Il dialogo con gli anglicani proseguirà malgrado gli ostacoli

Parla monsignor Farrell, segretario del dicastero per l’Unità dei Cristiani

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di Inma Álvarez

CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 22 luglio 2010 (ZENIT.org).- Lunedì 12 luglio, dopo una votazione controversa, la Chiesa d’Inghilterra ha deciso che le donne possono essere consacrate Vescovo, come accade già in altre Chiese anglicane.

Anche se la decisione dovrà essere convalidata tra un anno da un altro Sinodo simile, si tratta di un risultato che segna un punto di inflessione importante nella storia della Chiesa d’Inghilterra. Il Sinodo ha anche respinto le “soluzioni” conciliatrici tra le due tendenze proposte dagli Arcivescovi di Canterbury e York, Rowan Williams e John Sentamu.

Questa decisione pone ulteriori ostacoli al dialogo ecumenico, come ha riconosciuto monsignor Brian Farrell, segretario del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, in questa intervista concessa a ZENIT.

Un’altra conseguenza, che monsignor Farrell delinea prudentemente, potrebbe essere l’avvicinamento alla Chiesa cattolica da parte di alcuni gruppi contrari all’ordinazione delle donne, com’è già avvenuto negli Stati Uniti e in Australia.

Di fatto, il reverendo David Houlding, importante membro del Gruppo Cattolico del Sinodo, ha affermato, informa ICN, che i cosiddetti “tradizionalisti” stanno rimanendo “senza opzioni”, e presto dovrebbero prendere “decisioni difficili” sul loro futuro.

“Io resterò nella Chiesa d’Inghilterra finché non mi espelleranno – ha dichiarato Houlding –. Non me ne andrò volontariamente, solo se mi obbligano. Quanto più si procede in questo modo, maggiore è la sensazione che la porta si stia chiudendo”.

Per monsignor Farrell è difficile prevedere movimenti in questo senso, visto che non tutti i “tradizionalisti” sono vicini alla Chiesa cattolica. In ogni caso, ha ribadito, la Santa Sede “andrà avanti” nel dialogo ecumenico.

Il Sinodo anglicano di York ha approvato l’ordinazione di donne Vescovo, decisione che si sta imponendo a poco a poco in tutta la Comunione Anglicana, contro il parere delle comunità definite tradizionaliste. Questa decisione può essere considerata ferma, anche se la votazione definitiva non avverrà fino al 2012. La risoluzione può essere ancora soggetta a cambiamenti?

Monsignor Brian Farrell: Il Sinodo che si è appena celebrato a York è il Sinodo della Chiesa d’Inghilterra e non ha autorità fuori dall’Inghilterra, neanche in Galles o in Scozia. La Comunione Anglicana è composta da 38 province indipendenti, una delle quali è l’Inghilterra. Varie province hanno già donne Vescovo. Nel Sinodo si trattava di introdurre la legislazione che permette ciò nella Chiesa d’Inghilterra, e sicuramente il processo continuerà, perché la maggior parte lo vuole.

Una delle grandi “sconfitte” di questo Sinodo è stata quella della soluzione di compromesso proposta dagli Arcivescovi di Canterbury e di York. Molti analisti, dopo la votazione, hanno considerato spezzata la comunione tra gli anglicani. E’ così?

Monsignor Brian Farrell: La situazione è molto complessa e perfino paradossale. Se si fosse accettato il compromesso si sarebbe di fronte a una situazione in cui, ad esempio, una parrocchia o un gruppo potrebbe rifiutare l’autorità del suo Vescovo diocesano donna e porsi sotto l’autorità di un altro Vescovo uomo. In questo modo, questa parrocchia non sarebbe in comunione con le altre della stessa Diocesi. Sarebbe in qualche modo uno scisma strutturale, anche se non lo si chiama così.

In questo momento tale modo di procedere non è possibile, e la parrocchia ha solo l’opzione di restare in comunione con il proprio Vescovo o di uscire dalla Chiesa d’Inghilterra. Parlando in modo preciso, ciò provocherebbe la perdita di membri, ma non uno scisma nella Chiesa d’Inghilterra.

Il Vaticano, in incontri precedenti, aveva avvertito del fatto che la decisione di consacrare donne Vescovo comprometteva il dialogo ecumenico con la Chiesa cattolica. Qual è la situazione attuale di questo dialogo, dopo la decisione del Sinodo?

Monsignor Brian Farrell: Tutte le Chiese del primo millennio, cattolica, orientali e ortodosse, affermano che solo gli uomini possono essere ordinati. Queste Chiese vedono l’ordinazione delle donne come un abbandono illegittimo della Tradizione autentica.

Per quanto riguarda il dialogo ecumenico, come si è detto in precedenza, alcune province anglicane hanno da tempo donne Vescovo, e il dialogo è proseguito.

Naturalmente il dialogo deve farsi carico di questa situazione, e riconoscere che si è creato un ostacolo enorme per il conseguimento della finalità del dialogo stesso, ovvero la comunione ecclesiale totale e visibile. Il dialogo cattolico-anglicano continuerà all’interno di questi parametri.

Varie informazioni indicavano la possibilità che i gruppi tradizionalisti accettino l’Anglicanorum coetibus ed entrino in comunione con la Chiesa cattolica. Si è anche parlato di un gruppo di sacerdoti anglicani che si sarebbe messo in contatto con un Vescovo cattolico. E’ prevedibile un movimento in questo senso?

Monsignor Brian Farrell: Quella che sarà l’applicazione concreta di quanto previsto nell’Anglicanorum Coetibus è ancora da vedere. Chiunque professi la fede cattolica e non abbia impedimenti può chiedere di entrare nella comunione cattolica. Anglicani o ex anglicani possono entrare in questa comunione attraverso una giurisdizione che permette il mantenimento di alcuni elementi della tradizione anglicana, come possono anche chiedere di essere semplicemente ricevuti nella parrocchia cattolica locale.

Un particolare problema di discernimento si presenta quando si tratta di gruppi. Non tutti i gruppi hanno la stessa “consistenza ecclesiale”. In definitiva, spetta alla Conferenza Episcopale di un Paese o di una regione studiare bene ciò che si può e si deve fare. Non posso prevedere se saranno molti o pochi.

Ciò che bisogna ricordare è che quelli che alcuni definiscono “anglicani tradizionalisti” sono in genere della parte evangelica della Comunione Anglicana, e quindi lontani dalla Chiesa cattolica nelle loro convinzioni ecclesiologiche.

Con quali sentimenti la Santa Sede, e in particolare il dicastero per l’Unità dei Cristiani, accoglie la decisione del Sinodo di York?

Monsignor Brian Farrell: Non bisogna esagerarne l’effetto. Ci dispiace che la Comunione Anglicana abbia abbandonato su questo punto quella che consideriamo la Tradizione essenziale della Chiesa fin dalle origini, ma il processo è iniziato tempo fa. Continueremo il dialogo ecumenico con il realismo che accoglie la realtà per quella che è ed è consapevole del fatto che la via da percorrere sarà lunga e difficile, sapendo tuttavia che il dialogo è un compito dato da Cristo stesso e sostenuto dalla grazia dello Spirito Santo, anima della Chiesa di Cristo.

[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]

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ZENIT Staff

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