IILA e Sant’Egidio firmano un accordo per un progetto a Cuba

Il Ministro Frattini: “Caritas in Veritate da leggere con attenzione”

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

di Sergio Mora

ROMA, venerdì, 9 settembre 2011 (ZENIT.org).- Un accordo tra l’Istituto Italo Latinoamericano (IILA) e la Comunità di Sant’Egidio è stato firmato questo giovedì a Roma per promuovere la pace e la cooperazione in America Latina e nei Caraibi.

L’accordo è stato sottoscritto nella sede dell’IILA, ente intergovernativo che riunisce l’Italia e 20 Paesi dell’America Latina, dal suo segretario generale, Giorgio Malfatti, e dal presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo.

Come testimoni d’onore erano presenti il Ministro degli Affari Esteri, Franco Frattini, e il segretario della Pontificia Commissione per l’America Latina, Guzmán Carriquiry Lecour, oltre a vari ambasciatori della regione.

In concreto, Sant’Egidio riceverà nel corso di tre anni 150.000 euro, che verranno destinati alla creazione di un lavoro di cooperazione sociale a Cuba, dove la Comunità ha uno spazio concesso dallo Stato cubano nel centro storico dell’Avana in cui svolge un programma di cooperazione per gli anziani più poveri.

Il Ministro Frattini ha ricordato la necessità di globalizzare la solidarietà e la centralità della persona umana sia nell’economia che nelle politiche di sviluppo e cooperazione.

Il Ministero degli Esteri, ha aggiunto, “ha fatto e farà di questa collaborazione un’occasione per riaffermare attraverso la cooperazione italiana alcuni valori che sono valori di rafforzamento della persona umana”.

Contrariamente, ha detto, “corriamo il rischio di far deviare le scelte di politica estera verso il semplice e puro criterio dell’interesse, rispettabile ma non sufficiente, in un mondo in cui la crisi finanziaria e le sfide globali sono davanti a noi”.

Conclusa la cerimonia, il Ministro Frattini ha detto a ZENIT che “la Caritas in Veritate è un documento che molti dovrebbero studiare e leggere con attenzione”. E ha aggiunto: “Io credo che in un mondo globalizzato se non c’è un umanesimo vero si finisce per pensare che il mondo è basato soltanto sul PIL, quando in realtà è fondato su uomini e donne”.

“Su questo ci dobbiamo preoccupare”, ha precisato, altrimenti c’è il rischio che “la politica estera come la politica europea diventino aride e non arrivino al cuore della gente. Questo è il messaggio che prendiamo dal Papa e non soltanto da questa Enciclica”.

Il presidente di Sant’Egidio, intervistato da ZENIT, ha indicato l’importanza dell’accordo e come un contributo della cooperazione pari a circa 4.000 euro al mese riesca a dar frutto in un vasto lavoro sociale grazie al volontariato.

Oggi si è firmato un accordo di contesto e un progetto concreto, cosa significa?

Impagliazzo: Questo accordo significa per Sant’Egidio entrare ancora più in contatto con l’America Latina e avere radici di amicizia ancora più solide a partire dai Caraibi. Questo progetto sostiene particolarmente l’azione che svolgiamo a Cuba con i bambini e con gli anziani, ma è anche un riconoscimento molto importante del nostro lavoro gratuito e volontario da parte di tanti Stati e istituzioni latinoamericani. Credo che questa sinergia potrà dare grandi frutti, come già sta avvenendo in tutto il continente.

In concreto vi è anche una collaborazione economica dell’Italia?

Impagliazzo: Sono 50.000 euro per tre anni, quindi 150.000 in tutto, e sono fondi della Cooperazione Italiana che passano per l’Istituto Italo Latinoamericano, che finiranno direttamente nel lavoro sociale della comunità di Sant’Egidio a Cuba.

Un ente governativo con quella cifra non riuscirebbe a fare più di tanto. Sant’Egidio o diciamo una Ong in genere riesce a far fruttare molto bene questo investimento…

Impagliazzo: La Comunità di Sant’Egidio in particolare tiene molto alla parola ‘gratuità’; il nostro lavoro è tutto su base volontaria, quindi quel poco di risorse economiche che riceviamo si moltiplica.

Questo in collaborazione con tanti uomini, donne e giovani di Sant’Egidio che sono latinoamericani. C’è anche una conoscenza molto profonda delle realtà vere dei Paesi perché la vera inculturazione è essere figli di quei Paesi.

Ho l’impressione che la cooperazione spagnola sia più attenta. Forse questo è un risveglio o un passo avanti della cooperazione italiana?

Impagliazzo: Penso di sì, nel senso che l’Italia capisce, come aveva capito qualche decennio fa, che l’America Latina è un continente di grande riferimento per noi, in grande ripresa, dove ci sono possibilità molto avanzate di collaborazione e di lavoro comune in tempo di globalizzazione. Sant’Egidio sta spingendo perché l’Italia si interessi sempre di più ed entri in una partnership virtuosa con l’America Latina.

Al di là del progetto a Cuba, questo accordo vi accredita maggiormente verso i Paesi che fanno parte dell’IILA?

Impagliazzo: Penso che il nostro impegno si dovrebbe concentrare nei prossimi anni nell’affrontare il tema della violenza giovanile. Strappare i bambini dalla strada, evitare che entrino nelle gang, nelle maras, nelle bande giovanili. Stiamo realizzando questo lavoro con particolare impegno in America Centrale, e là ci concentreremo nei prossimi anni. Anche perché abbiamo già avuto un martire, William Qujano, un ragazzo di 21 anni che era responsabile di una delle nostre scuole della pace perché appunto aiutava i bambini a salvarsi della violenza. Sentiamo la morte di William come un impegno molto importante per andare avanti.

La prossima GMG avrà luogo in Brasile e probabilmente Benedetto XVI vi andrà. Che cosa significa questo?

Impagliazzo: Il fatto che il Papa abbia deciso che la prossima GMG si celebrerà in Brasile è un segno importantissimo della predilezione della Chiesa per il Brasile e per tutto il continente latinoamericano, che è un continente cattolico ma vive ancora delle contraddizioni e della crescita di molte sette e movimenti pentecostali. E qui c’è bisogno di rafforzare la fede, particolarmente nei giovani. Per questo, l’eventuale visita del Papa e il fatto che lì si svolga la GMG darà grande slancio alla Chiesa in America Latina nei prossimi anni.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione