Il cardinale Vingt-Trois: "Niente pensiero unico nella Chiesa"

L’arcivescovo di Parigi parla dell’imminente Sinodo e afferma: “Il Vangelo di Cristo deve tornare ad essere una speranza alle famiglie”

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“Tutti aspirano a far funzionare la loro vita di famiglia. Il Vangelo di Cristo deve annunciare una speranza alle famiglie”. Così il cardinale André Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi, a pochi giorni dall’apertura del primo dei due Sinodi dei vescovi dedicati al tema della famiglia. Nominato presidente delegato della grande assise di ottobre, il porporato in un’intervista alla rivista dell’arcidiocesi di Parigi, Paris-Notre-Dame, evoca i due incontri dei vescovi di tutto il mondo insieme a Papa Francesco, rimarcando che laddove il dibattito è “legittimo” nella Chiesa, non deve esserci tuttavia “pensiero unico”.

“Il tema del Sinodo riguarda tutti, perché tutti vivono un’esperienza di famiglia”, afferma Vingt-Trois, soffermandosi anche sulla dimensione sociale della famiglia. “Nessun essere umano è venuto al mondo da solo e nessuno sopravvive senza legami molto forti tra i membri di una famiglia, al di là che questi siano felici o dolorosi”.

La famiglia, prosegue, “è l’esperienza più comune tra gli uomini”, oltre che “la matrice della vita sociale, il primo ambito dove si impara a relazionarsi e dove vengono gettate le basi strutturanti di una società civile”. Essa, pertanto ha un ruolo determinante per “l’equilibrio delle persone e per lo sviluppo del tessuto sociale”.

Nonostante ciò, sono tanti i pericoli che minacciano questa fondamentale istituzione. “In molti Paesi in tutto il mondo – osserva il cardinale – la famiglia è gravemente indebolita: migrazione forzata, miseria sociale, condizioni di lavoro disumane, fallimenti della vita coniugale, ecc. E’ un’illusione credere che queste debolezze della famiglia esprimano le aspirazioni di ciascuno. Tutti aspirano a far funzionare la loro vita di famiglia”.

Per questo papa Francesco ha convocato i vescovi di tutto il mondo per parlare del tema della famiglia in due appuntamenti: il Sinodo “straordinario” del 5-19 ottobre 2014 e il Sinodo “ordinario” che si svolgerà dal 4 al 25 ottobre 2015.Due in particolare le ragioni, secondo il porporato. Anzitutto l’attuazione della collegialità: “Il Santo Padre ha detto e ripetuto la sua intenzione di sviluppare la pratica della collegialità tra vescovi e Papa”. Questo processo prevede tre tappe: il Concistoro dei cardinali nel febbraio scorso e le due sessioni del Sinodo nel 2014 e il 2015.

La seconda ragione è “l’importanza del soggetto trattato”. “Su una questione così importante – spiega Vingt-Trois – conviene beneficiare di tappe che consentono di progredire nella riflessione e di non limitarsi ad alcuni giorni di incontri per forza molto carichi. Sappiamo bene che due o tre settimane non bastano per raccogliere i contributi provenienti da più di 250 partecipanti. La successione delle sessioni permette di fruttare il lavoro fatto a Roma dal lavoro regolare del Consiglio del Sinodo (sei vescovi eletti dai Padri sinodali) e della Segreteria generale del Sinodo (organo permanente che prepara le sessioni).”

Per quanto riguarda i dibattiti interni alla grande assemblea, l’arcivescovo di Parigi esprime chiaramente il suo punto di vista: “La Chiesa è stata e rimane una famiglia dove il dibattito è legittimo. Non è un partito totalitario nel quale viene imposto un pensiero unico che bisogna accettare senza riflettere. Ha sempre prodotto delle ‘scuole’ o delle tesi teologiche, alcune riconosciute come legittime, pur nella loro diversità, altre sono state ritenute incompatibili con la dottrina cristiana”.

Tutti, inoltre, dice il cardinale francese, “possono contribuire al chiarimento dei dibattiti”: “Il Sinodo – sottolinea – è proprio un momento in cui si confrontano le interpretazioni della Scrittura e della tradizione della Chiesa. Deve progredire verso un consenso e formulare delle ‘proposizioni’ da presentare al Papa, che esercita il suo magistero ratificando e promulgando alcune proposte in modo che esse acquisiscano autorità per tutta la Chiesa. Normalmente, lo fa attraverso una Esortazione Apostolica”.

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Anita Bourdin

Journaliste française accréditée près le Saint-Siège depuis 1995. Rédactrice en chef de fr.zenit.org. Elle a lancé le service français Zenit en janvier 1999. Master en journalisme (Bruxelles). Maîtrise en lettres classiques (Paris). Habilitation au doctorat en théologie biblique (Rome). Correspondante à Rome de Radio Espérance.

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