Il 2014 del Papa: la "cultura dell'incontro" al centro

Padre Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana, ripercorre i momenti salienti vissuti da Francesco in quest’anno che va concludendosi

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Un anno intenso, il 2014, per papa Francesco. Un anno all’insegna di viaggi, incontri e decisioni importanti per la Chiesa e per il mondo. Padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana, offre alla Radio vaticana un bilancio di questo 2014 di Pontificato partendo dai viaggi internazionali.

In particolare, padre Lombardi parla del viaggio in Terra Santa e riavvolge il nastro della memoria soffermandosi su alcuni momenti topici. “Ricordo i momenti in cui il Papa, commosso, era sulle rive del Giordano, sui luoghi del Battesimo, naturalmente nel Santo Sepolcro, e così via”, afferma.  Spiega inoltre il direttore della Radio vaticana che si tratta di “cose fondamentali per la nostra fede ed è giusto che il Papa possa anche, a nome di tutti noi, tornare su quei luoghi per ricordarci da dove veniamo, il mistero dell’incontro di Cristo con l’umanità”.

Viaggi del Papa che hanno anche le sembianze dell’ecumenismo, sperimentato attraverso gli incontri a Gerusalemme e poi anche a Costantinopoli con il patriarca Bartolomeo. “Questo rapporto personale che papa Francesco ha stabilito con il primo dei Patriarchi dell’ortodossia” è “un segno di speranza per il nostro futuro cammino ecumenico”.

Il viaggio del Papa in Asia, poi. Secondo padre Lombardi sono sintomo di “una rinnovata attenzione della Chiesa verso questa porzione predominante dell’umanità di oggi e di domani, da un punto di vista anche demografico, di presenza umana impressionante dal punto di vista delle sue dimensioni e della sua dinamica e, per la Chiesa, un terreno sconfinato di evangelizzazione, di annuncio del Vangelo in situazioni culturali, sociali, politiche molto varie, spesso molto difficili”.

Passando da un Continente all’altro, il direttore della Sala Stampa vaticana non trascura i viaggi in Europa; in Albania e a Strasburgo. In quest’ultima tappa il Papa ha pronunciato “un discorso per l’Europa, per i Paesi europei e per il continente”. Padre Lombardi lo definisce “ampio”, “articolato” e “completo di tante prospettive, che in qualche modo – per il Papa che viene da fuori dell’Europa – era molto atteso”.

Ma c’è un “piccolo particolare” che padre Lombardi rileva di questi viaggi, ossia “la dimensione del martirio”. Commenta che “sia in Corea, dove la Storia della Chiesa è caratterizzata dal martirio, sia in Albania, dove il martirio nei tempi recenti, sotto il comunismo, è stato fortissimo, sia nel Medio Oriente dove il martirio è anche realtà attuale per i tanti problemi che vi avvengono, il Papa incontra” il fenomeno del martirio “e ci ricorda l’attualità di questa dimensione nella vita della Chiesa di tutti i tempi e anche del nostro”.

Data che è entrata nella storia è il 27 aprile 2014, canonizzazione di Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII, senza dimenticare la beatificazione di Paolo VI nell’ottobre scorso. Padre Lombardi identifica nell’attualità del Concilio Vaticano II il “denominatore comune” di questi grandi eventi.

Il direttore della Sala Stampa vaticana parla poi di “impresa pastorale ed ecclesiale” di papa Francesco quando interviene a proposito del Sinodo dedicato alla famiglia. Egli ritiene sia “una impresa molto coraggiosa, perché il Papa ha messo sul tavolo temi anche difficili, anche delicati; però, è qualcosa di cui c’era veramente bisogno”. L’augurio di padre Lombardi è che papa Francesco  “riesca a condurre la Chiesa verso una riflessione sui temi veramente fondamentali, che riguardano la famiglia, senza rimanere, magari, distratti da temi per quanto importanti, però di carattere marginale oppure che possono prestarsi a polemiche senza cogliere però quali sono i punti più fondamentali perché più importanti per tutti, della tematica familiare e del vivere come cristiani questa dimensione fondamentale della vita”.

Se si parla di decisioni importanti, non si può non far riferimento anche alla riforma della Curia Romana. Padre Lombardi tiene a precisare che questo è “una parte di un progetto di rinnovamento della Chiesa molto più ampio che lui ha formulato nell’Esortazione apostolica Evangelii Gaudium”. Si tratta – spiega il direttore della Sala Stampa – di un progetto fondato sulla “Chiesa in uscita”, “Chiesa missionaria”, “Chiesa tutta impegnata sull’evangelizzazione, di cui poi anche la Curia Romana è una servitrice, uno strumento per aiutare la Chiesa nella sua missione”.

Pilastro di ogni riforma, secondo il Santo Padre, è che la sua origine provenga dal cuore. Padre Lombardi ricorda in tal senso quanto detto da Gesù: “Le cose buone o le cose cattive vengono dal cuore”. È quindi “da lì che bisogna partire per rinnovare o per guarire quando ci sono degli inconvenienti”. Padre Lombardi ritiene che “ci dicono molto” i discorsi del Papa prima del Natale, “sia alla Curia sia ai dipendenti vaticani”, così come “il discorso che egli ha fatto al termine del Sinodo”. Essi rappresentano la cifra del modo di governare la Chiesa da parte di Francesco: “con il discernimento spirituale per guarire in profondità i nostri atteggiamenti, renderci più radicalmente fedeli al Vangelo; e con questo, poi, potremo anche esercitare meglio tutto il nostro servizio, tutta la nostra attività di evangelizzazione o di servizio ecclesiale”.

Padre Lombardi prova dunque a sintetizzare l’anno di Pontificato di Francesco con la parola “cultura dell’incontro”. “Papa Francesco ha proprio un atteggiamento – spiega il direttore della Sala Stampa vaticana -, un modo di rapportarsi agli altri come persona che incontra persone e che mette in gioco profondamente la sua vita e il suo essere e cerca che l’altro, il suo interlocutore, metta in gioco se stesso”. Atteggiamento che il Santo Padre assume in ogni circostanza. Secondo padre Lombardi “anche questo recente segno di speranza che è dato dai nuovi rapporti tra Stati Uniti e Cuba e in cui i due leader politici hanno ringraziato papa Francesco per la lettera che egli ha mandato loro, dice che anche in questa dimensione dei rapporti internazionali con le grandi personalità del mondo – anche con i leader non solo religiosi, ma dei popoli – il Papa ha un suo approccio che è molto personale ma coinvolgente”.

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Federico Cenci

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