Già pregustavo piatti di tipica cucina calabrese mi sono trovato di fronte ad una meraviglia di sapori, odori, colori, gusti e novità da ingolosire anche il più anoressico dei fanatici delle diete.
Vi racconto di alcuni piatti. Antipasti di riso soffiato con nero di seppia e punte di ricotta, prosciutto di tonno con burro di Normandia, e poi paccheri, melanzana bruciata, pesto di menta e alici marinate, Riso, tonno, yogurt e liquirizia, mezze maniche con sugo di acqua di pecorino e ricci di mare, ‘nduja, pecorino e ricci di mare, Polpette di cernia con peperone caramellato, pesce cucinato con yogurt di bufala…
Dolci semplici e gustosissimi: pane, olio e zucchero: e per finire “Il sud… del mondo: banana, caffè e cacao”.
Il tutto iniziato con bollicine della Calabria e annaffiato da vini così profumati e gustosi da paragonarli a nettare.
Tutti i piatti magnificamente presentati, ci sono stati illustrati e spiegati dal cuoco.
Insomma, non è stata una cena, ma un assaggio di paradiso.
I sapori, anche quelli più forti, come l’affumicato, l’abbrustolito o il bruciacchiato sono aromaticamente ammorbiditi con altri sapori che rendono il cibo gradevole e appetitoso.
Il tutto in un ambiente moderno, di stile minimal-chic, con colori mélange e arancio, i punti la luce con riflessi metallici.
Colpisce che di fronte alla sala pranzo c’è una grande vetrata che da sulla cucina. I commensali possono così vedere con quanta cura e amore si cucinano le pietanze.
Ma chi è stato capace di fare tutto ciò? Chi è riuscito un atmosfera così buona e bella?
L’autore si chiama Antonio Abbruzzino, nato a San Giovanni in Fiore, una piccola cittadina alle pendici della Sila.
Ha cominciato a cucinare da quando aveva 14 anni. Ha girato il mondo, ha fatto esperienza nelle cucine dei migliori ristoranti, con il desiderio di tornare nella sua Calabria.
Ha ricevuto premi e riconoscimenti nei più grandi concorsi internazionali. Ci sono amatori che vengono a Catanzaro solo per imparare l’arte della sua cucina.
Gli ho chiesto, perché lo fai?
E Antonio mi ha risposto: “Fare il cuoco è una grande fatica, orari impossibili, lavoro continuo, Natale e Pasqua mai in famiglia. Devi portare la famiglia in cucina per mangiare con loro”.
“Per questo dico che si tratta di una vocazione. Ci vuole molto amore e sensibilità per la bellezza”.
“È un mestiere in cui cucini con cura gli ingredienti per fare piatti buoni e belli. Dirigi un concerto di sapori, odori, colori…”.
“Lo fai solo se desideri ardentemente preparare cose buone per far star bene gli altri”.
“Il piacere e la gioia che le persone provano a mangiare le cose buone che gli hai preparato alimentano la motivazione a fare un mestiere che è faticoso”.
“Sin da giovane – ha raccontato Antonio Abbruzzino su www.antonioabbruzzino.it – ho fatto “un lungo pellegrinaggio nei sapori e nei gusti culinari di tutto il mondo”, questa esperienza mi ha permesso di creare un mio personale punto di vista, meglio: “il mio gusto di vista”… sulla Calabria.
“Utilizzo prodotti di nicchia, naturali e biologici, i cosiddetti “giacimenti gastronomici”, di cui la nostra regione è particolarmente ricca”.
“La mia cucina è tutto questo: i suoi sapori sono dettati dai ricordi, dal susseguirsi delle stagioni con i loro frutti ed i loro sapori; dagli effluvi del mare e dal balsamo della terra: tipicamente mediterranea, quindi, in una complessa semplicità che non prescinde mai dalla tradizione”.
“Sono i piatti che amo, le fragranze che cerco, i sapori che desidero che fanno la mia cucina, il mio “gusto” di vista”.
Una persona ha scritto su una colonna del ristorante di Abbruzzino:
“Qui si nutre non solo il corpo ma anche l’anima”.
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Per prenotazioni ed informazioni potete rivolgervi a:
telefono: 0961.799008
mobile: 333.3672207
e-mail: info@antonioabbruzzino.it
Giorni di chiusura: domenica a cena; lunedì, tutto il giorno. Aperto a cena da martedì a sabato e a pranzo solo su prenotazione.