Carlo Maria Martini (2006) / Wikimedia Commons - Mafon1959, CC BY-SA 4.0

Il cardinal Martini profeta del Novecento

A cinque anni dal suo “dies natalis” (31 agosto 2012)

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Ritornare a studiare e approfondire il servizio del cardinal Carlo Maria Martini, a cinque anni dal suo dies natalis (31 agosto del 2012) è un’opportunità per comprendere la Chiesa di oggi, il ministero di Papa Francesco, le scelte dei cardinali che lo hanno eletto ma anche l’orientamento dello Spirito che continua a parlare alle Chiese. Lo ha fatto nei giorni scorsi anche Radio Vaticana intervistando il presidente della Fondazione Carlo Maria Martini, il padre gesuita Carlo Casolone. Il religioso ha affermato che l’eredità più grande che Martini ha lasciato alla Chiesa è la «capacità di crescere in una dimensione contemplativa dell’esistenza», attraverso la Parola di Dio, e interrogato poi sui «tratti più forti di Carlo Maria Martini che si ritrovano nel pontificato di papa Francesco», ha richiamato la «capacità di coniugare la pedagogia ignaziana» con il «cammino personale dell’incontro con Dio», mediato sempre dalla Parola che ha accresciuto nell’uno e nell’altro la «sensibilità all’esperienza vissuta» e «all’incontro fatto con la realtà e direttamente con le persone».      
E in effetti nel ministero episcopale e nella proposta teologica e culturale del cardinal Martini si ritrovano dei motivi conduttori che sarebbero emersi in seguito nel pontificato di Bergoglio. Alcuni anche insospettabili, di cui neanche il cardinale ne avrebbe immaginato gli sviluppi, come quando riportando il suo dialogo con Giovanni Paolo II, che lo voleva vescovo di Milano, disse: «Caddi dalle nuvole. Non avevo la minima idea di cosa significasse fare il vescovo. I gesuiti fanno anzi il voto di non diventare vescovi e posi al Papa questa difficoltà, che lui superò però dicendo: “Bisogna andare avanti”. Io andai avanti ma non sapevo da che parte muovermi». “Bisogna andare avanti”, parole profetiche quelle del Papa Santo capace di discernere cosa realmente serve per il bene della Chiesa, superando anche alcuni ostacoli che sarebbero potuti apparire insormontabili. Infatti anche l’elezione di papa Francesco ha comportato lo “scioglimento” di un voto e quindi un “andare avanti”. Visione provvidenziale della storia che in un mondo sempre più lacerato e per molti versi alienato, aveva bisogno di sentire risuonare con più forza e intensità la Parola consolatrice e colma di speranza dell’Evangelo. Quel Vangelo che il cardinal Martini teneva fra le mani il giorno del suo ingresso a piedi nella diocesi di Milano e che poi avrebbe caratterizzato il suo servizio pastorale. Pregare a partire dal Vangelo e poi la proposta rivolta in primis ai giovani di fare lectio divina, mettendosi di fronte alla pagina biblica imparando a fare silenzio e a lasciarsi da essa interrogare. La Parola di Dio per capire meglio se stessi, la propria identità e vocazione, come amava ripetere il Cardinale: «La Parola di Dio illumina, orienta e plasma l’esistenza». La Parola poi per il cardinale conduceva al “fluire e refluire del mistero eucaristico”, dal quale nasce il servizio.   
Tornare al Vangelo e alla sua gioia, appare come uno dei tratti più marcati del servizio di Papa Francesco. Il cardinal Martini, ha ricordato più volte il cardinal Kasper (anche in una giornata di studio organizzata negli anni scorsi dalla Fraternità di Romena), a partire dal Vangelo «è stato un profeta scomodo, era un uomo libero. Attento ai laici, alle donne e alla sinodalità, e anche ai problemi dell’omosessualità», questo poteva accadere secondo il cardinale tedesco perché «lui non vedeva solo le ombre e la notte ma anche i bei fiori». Aspetti che segnano l’attuale pontificato che intende annunciare alle Chiese e agli uomini del nostro tempo che c’è un Padre che è misericordioso che ha cuore ed occhi aperti verso la miseria degli altri. Medicina della misericordia già cara a Giovanni XXIII, che in Martini diveniva, pur nell’apparente austerità, sguardo tenero in grado di cogliere i bisogni della società, della cultura, dei poveri e degli ultimi. Francesco non perde occasione di ribadire la centralità della misericordia. Lo ha fatto in modo memorabile alla chiusura dell’Anno santo della Misericordia, nell’omelia per la festa di Cristo Re, il 20 novembre del 2016, ribadendo che «anche se si chiude la Porta santa, rimane sempre spalancata per noi la vera porta della misericordia, che è il Cuore di Cristo». Tessitura costante quella del Papa che proprio ieri in un tweet : Gesù è sempre lì, con il cuore aperto: spalanca la misericordia che ha nel cuore, perdona, abbraccia, capisce”.
