Il beato Gabriele Maria Allegra e il carisma francescano

Come il beato Leopoldo da Gaiche unire contemplazione e apostolato

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Ma quale è il carisma intrinseco alla vocazione francescana? P. Allegra lo ha detto esplicitamente più volte: è il rapporto tra la radice contemplativa e la sua concretizzazione nell’apostolato; la contemplazione, intesa come ricerca della volontà di Dio e l’apostolato come concretizzazione del mandato ricevuto […]

«Lo spirito, il carisma dell’Ordine è espresso con dolcezza e con forza nell’orazione del beato Leopoldo da Gaiche: in solitudine Deum quaerere, et in medio populi tui salutem operari…». Il riferimento al beato Leopoldo da Gaiche è del tutto occasionale; anche se denota l’attenzione e devozione con cui il p. Gabriele pregava il Breviario. Il b. Leopoldo, infatti, morto nel 1815 e beatificato da Leone XIII, era soltanto uno dei tanti beati dell’Ordine, di cui si faceva memoria prima dell’unificazione del calendario francescano. La ricerca della tipicità francescana, che durante gli anni ’30-’40 era sentita da tutti i giovani francescani, aveva colpito p. Allegra, al punto tale da assumere l’espressione contenuta nell’orazione del beato Leopoldo, come una specie di “condensato” del carisma francescano.

Il p. Gabriele, però, non intende “la solitudine” come “il luogo” dell’isolamento; e neanche solo come “il momento” dell’incontro con Dio nella preghiera, per intravedere i suoi disegni. Egli assume la figura della solitudine per indicare “luoghi e tempi” da dedicare alla formazione nella sua globalità: ossia, spirituale, culturale e apostolica; e non soltanto la formazione iniziale, ma la formazione che dura tutta la vita. Difatti, egli ha praticato “solitudine e apostolato” per tuta la vita. «E se si riflette bene – scrive – che in ogni apostolato francescano c’è la formazione nella solitudine e poi l’azione carismatica, in mezzo al popolo di Dio, detta frase parmi che ben delinea la spiritualità o carisma francescano, come oggi (era il 1975!) si ama dire».

Per via di fatto, nell’ultima parte della sua Memoria, scritta ai primissimi giorni di ottobre 1975, parlando di quanto aveva in mente di scrivere, ma già con la coscienza che non l’avrebbe mai più scritto, parla di tre libri. […] Il terzo libro avrebbe dovuto trattare del carisma francescano, che p. Allegra vede sintetizzato nell’espressione della preghiera del beato Leopoldo da Gaiche. Significava che si trattava di una espressione che aveva rappresentato il suo programma di vita.

Il p. Allegra esplicita in due pagine il contenuto di questo “programma di vita”; che cerca di ampliare, riprendendolo qualche giorno dopo. Si tratta di quelli che, secondo il p. Allegra, sono “le quattro grazie” del carisma francescano; e cioè: la santità, l’apostolato, la sapienza, il martirio, ovvero l’amore per il Padre Celeste, vivente in Gesù, l’amore per la MadreImmacolata, l’amore per la chiesa. E aggiunge: «Finalmente le parole che si leggono – o si leggevano – nell’orazione del beato Leopoldo da Gaiche: in solitudine Deum quarere et in medio populi tui salutem operari…».

Da: G. Cardaropoli, P. Gabriele Maria Allegra un francescano del secolo XX, pp. 35-37.

Per approfondire: U. Occhialini, Beato Leopoldo da Gaiche. Il francescano e l’apostolo, Elledici-Velar, Gorle 2011;  http://www.assisiofm.it/beatificazione-di-fr-gabriele-allegra-ofm-2320-1.html

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G. Cardaropoli è Professore emerito della Pontificia università Antonianum

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Gerardo Cardaropoli

Gerardo Cardaropoli è professore emerito della Pontificia università Antonianum

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