Former monastery of Saint Nicholas L'Arena In Catania

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Il coro della Cappella Giulia incanta Catania

Magie barocche a sette note a San Nicola l’Arena, in una sporadica esibizione fuori delle mura vaticane

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Nell’ambito del V festival internazionale del Val di Noto, Magie barocche, in occasione della festa di tutti i Santi siciliani (5 novembre) il coro della venerabile Cappella Giulia che, dal 1513, per volontà di Papa Giulio II della Rovere, cura il canto durante le solenni liturgie nella Basilica di San Pietro, ha eseguito un concerto nella chiesa di San Nicola l’Arena, annessa all’ex monastero benedettino di Catania, la seconda chiesa per grandezza, (105 m di lunghezza), dopo la Basilica di San Pietro.

Con particolare soddisfazione, il rettore della Chiesa, mons. Gaetano Zito, ha presentato l’iniziativa che vede per la prima volta il coro della Cappella Giulia a Catania; una trasferta eccezionale, anche perché il Coro, nelle sue sporadiche esibizioni fuori dalle mura vaticane, non ha mai avuto tappe lontane da Roma.

Un legame particolare unisce la Cappella musicale romana con la città di Catania, anche perché papa Giulio II (Giuliano della Rovere) è stato Vescovo di Catania nel biennio 1473-1474: una nomina fatta dallo zio Sisto IV, non gradita al Re di Sicilia, Giovanni I il Giusto.

Nella maestosità della chiesa abbaziale dove per otto anni ha officiato come abate, il beato Benedetto Dusmet, arcivescovo di Catania, le note solenni dell’artistico organo settecentesco di Donato del Piano hanno reso sublime il canto della preghiera liturgica, quale “elevatio mentis ad Deum. L’armonia dell’organo e del canto dei Vespri della solennità di tutti i Santi ha assegnato alla serata culturale e religiosa un fascino speciale e suggestivo.

Sono stati eseguiti all’organo dal maestro Josep Solé Coll, gli intermezzi musicali ante et post vesperas di Girolamo Frescobaldi (1643) e Giovanni Gabrieli (1612), quindi la Cappella musicale, diretta da Padre Pierre Paul, degli Oblati di Maria Vergine, ha eseguito i Vespri intercalando inni, antifone, salmi, responsorii, cantici, lectio brevis, e terminando con il solenne Magnificat e il Salve Regina.

Il canto diventa preghiera, lode e ringraziamento nel ricordo di tutti i Santi, Martiri e Vergini, che dal cielo proteggono l’umanità in cammino nei sentieri della storia.

Le bianche navate barocche nel silenzio della sera risuonavano di fervida preghiera come nei tempi passati quando il monastero dei benedettini, il più grande di Sicilia, ospitava numerosi monaci appartenenti alla nobiltà siciliana.

Dopo i Vespri, la Cappella Giulia, proponendo i canti eseguiti lo scorso 1 novembre, festa di tutti i Santi, della Basilica vaticana, ha intonato la Missa Gaudent in coelis</em> di Giovanni Animuccia, compositore e maestro  di Cappella a San Pietro nel 1555, successore di Pierluigi di Palestrina.

Ancora una volta l’attento e numeroso pubblico ha goduto degli intermezzi eseguiti all’organo “ante et post missam” con musiche di Orlandus Lassus (1594) e di Claudio Merulo (1604) ben coniugando la suggestiva armonia del canto che dà voce alla preghiera. L’invocazione ripetuta del “dona nobis pacem” ha coronato l’intreccio tra il passato e il presente nel valore eterno della musica, che eleva al cielo l’invocazione della pace nel mondo e nei cuori degli uomini.

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Giuseppe Adernò

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