario o di fede alternativa (i Testimoni), e questi scelti come emblematici perché sono il gruppo “cristiano” più numeroso in Italia dopo la Chiesa Cattolica, e anche di proselitismo insistente per non dire “aggressivo” (3).

L’intento pastorale del Documento, riguardo al “fenomeno” di cui al titolo, è in conclusione quello di “offrire elementi per capire le cause culturali che lo favoriscono, di individuare le attese religiose insoddisfatte o imperfette che manifesta, di indicare strumenti efficaci per l’azione pastorale della Chiesa, di suscitare uno stile evangelico di accostamento, che unisca la saldezza nella verità e il coraggio dell’annuncio con il rispetto e l’amore che eliminano le barriere dell’incomprensione”(dalla Premessa).

Quest’ultimo accenno al rispetto e amore, che a nostro avviso viene molto onorato dallo stile del Documento, ci insegna anche a “sentire cum Ecclesia”, lasciandoci contagiare dal suo cuore di Mater, come ci sta ricordando con insistenza papa Francesco, e insieme ci sollecita ad apprezzare e imitare la sua funzione di Magistra, come ci ha ricordato papa Giovanni XXIII.

La Rubrica de La Fede insidiata appare ora ogni due domeniche per quanto riguarda l’analisi del fenomeno sette e nuovi movimenti religiosi in genere, iniziato vari mesi or sono; e ogni martedì per il confronto dottrinale tra Cattolicesimo e Geovismo sulla base delle Letture liturgiche della domenica che seguiremo nell’intero triennio del ciclo A-B-C. La prossima puntata della sezione qui trattata apparirà dunque Domenica 24 Dicembre.

NOTE

1)   Gli unici ufficiali sono quelli da noi già elencati più volte nelle puntate passate: Il fenomeno delle sètte e nuovi movimenti religiosi: sfida pastorale (1986); L’impegno pastorale della Chiesa di fronte ai nuovi movimenti religiosi e alle sètte: nota pastorale (1993); Gesù Cristo portatore dell’acqua viva, una riflessione cristiana sul New Age (2003). Oltre questi documenti ufficiali c’è stato un Concistoro i cui risultati non erano però per il pubblico, e solo degli accenni occasionali da parte del Magistero e da parte di Vescovi locali.

2)   Il CESNUR, Centro Stud
i Nuove Religioni, ha scelto questa qualificazione di “religioni” per ogni denominazione elencata nella sua Enciclopedia delle Religioni in Italia, edita da CESNUR-ELLEDICI (2013)

3)   Invero, quanto a numero, gli Evangelici superano i Testimoni, ma essi non hanno la compattezza di unica denominazione essendo divisi in numerosi gruppi la cui fede ha caratteristiche differenti.

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Sandro Leoni

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