Il Cardinale Martino solidale con il Granduca di Lussemburgo

La Santa Sede sostiene la sua scelta di non ratificare una legge pro eutanasia

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di Antonio Gaspari

CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 11 dicembre 2008 (ZENIT.org).- Nel corso della presentazione del Messaggio per la Giornata Mondiale per la Pace 2009, il Cardinale Renato Raffaele Martino ha sostenuto pubblicamente la decisione del Granduca Henry di Lussemburgo di non firmare la legge che autorizza l’eutanasia nel suo Paese.

Il Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace ha dichiarato questo giovedì in Sala Stampa vaticana che “la Santa Sede difende la vita dal concepimento fino alla morte naturale, e l’eutanasia non è morte naturale”, per questo “al Granduca di Lussemburgo che non intende firmare la legge sull’eutanasia va il sostegno e la prossimità di tutti i cattolici”.

Rispondendo alla domanda di un giornalista, il porporato ha spiegato che la difesa della vita, dei poveri e dei malati è parte centrale dell’insegnamento cattolico.

Il Cardinale Martino ha quindi raccontato di aver incontrato il Granduca Henry di Lussemburgo, il quale lo ha messo al corrente delle sue preoccupazioni.

Il Presidente di Giustizia e Pace ha poi ribadito che “quella legge che si propone è proprio contro la vita” e  “il Granduca non si sente di dover firmare una legge contro la vita”.

“Nel corso dell’incontro – ha concluso Martino – ho avuto conferma della sua fede cattolica”.

Il Granduca, Henri di Lussemburgo si è rifiutato di firmare una legge propostagli dal Parlamento in cui si autorizza l’eutanasia e il suicidio assistito.

Per evitare la crisi costituzionale il Premier Jean-Claude Juncker ha annunciato la richiesta di modifica dell’articolo 34 della Costituzione, al fine di limitare i poteri del Granduca e far sì che in futuro il suo compito si limiti a “promulgare” e non a “ratificare” le leggi approvate dal Parlamento.

Il rifiuto del Granduca di sottoscrivere una legge contraria alla vita ricorda quanto fece suo zio Baldovino, già re del Belgio, che nel 1990 si autosospese per 48 ore al fine di non ratificare la legge sull’aborto approvata dalle Camere.

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ZENIT Staff

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