Il dito di Dio

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Lc 11,14-23

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Lettura

L’attività missionaria porta spesso Gesù a scontrarsi con le potenze del male, come il «demonio muto» del vangelo odierno. Nella Bibbia il demonio o satana è il divisore, che mette inimicizia fra gli uomini, che allontana gli uomini da Dio, che divide l’uomo al suo interno, sicché quello che vuole non coincide con quello che fa. Si è affetti da mutismo non solo quando si ha la parola bloccata, ma anche quando non si riesce a dare voce a quello che si ha dentro, a esprimersi per quello che si è, a relazionarsi con gli altri. Allora interviene Cristo, con la sua parola guaritrice e liberatrice.

Meditazione

Gesù ha inaugurato la sua predicazione annunciando l’appropinquarsi del Regno di Dio, che coincide con la sua stessa persona, con la sua parola autorevole, con i suoi gesti potenti. Il vangelo di oggi lo conferma:«Se io scaccio i demoni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio». Nel testo di Matteo non si legge «dito di Dio», ma «Spirito di Dio»; per questo nella tradizione cristiana lo Spirito Santo è chiamato Digitus paternae dexterae. L’azione di Gesù, che offre guarigione, consolazione, perdono e salvezza, è fraintesa: lo ritengono addirittura un agente di Beelzebùl, «il capo dei demoni». L’uomo corre sempre il rischio di «indurire il cuore», ossia di chiudersi alla grazia, di non riconoscere l’azione di Dio, di non ascoltare la sua parola e di guardare altrove. Già il profeta Geremìa diceva: «Essi non ascoltarono e non prestarono orecchio alla mia parola; invece di rivolgersi verso di me, mi hanno voltato le spalle». Satana è proprio colui che ci allontana da Dio, che insinua il pensiero che Dio non esista o che non sia buono o che non si prenda cura di noi o che ci sia rivale. Allora si guarda altrove. Ma il Signore ritorna, con la sua fedeltà: lui, la «roccia della nostra salvezza»; lui, «l’uomo più forte» di ogni prova, di ogni tentazione, di ogni potere avverso; e ci dice: «Ascoltate la mia voce; camminate sempre sulla strada che vi prescriverò per essere felici». «Chi non è con me è contro di me e chi non raccoglie con me, disperde», aggiunge Cristo. L’invito, ancora una volta, è a decidersi per lui, a riconoscerlo come l’inviato di Dio, a seguirlo con tutte le nostre forze. Allora la nostra vita porterà frutto; allora quello che costruiamo resterà; allora quello che facciamo avrà un senso.

Preghiera

Consapevole di essere parte del popolo che tanto tu ami, ti prego, o Signore, affinché la mia fedeltà non venga meno. Apri la mia bocca perché nessun silenzio e nessuna resistenza possa allontanarmi dalla casa che per me hai costruito.

Agire

Quando il silenzio diventa divisione che mi indurisce il cuore nell’insofferenza, ascolto la voce del Signore che tende il dito di Dio verso di me e mi chiama alla conversione.

Meditazione a cura di mons. Andrea Bruno Mazzocato, arcivescovo di Udine, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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