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Il fabbro ferraio

I nostri peccati, gettati nel braciere ardente, segnalano a tutti dov’è di casa la Misericordia

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In un paesino di montagna, vicino a Fiera di Primiero, ogni anno passo un periodo di vacanze. La zona è formata da vari centri turistici che conservano in maniera lodevole tutte le tradizioni antiche.
Proprio nei giorni che precedono e seguono la festa dell’Assunta, molti turisti e i familiari che lavorano all’estero si incontrano e danno vita ad periodo di festosità che ti coinvolge e ti riempie di allegria paesana.
Tra le caratteristiche manifestazioni del posto c’è quella dei “mestieri d’una volta”. Dentro i vari sottoscala, negli scantinati o nelle salette lungo la strada e, qua e là, anche all’aperto, in ogni spazio disponibile, riproducono e mostrano ai visitatori, che si assiepano attorno ai vari centri, come si svolgevano i “mestieri” nel tempo passato.
Anch’io piacevolmente coinvolto dalla novità dello spettacolo e dall’entusiasmo della gente, sono entrato dove lavorava il fabbro fer­raio. Un martello e un incudine sulla quale batteva con tutta forza un ferro di cavallo arroventato. Era una delle musiche della piazza che da tempo non sentivo.
Ho osservato che aveva un gran da fare a tenere acceso il fuoco della fucina. Ho voluto seguire i passaggi del suo lavoro: prendeva dei carboni da un sacco, tanto neri da sporcarsi le mani, e li gettava nella sua fu­cina.
Quei carboni neri, al contatto con il focolare su cui il fabbro arroventava il ferro, diventavano, a lo­ro volta, fuoco ardente, brace: carboni tanto neri prima, al­trettanto incandescenti e luminosi dopo.
Producevano tanta luce, tanto fuoco e tanto calore che servivano agli scopi del fabbro e illuminavano l’angolo della piazza.
I peccati sono come carboni neri che ti sporcano se li tieni in mano, ma, se messi nel braciere dell’infinita misericordia, diventano fuoco a loro volta; fuoco luminoso che il­lumina la strada che segnala la misericordia di Dio per coloro che ancora non la conoscono.
I peccati miei e tuoi, gettati nel braciere ardente, segnalano a tutti dov’è di casa la Misericordia.
Ciao da p. Andrea
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Andrea Panont

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