Il cielo in una stanza: benvenuti a casa Chesterton (Prima parte)

Al prossimo Meeting di Rimini un’originale mostra sul grande apologeta britannico

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Alla prossima edizione del Meeting di Rimini (Rimini Fiera, 18-24 agosto), sarà possibile conoscere il grande Gilbert Keith Chesterton (1874-1936), dall’interno del suo mondo e del suo quotidiano.

È nata così Il cielo in una stanza: benvenuti a casa Chesterton, mostra realizzata da Ubaldo Casotto, Andrea Monda, Edoardo Rialti, Annalisa Teggi e Gloria Garafulich, in collaborazione con la Società Chestertoniana Italiana.

Un’iniziativa dal taglio particolarmente anticonvenzionale, molto coerente con lo spirito del celebre scrittore ed apologeta britannico. “L’idea guida della mostra – si legge nel comunicato stampa di presentazione dell’evento – è il concetto molto chestertoniano (e molto cattolico) che l’eterno è conoscibile sempre e solo dentro il carnale, il terreno e, quindi, dentro una cornice, un limite associato all’idea dell’Uomo vivo per cui il modo migliore di ritrovare casa propria è uscire dalla porta, camminare sempre dritto, fare il giro del mondo e tornare a casa. La casa vissuta in tutte le sue dimensioni ha quindi dentro il mondo (e il cielo)”.

A colloquio con ZENIT, Annalisa Teggi e Andrea Monda hanno raccontato la genesi dell’iniziativa chestertoniana, che si sposa perfettamente con quello che è da sempre lo spirito del Meeting: la ricerca dell’infinito, la verità, la bellezza, la felicità. Con leggerezza e profondità al tempo stesso.

Avete scelto di allestire una mostra su Chesterton, non tanto a partire dai suoi scritti o dalle sue immagini, ma dalla ricostruzione dell’abitazione del grande scrittore inglese, dunque, dalla realtà del suo quotidiano. Come è avvenuta sul piano pratico questa riproduzione?

Annalisa Teggi: In una lettera scritta a 25 anni Chesterton disse che, in fondo, ogni uomo non dovrebbe far altro che ripetere continuamente, fino allo sfinimento e anche a costo di essere noioso, la frase detta da Pietro sul monte della Trasfigurazione: «Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende». L’uomo è un essere creativo, che è stato posto dal Creatore dentro la Sua Creazione a collaborare all’opera che è il mondo. Questo è uno degli aspetti fondamentali dietro all’idea di realizzare una mostra che, anche dal punto di vista semplicemente spaziale, non fosse un luogo neutro o indeterminato; l’idea è stata quella di costruire una casa chestertoniana, più che di ricostruire esattamente la vera casa di Chesterton: la casa è innanzitutto un’ ipotesi di sguardo sulla realtà, trattare ogni frammento di vita come una dimora, di cui dire «è bello abitarla». Insieme agli altri curatori, Ubaldo Casotto, Andrea Monda, Edoardo Rialti e Gloria Garafulich Grabois, abbiamo scelto sette stanze – quelle che frequentemente si trovano in ogni casa, compreso il giardino – e le abbiamo arredate, cioè abbiamo tentato di mostrare come Chesterton abbia «abitato» – e non semplicemente attraversato o sfiorato – ogni aspetto della vita (dagli affetti, all’arte, ai dibatti; dalla quotidiana condivisione del cibo agli interrogativi più profondi sull’umano). Il sette è un numero che ci richiama all’opera, dai giorni della Creazione alla nostra settimana lavorativa, e dunque anche questo è significativo del tipo di percorso che si svolgerà: non sarà un’erudita chiacchierata su una delle menti più geniali dello scorso secolo, ma una passeggiata accanto a lui attraverso… anzi proprio «nel mezzo del cammin di nostra vita».

La vostra esposizione sarà davvero multimediale e si avvarrà di vari supporti audiovisivi: attraverso quali strumenti condurrete i visitatori nel mondo di G.K. Chesterton?

Annalisa Teggi: Sì, ci saranno dei contributi audiovisivi e multimediali a completare il percorso della mostra. Ma la vera sfida è stata quella di rispettare uno dei più grandi insegnamenti di Chesterton: non c’è effetto speciale più straordinario della realtà. La vera battaglia dell’uomo non è costruire fantasmagoriche distrazioni per rendere straordinarie le cose, occorre invece che egli sia capace di saltare sulla sedia riconoscendo che lo straordinario è in ciò che c’è – proprio perché c’è. Angelo Matteoni, l’architetto a capo dell’equipe che sta realizzando questo progetto di Casa Chesterton per il Meeting, ha colto in pieno il senso di ciò che il visitatore incontrerà dicendo: «Dall’esterno avrà l’aspetto di una casa ordinaria, perché lo straordinario accadrà all’interno». Questa è una vera e propria avventura, è prendere sul serio quel bellissimo aforisma di Chesterton: «Non esistono sulla terra argomenti poco interessanti; esistono persone poco interessate» e tradurlo in esperienza, creare un percorso tra cose domestiche, che facciano spalancare gli occhi dalla meraviglia. Ogni bravo giallista – come Chesterton – sa che dietro ogni triviale dettaglio può celarsi una sorpresa incredibile, e in questo senso tutto può essere una porta.

[La seconda parte sarà pubblicata domani, mercoledì 24 luglio]

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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