Dal canto suo il cardinal Martini, sia nella sua poderosa attività di studio e di ricerca che nella feconda attività pastorale, ha mostrato di saper coniugare discernimento e misericordia. In una raccolta di testi inediti, Cristiani coraggiosi. Laici testimoni nel mondi di oggi, pubblicata con l’Editrice In Dialogo, dopo aver presentato l’esempio del Concilio di Gerusalemme (At 15) che individua il criterio di discernimento che si avvale della riflessione sul «vissuto nella grazia dello Spirito Santo», rileva che il «grande Vangelo della misericordia (Lc 15,7), talora crea disagio». Il Vangelo infatti opera verso «la continua ricomposizione dell’umano».    
Si può dunque parlare di un Martini “ispiratore” di Francesco? Il prof. Marco Vergottini, docente di introduzione alla teologia e di storia della teologia contemporanea presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, curatore del volume “Martini e noi”, per anni segretario del Consiglio pastorale diocesano durante l’episcopato di Martini, ha colto alcuni di questi tratti nel primato della contemplazione e della lectio divina, ma anche nel dialogo con le donne e gli uomini di oggi per sollecitarli all’incontro con il Padre e poi nell’attenzione capace di suscitare verso il mondo laico. Nei suoi interventi e relazioni il docente milanese ama riportare un simpatico e profetico dialogo tra il cardinal Martini e un giornalista: «E’ stato additato dai giornalisti come l’anti Papa. Rispose il cardinale: “L’anti papa è una parola che non mi piace, preferirei essere chiamato “ante Papa”». Commenta Vergottini: «Aveva dunque ragione Martini, perché adesso c’è un gesuita al soglio di Pietro». Il teologo lombardo legge l’episcopato di Martini come «una primavera per la Chiesa di Milano», lo vede come uomo del dialogo, non del  «muro a muro contro la cultura», e aperto alla sinodalità, «volle per esempio che i laici milanesi si riunissero per esprimere un parere su quale dovesse essere il suo successore».
Com’è noto in questi giorni l’arcidiocesi milanese si sta preparando per accogliere il successore del cardinale Scola, nominato da papa Francesco nella persona di monsignor Mario Delpini, esperto in patristica, uomo dallo stile di vita ispirato alla sobrietà del Vangelo, divenuto vicario generale di Milano nel 2012 proprio nell’anno in cui morì Martini. Il neo arcivescovo prenderà possesso canonico dell’arcidiocesi sabato prossimo, il 9 settembre, mentre farà il suo ingresso ufficiale il 24 settembre, vigilia della solennità di sant’Anatalo e di tutti santi vescovi milanesi.
Quella del cardinal Martini è dunque una figura da riscoprire e che può dire e dare ancora molto alla Chiesa. In questi giorni si segnalano sul territorio nazionale diversi appuntamenti e anche l’uscita editoriale del dvd di Ermanno Olmi sugli anni dell’episcopato a Milano di Martini. Tra le tante iniziative e tra le più immediate in ordine di tempo indichiamo quella che vede coinvolto il prof. Marco Vergottini che, introdotto e moderato dal prof. don Massimo Naro, teologo sistematico, lunedì 4 settembre sarà in Sicilia, a San Cataldo (CL) presso il “Salone del Collegio di Maria” alle ore 18.30 per parlare del cardinal Martini come profeta e testimone nella Chiesa e nel mondo e poi proiettare un video biografico sul cardinale.    
Giovanni Chifari è docente di Teologia Biblica presso l’ISSR “San Michele Arcangelo” di Foggia

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Giovanni Chifari

Docente di Teologia Biblica presso l'ISSR "Giovanni Paolo II" di Foggia. Redazione rivista "La Casa Sollievo della Sofferenza" (Resp. Sez. Gruppi di Preghiera Padre Pio). Centro Gruppi di Preghiera (Sgr). Docente di Religione Cattolica. Rivista "Il diaconato in Italia". Libri: "La Parola della Croce. Via Crucis biblica con San Pio da Pietrelcina", Edizioni Paoline, 2012; "Il pensiero dei Papi su San Pio e la sua Opera", Ediz. La Casa Sollievo della Sofferenza, SGR 2014. Articoli scientifici, ambito teologico.

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