Il coraggio della provvidenza

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Vangelo

Lc 21,1-4

Lettura

Luca riserva a Gerusalemme e al Tempio un posto importante nel suo racconto; è l’unico evangelista ad annunciare la caduta di Gerusalemme, distinguendola con chiarezza dalla fine dei tempi. Il Tempio, centro della vita, diventa per lui il culmine del compimento e fine dell’Antico Testamento, il seme da cui spunterà la Chiesa. Gesù vi parla a lungo, mostrandosi come il padrone di quel luogo, ma ne possiede anche una conoscenza intima di chi in esso vi si reca a elevare la sua supplica, e non fa mancare il suo sguardo amorevole.

Meditazione

Siamo nel Tempio, il luogo della presenza. Gesù ci viene presentato come colui che dimora lì, fa gli onori di casa: l’atteggiamento è di chi accoglie: «alzati gli occhi vide…». È concentrato non per isolarsi ma per essere in relazione con tutti e lo fa attraverso lo sguardo. Ci sono i ricchi: fanno la loro offerta e si lasciano notare con il loro fare solenne; essi concorrono alla grandezza del tesoro del Tempio, ma offrono il superfluo, non sono pienamente coinvolti, non gli costa nulla. Sono sottolineati dall’attenzione di chi narra, ma subito viene notata e portata in primo piano una vedova che offre due monetine, poca cosa paragonata al tesoro, ma che Gesù esalta: «Questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti». Essa è povera sia per il suo stato: ha perduto il marito, che si prendeva cura di lei, che le assicurava una dignità sociale e giuridica; sia per la sua condizione: è povera, vive dei suoi stenti. Eppure ha una ricchezza senza eguali: la sua fede in Dio come Provvidenza. Egli è il suo tesoro, la sua dignità, la sua sicurezza, il suo riscatto. È capace, attraverso quello che gli serve per vivere, di consegnare la propria vita incondizionatamente a Dio, che lei riconosce e sa datore di ogni dono. Questa fede non lascia indifferente Gesù che conosce la profondità dei cuori. Questa povera vedova, con la sua spontaneità e la sua umiltà, ci viene offerta da Gesù come modello lungo il cammino che ha tracciato per chi vuole seguirlo. È povera persino del nome, ma è entrata nella schiera dei figli di Dio. La sequela è avere il coraggio di affidarsi totalmente nelle mani di Dio e lasciare che faccia del nostro niente, e della nostra miseria, la ricchezza della sua misericordia e della sua provvidenza.

Preghiera

Rendimi capace, Signore, di affidarmi totalmente alla tua provvidenza, di saper rinunciare alle mie certezze umane. Fa’ della mia pochezza lo strumento della tua infinita misericordia. Donami il coraggio di saper rinunciare non solo del mio superfluo ma anche di ciò che considero indispensabile.

Agire

Presterò particolare attenzione a chi chiede il mio sostegno, usando tutta la delicatezza possibile perché l’altro non si senta mortificato dal mio agire.

Meditazione a cura di don Donatello Camilli, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione