Il cristiano non taroccato può e deve aiutare il mondo a salvarsi

Non farlo uguale privare l’umanità di un pezzo di autentica carità

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Si prova a volte vergogna nel riconoscere il valore compiuto della Parola di Dio, come se si rischiasse di essere considerati fuori dal contesto in cui si vive. C’è oggi una cosciente o meno rinuncia del proprio compito nel vivere da cristiano. Un ruolo alto, assunto nel momento in cui si è scelto di camminare sui sentieri della storia, che  il Figlio dell’Uomo ha rivoluzionato, purificato e redento. La società di oggi ha stravolto il significato dell’essere discepoli di Cristo, come se una missione così significativa fosse stata ormai portata a termine da coloro che sono stati scelti direttamente dal Messia. La conquista poi di capacità esplorative e scientifiche dell’essere umano, portatrici di risultati straordinari nella organizzazione qualitativa della singola esistenza e di quella comunitaria, ha falsamente spinto l’individuo a stralciare dalla sua realtà il ruolo da vero cristiano, che è alla base delle grandi conquiste umane. Non c’è un rigo nel vangelo che non possa essere struttura portante dell’evoluzione della società nelle sue diverse e complesse articolazioni attuali. Il cristiano di oggi, discepolo del Signore alla pari dei dodici apostoli e di tutti quelli che li seguirono, deve rimanere tale per tutti i giorni della sua vita, sia se compreso e accettato, sia se deriso ed evitato. Una luce vera non è ad intermittenza, né può illuminare solo dei periodi di festa o delle ricorrenze abituali. Che senso ha essere cristiani soltanto a Natale, a Pasqua, mentre si compie un pellegrinaggio, oppure nelle immancabili e opportune feste patronali? La verità della Parola non è un cappio, un ostacolo, un richiamo fine a se stesso, un vestito domenicale, un accento utile nei convenevoli studiati per l’occasione. È strumento vincente di realizzazione personale e sociale.

Essa è vera luce da porre ogni giorno sul candelabro della storia. È l’unico modo per vincere il buio e le tenebre etiche che affliggono l’umanità in ogni sua espressione, trasformandosi nel più grande atto caritatevole che un cristiano possa rivolgere al mondo. Ogni casa, confine, contesto hanno un candelabro dove dover porre la luce cristiana. I risultati spesso ci dicono che questo universale ed eterno umano “rituale” è mancato principalmente nei luoghi della finanza, industria, fabbrica, Università, Scuola, Chiesa, politica, ricerca, scienza, tecnologia, economia, Borsa; negli stadi, uffici, professioni, missioni, ospedali, spiagge, strade, luoghi di divertimento, forze armate di ogni ordine e sotto qualsiasi grado, in condizione di guerra o di pace. Non c’è perciò da meravigliarsi se la crisi attuale morde sempre di più ogni organizzazione sociale e priva di serenità l’uomo nel suo quotidiano cammino esistenziale. Il cristiano ha il dovere ovunque vada di far brillare la Parola del Signore, per orientare e liberare ogni contesto bisognevole. Per farlo deve sempre ricordarsi che è persona rivestita di Cristo nella pelle, nel cuore, nell’anima, nello spirito, nei pensieri, nei desideri, nella volontà. San Paolo, divenuto cristiano dopo aver perseguitato e ammazzato i seguici di Cristo, annuncia con vigore, nella terza lettera ai Gàlati, questa verità. Lo stesso ricorda ad ognuno che prima di Cristo eravamo custoditi nella Legge e che poi con la Sua venuta ci siamo rivestiti della Sua verità, superando le divisioni tra gli uomini e scoprendo nella fede in Lui la forza che rigenera e salva. Sempre Paolo nella prima lettera ai Corinti ci fa capire come ogni nostro peccato o atteggiamento falso e ambiguo mostri agli altri una immagini compromessa e distorta del nostro Salvatore. “Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? prenderò dunque le membra di cristo e ne farò membra di una prostituta? Non sia mai!

Ci ricorda il teologo Mons. Costantino Di Bruno: “La morale non è una sovrastruttura artificiale imposta al nostro essere. È invece vivere secondo il proprio essere. La morale è il frutto dell’essere. L’uomo spirituale produce secondo la mozione dello Spirito di Dio. L’uomo naturale produce seguendo gli impulsi della sua concupiscenza. Il primo produce opere di vita, il secondo frutti di morte”. Queste chiare parole non permettono fughe in avanti dai “viottoli laterali” del pensiero umano. Inchiodano per di più, alla propria naturale responsabilità, chiunque pensi di legare un comportamento, compresi gli errori che ne conseguono, a sovrastrutture costruite e dettate dal potere di turno. Quando si sbaglia si tradisce sempre la propria essenza vitale e si perde la possibilità di essere luce per il prossimo.Il vangelo di Marco, attraverso alcune parole di Gesù, ci consegna infine la chiave d’accesso per scongiurare questo triste comune modo di essere: Diceva loro: “Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro? Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti”. Dovremmo tutti capire che nessuno può essere cristiano nel segreto del suo cuore. Ogni suo atto è per “fecondare in Cristo”, alla luce del sole, il terreno dove posa ogni passo. Il cristiano non taroccato può e deve salvare il mondo. Non farlo significa privare l’umanità di un pezzo di autentica carità, rimandando alle tenebre anche i grandi risultati ottenuti con fatica in ogni percorso naturale, personale e collettivo.

Chi volesse contattare l’autore può scrivere al seguente indirizzo email:  egidio.chiarella@libero.it. Per ulteriori informazioni: www.egidiochiarella.it. Per ordinare l’ultimo libro di Egidio Chiarella si può cliccare qui.

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Egidio Chiarella

Egidio Chiarella, pubblicista-giornalista, ha fatto parte dell'Ufficio Legislativo e rapporti con il Parlamento del Ministero dell'Istruzione, a Roma. E’ stato docente di ruolo di Lettere presso vari istituti secondari di I e II grado a Lamezia Terme (Calabria). Dal 1999 al 2010 è stato anche Consigliere della Regione Calabria. Ha conseguito la laurea in Materie Letterarie con una tesi sulla Storia delle Tradizioni popolari presso l’Università degli Studi di Messina (Sicilia). E’ autore del romanzo "La nuova primavera dei giovani" e del saggio “Sui Sentieri del vecchio Gesù”, nato su ZENIT e base ideale per incontri e dibattiti in ambienti laici e religiosi. L'ultimo suo lavoro editoriale si intitola "Luci di verità In rete" Editrice Tau - Analisi di tweet sapienziali del teologo mons. Costantino Di Bruno. Conduce su Tele Padre Pio la rubrica culturale - religiosa "Troppa terra e poco cielo".

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