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Ieri non c'è più

Perdonare è semplicemente dimenticare

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Mi racconta una mamma che il suo piccolo Luigino, di solito tanto pacifico e arrendevole, durante la pausa scolastica, fu trascinato in una rissa tra compagni di gioco. Nel trambusto, Luigino, mingherlino com’è, ebbe la peggio e ne uscì pestato, tanto che sanguinante fu accompagnato a casa da uno dei bidelli della scuola. A pestarlo era stato proprio Silvio, il vicino di casa, il compagno di giochi.
L’indomani, giorno di vacanza, Luigino, partendo da casa, avverte la mamma che sarebbe andato a giocare a pallone con Silvio. “Ma come?”, gli ricorda sorpresa la mamma, “ieri ti ha pestato e tu vai a giocare proprio con lui?”. “Mamma – replica Luigino – questo è stato ieri, ma ieri non c’è più.”
Un professore delle medie mi racconta che un alunno gliene aveva combinate di tutti i colori, tanto che egli, perdendo la pazienza, lo stava rincorrendo; ma il monello era sfuggito alle sue minacce e se ne era scappato a casa. Dentro di sé il professore si consolava pensando che avrebbe avuto la rivincita il giorno dopo. E già architettava un modo esemplare di castigarlo davanti a tutti.
Il mattino seguente, il piccolo torna a scuola, entra in classe e, appena vede il professore, gli va incontro per salutarlo come tutti i giorni, come sempre e con entusiasmo, proprio come chi non ricorda più niente. Il professore mi confida che da questo comportamento ha imparato che cosa significa perdonare: è semplicemente dimenticare. Anche per lui, ieri non c’è più.
Ciao da padre Andrea
***
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Andrea Panont

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