Il Cortile di Pietro e i tanti cortili del cristiano di oggi

Chissà quante volte al giorno, assumendo quasi un comportamento naturale, ci troviamo a rinnegare la Parola del vangelo

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È arrivato il momento in cui ogni cristiano, guardandosi allo specchio, dica a se stesso e alla sua coscienza, se la sua vita da credente riporti nei propri spazi pubblici e privati, fedelmente o meno,  la verità universale della Parola. La differenza sta qui! L’uomo ha il potere sulla terra di scegliere i binari su cui far trasferire le carrozze delle mille problematiche umane. Il “macchinista” fa la differenza. Dove vuole andare? Quali sono i suoi obiettivi? Cosa vuole ottenere per sé e per gli altri? Che tipo di indirizzo intende dare alla sue azioni? Ha un cuore mite, capace di ascoltare il cielo o condivide un mondo interiore limitato e rigorosamente legato ai soli vantaggi materiali e orientato ad uniformarsi al principio elastico di turno? Guardando dalla finestra della vita mi accorgo che l’uomo somiglia sempre di più all’apostolo Pietro nel cortile del sacerdote, la notte in cui Gesù era stato fatto prigioniero. Per tre volte gli viene chiesto se conoscesse Gesù il Nazareno e sempre la risposta fu orientata a negare e a meravigliarsi per quella domanda. Così in Matteo: “Non conosco quest’uomo di cui parlate”. E subito, per la seconda volta, un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola che Gesù gli aveva detto: “Prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai”. E scoppiò in pianto”. Chissà quante volte al giorno, assumendo quasi un comportamento naturale, ci troviamo a rinnegare la Parola del vangelo e a far di tutto per apparire consenzienti, senza arrossire, di un qualsiasi pensiero dominante e alla moda. Netto e senza preamboli il pensiero di Mons. Costantino Di Bruno: “Se il cristiano, in ogni cortile nel quale viene a trovarsi – e i cortili sono molteplici – non sceglie secondo la verità di Dio, lui ha fallito la sua missione. È un cristiano secondo il mondo, non certo secondo il cuore di Gesù Signore”. I ritardi nel processo di un vero cambiamento della storia umana appaiono perciò nel loro peggiore risultato.

Tentiamo ora di dare un ambito concreto ad alcuni dei tanti cortili frequentati da noi cristiani e che Mons. Di Bruno vede fiorire, solo se illuminati dalla verità di Dio. Riflettiamo per un attimo su quello della politica. Proprio in questo cortile non solo non viene chiesto se si ha conoscenza di Gesù, ma si fa di tutto per non conoscerlo e di non sapere persino che Egli sia. La corruzione dilagante nelle istituzioni; le leggi che demoliscono i diritti naturali dell’essere umano; lo snaturamento di alcuni baluardi sociali della storia umana, si spiegano soltanto perché al cristiano, appena entrato in questo cortile, si chiede di spogliarsi della sua coscienza. Ma non finisce qui! Di solito lascia fuori la porta anche la sua fede, la verità che professa, il vangelo in cui crede, per assumere di conseguenza la decisione, la volontà, il comando che viene dal gruppo di potere saldo alla guida di quel contesto. Rincara la dose La mia guida spirituale: “Se in questo cortile il cristiano non si appropria della sua coscienza, rettamente formata sul Vangelo, sulla fede della Chiesa, aggiornata nella verità che oggi lo Spirito insegna alla Chiesa di Cristo Signore, lui diviene responsabile di tutti i crimini che si commettono in nome della politica, del Governo, della conduzione della società. O si è cristiani in questo cortile, o non lo si è affatto”.Non può esistere un cristiano a tempo. Mai potrà dirsi cristiano chi entrando in questo cortile si spoglia della sua identità e verità, per indossarle all’uscita. È dentro il cortile che si costruisce l’uomo, non fuori di esso. E qui che si attesta la propria vera identità. Un secondo cortile può essere quello della scienza. Se Dio è la verità dell’uomo è il cristiano che deve essere il “garante”, illuminando la scienza, di questa universale certezza. Senza questa luce la scienza mostra il suo volto di morte e perde il ruolo di strumento divino che allarga la mente e il cuore dell’umanità, per la costruzione di un mondo di qualità. L’onnipotenza della scienza, senza la  verità del cielo conduce l’uomo versi guasti irreparabili.

