"Il blocco israeliano impedisce a Gaza di rinascere"

L’organizzazione Oxfam denuncia che ci vorrà oltre un secolo per ricostruire Gaza se Israele non pone fine al blocco. Appello alla comunità internazionale

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Gaza ha una sola possibilità per tornare a vivere serenamente: la fine del blocco israeliano. Lo sottolinea la confederazione di associazioni non governative Oxfam, secondo la quale, se la situazione non cambia, ci vorrà oltre un secolo per completare la ricostruzione di case, scuole e ospedali danneggiati dall’operazione militare israeliana del 2014 “Margine Protettivo”.

1,8milioni di persone, a Gaza, vivono in condizioni disperate a causa di carenze e progressive riduzioni delle quantità di materiali da costruzione in entrata. I più colpiti sono coloro, circa 100mila persone, di cui la metà bambini, che ancora sono costretti a vivere in rifugi e sistemazioni temporanee. Oxfam fa sapere che meno dello 0,25% del materiale da costruzione essenziale è finora arrivato a Gaza e il processo di ricostruzione è praticamente fermo. Perciò, la confederazione chiede alla comunità internazionale di attivarsi con urgenza per fermare il blocco.

“Solo con la fine del blocco di Gaza sarà possibile permettere alla popolazione di ricostruire la propria vita”, spiega Umiliana Grifoni, responsabile Ufficio Mediterraneo e Medioriente di Oxfam Italia. “Le famiglie – racconta – vivono da sei mesi in case senza soffitti, pareti o finestre. Molte abitazioni hanno solo sei ore di elettricità al giorno e non hanno acqua corrente. Ogni giorno che passa senza che abbia inizio la ricostruzione, aumentano i rischi per la vita stessa delle persone. È inaccettabile che la comunità internazionale abbandoni la popolazione di Gaza nel momento di maggior bisogno”.

Crollate anche le esportazioni di prodotti agricoli, che si attestano oggi al 2,7%. Pesca e agricolatura – settori vitali per l’economia di Gaza – sono in ginocchia a causa del divieto di pesca fino a oltre sei miglia nautiche dalla costa e di accesso ai terreni più fertili.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione