Il Card. Levada sull'ecumenismo: il mondo anela all'unità sinfonica

Intervenendo alla Queen’s University di Kingston sulla “Anglicanorum coetibus”

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KINGSTON (Canada), giovedì, 11 marzo 2010 (ZENIT.org).- L’obiettivo dell’ecumenismo è l’unione con la Chiesa cattolica, un’unione che trasforma la Chiesa arricchendola, afferma il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.

Il Cardinale William Levada lo ha spiegato sabato in un intervento alla Queen’s University di Kingston, in Canada, sulla Costituzione Apostolica Anglicanorum coetibus, il documento che permette agli anglicani di entrare in piena comunione con la Chiesa cattolica. La Salt and Light Television ha fornito una trascrizione non ufficiale dell’intervento del porporato.

Il Cardinale ha sottolineato come per molti anglicani la Costituzione Apostolica sia una sorta di logico sviluppo del lavoro svolto nel dialogo ecumenico tra anglicani e cattolici dal Concilio Vaticano II.

Ha quindi ripercorso questo lavoro, svolto dalla Commissione mista internazionale anglicana-cattolica romana (ARCIC). Le conclusioni raggiunte dalla prima Commissione sono state approvate sia dalle autorità anglicane che dal Vaticano.

“Come risultato del lavoro dell’ARCIC I sono aumentate le speranze nei circoli ecumenici”, ha constatato. “Molti anglicani e cattolici hanno visto nelle dichiarazioni concordate una via verso il riconoscimento di un’espressione comune della loro fede”.

Autorità

Ad ogni modo, altri ostacoli aspettavano gli anglicani, visto che la Comunione Anglicana ha iniziato a procedere all’ordinazione di donne e di persone omosessuali.

Il nodo di questi due argomenti, ha osservato il Cardinal Levada, è la questione dell’autorità, soprattutto da due punti di vista: la rivelazione di Dio in Gesù Cristo e nella Scrittura vuole farci conoscere la volontà di Dio in un modo che richiede la nostra obbedienza? In secondo luogo, Dio, in Cristo, ha lasciato alla sua Chiesa un’autorità con cui può assicurare di poter conoscere il significato corretto della rivelazione, in mezzo a interpretazioni umane a volte mutevoli?

In questo contesto, ha spiegato il Cardinale, l’Arcivescovo di Canterbury Rowan Williams e Benedetto XVI “hanno approvato l’istituzione dell’ARCIC III, il cui mandato è portare avanti il dialogo bilaterale, sul tema ‘Chiesa come Comunione – Locale e Universale’, incluso il discernimento di questioni etiche su questi due livelli e sulla loro interazione”.

Ecumenismo

La seconda parte dell’intervento del Cardinal Levada si è concentrata sul vero significato dell’ecumenismo.

“L’obiettivo dell’ecumenismo è l’unione con la Chiesa cattolica”, ha dichiarato.

“Lavorare in vista dell’unione opera un cambiamento nelle Chiese e nelle comunità ecclesiali, che si impegnano nel dialogo”. In questo modo la Chiesa cattolica viene arricchita.

“Quando parlo di arricchimento, non mi riferisco ad aggiunte di elementi essenziali di santificazione e verità alla Chiesa cattolica – ha precisato –. Cristo le ha dato tutti gli elementi fondamentali. Mi riferisco all’aggiunta di modi di espressione di questi elementi essenziali, modi che aumentano l’apprezzamento da parte di ciascuno dei tesori inesauribili concessi alla Chiesa dal suo divino fondatore”.

“La novità è che alle verità e agli elementi perenni della santità che già si ritrovano nella Chiesa cattolica si dà un nuovo approccio, o una sottolineatura diversa per il modo in cui vengono vissuti da vari gruppi di fedeli chiamati da Cristo a unirsi in perfetta comunione reciproca, godendo dei legami del credo, del culto e della carità, in modi diversi che si fondono armoniosamente”.

Il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede ha aggiunto che, “se si può sapere chiaramente cosa può essere detto, la piena conoscenza di ciò che significa è accresciuta dalla contemplazione da parte di molti gruppi dello stesso mistero”.

Sinfonia

Nella sua spiegazione dell’ecumenismo, il Cardinale ha usato la metafora dell’orchestra.

“L’unione visibile con la Chiesa cattolica può essere paragonata a un’orchestra”, ha infatti affermato. “Alcuni strumenti possono suonare tutte le note, come il pianoforte. Non c’è nota del piano che un violino, un’arpa, un flauto o una tuba non abbiano, ma quando tutti questi strumenti suonano le note che ha il pianoforte, queste note sono arricchite e migliorate. Il risultato è sinfonico, la piena comunione”.

“Si può forse dire che il movimento ecumenico vuole passare dalla cacofonia alla sinfonia, con tutti che eseguono le stesse note della chiarezza dottrinale, le stesse corde eufoniche o la stessa attività di santificazione, osservando il ritmo della condotta cristiana nella carità e riempiendo il mondo con il suono splendido e invitante della Parola di Dio”.

“Se gli altri strumenti possono sintonizzarsi in base al pianoforte, quando suonano in un concerto non vengono scambiati per un piano. E’ la volontà di Dio che coloro ai quali è indirizzata la Sua Parola, cioè il mondo, ascoltino una gradevole melodia arricchita dal contributo di diversi strumenti”.

Il Cardinal Levada ha quindi offerto esempi concreti di questi contributi, citandone alcuni della Chiesa ortodossa, delle Chiese della Riforma e della Comunione Anglicana.

Sulla “Anglicanorum Coetibus”, ha detto che è “la prima volta che la Chiesa cattolica ha teso la mano in risposta a uomini e donne del cristianesimo occidentale che desiderano la piena comunione e ha concesso loro non un posto tra tanti, ma uno peculiare”.

“L’unità desiderata da Cristo è visibile”, ha aggiunto. “Non è inafferrabile o perfino irraggiungibile”.

“A volte non conosciamo il valore di ciò che possediamo e abbiamo bisogno degli approcci ispirati di altri per riconoscere i tesori che abbiamo a disposizione”, ha concluso.

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ZENIT Staff

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