L’economia e la finanza sono poi un cortile particolare, intorno al quale ruotano i destini di miliardi di uomini. Il cristiano ne è completamente fuori, altrimenti non si spiegherebbe il degrado sociale in cui vivono milioni di persone. Per entrarvi e incidere sulle decisioni che lo regolano, bisogna essere ottimi adoratori del denaro, del capitale, della grande ricchezza. Si mette perciò da parte Dio e si calpesta il Vangelo, per essere speculatori, imbroglioni e complici di mille perverse invenzioni, derubando il prossimo, senza essere colpevoli di alcunché. Il mondo della finanza è spesso così spericolato da far rabbrividire lo stesso demonio, primo inventore del male verso gli uomini. Non è possibile che non esista una finanza dal volto cristiano. Al contrario! Io penso che prima una primavera dell’economia diventerà realtà, al più presto si potrà verosimilmente ridisegnare un tempo più giusto e più equo. Un quarto cortile da prendere in seria considerazione è quello senz’altro della giustizia. Il cittadino oggi, anche se credente, è costretto a seguire leggi contro Dio e contro l’uomo. Ciò che è bene e male; vero o falso; giusto o ingiusto non può essere deciso a tavolino, in relazione ai bisogni di un certo momento storico. Chi è cristiano ed entra in questo cortile non può non indossare, qualsiasi sia il suo ruolo, tutta la sapienza dello Spirito Santo, perché possa vedere ciò che è giusto con gli occhi del Signore, senza avallare principi umani dettati da pur nobili convenienze teoriche. Se pensiamo ad ogni passo di Gesù nel vangelo, scopriamo che non diede mai valore di legalità a ciò che era ingiusto agli occhi del Padre suo. Se il cristiano fa il contrario evidentemente è solo un falso amico della Parola. Il gallo, come per Pietro, ripete ancora oggi il suo canto dinnanzi alle falsità del cristiano nei tanti cortili della nostra società. L’augurio è che prima o poi, come Pietro si diventi testimoni della verità di Dio in ogni cortile in cui si decida di trascorrere la propria vita.

Chi volesse contattare l’autore può scrivere al seguente indirizzo email:  egidio.chiarella@libero.it. Per ulteriori informazioni: www.egidiochiarella.it. Per ordinare l’ultimo libro di Egidio Chiarella si può cliccare qui.

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Egidio Chiarella

Egidio Chiarella, pubblicista-giornalista, ha fatto parte dell'Ufficio Legislativo e rapporti con il Parlamento del Ministero dell'Istruzione, a Roma. E’ stato docente di ruolo di Lettere presso vari istituti secondari di I e II grado a Lamezia Terme (Calabria). Dal 1999 al 2010 è stato anche Consigliere della Regione Calabria. Ha conseguito la laurea in Materie Letterarie con una tesi sulla Storia delle Tradizioni popolari presso l’Università degli Studi di Messina (Sicilia). E’ autore del romanzo "La nuova primavera dei giovani" e del saggio “Sui Sentieri del vecchio Gesù”, nato su ZENIT e base ideale per incontri e dibattiti in ambienti laici e religiosi. L'ultimo suo lavoro editoriale si intitola "Luci di verità In rete" Editrice Tau - Analisi di tweet sapienziali del teologo mons. Costantino Di Bruno. Conduce su Tele Padre Pio la rubrica culturale - religiosa "Troppa terra e poco cielo".

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