I Vescovi USA istituiscono un Comitato per la Libertà Religiosa

WASHINGTON, D.C., lunedì, 3 ottobre 2011 (ZENIT.org).- La libertà religiosa è minacciata negli Stati Uniti al punto da giustificare un nuovo comitato ad hoc che affronti questa preoccupazione crescente, sostengono i Vescovi della Nazione.

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La Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti (USCCB) ha annunciato venerdì l’istituzione del Comitato Ad Hoc per la Libertà Religiosa, presieduto dal Vescovo William Lori di Bridgeport, Connecticut.

Il sostegno al lavoro del Comitato includerà l’aggiunta di due membri full-time allo staff della USCCB: un avvocato esperto nel diritto relativo alla libertà religiosa e un lobbista che gestirà le questioni riguardanti sia la libertà religiosa che il matrimonio.

Il Vescovo Lori, di 60 anni, ha affermato di accogliere “l’opportunità di lavorare con i confratelli Vescovi e con uomini e donne esperti di diritto costituzionale per difendere e promuovere il dono divino della libertà religiosa riconosciuto e garantito dal Bill of Rights della Costituzione degli Stati Uniti”.

“Questo Comitato ad hoc mira ad affrontare le crescenti minacce alla libertà religiosa nella nostra società così che la missione della Chiesa possa procedere senza impedimenti e i diritti dei credenti di ogni fede religiosa o di nessuna possano essere rispettati”, ha aggiunto.

Senza precedenti

Nella sua lettera ai Vescovi per annunciare il Comitato ad hoc, l’Arcivescovo Timothy Dolan, presidente della USCCB, ha affermato che la libertà religiosa “nelle sue tante e varie applicazioni per i cristiani e la gente di fede è ora sempre più sotto attacco in America, in modi che non trovano precedenti”.

“Ciò vale soprattutto per un numero sempre maggiore di programmi o politiche del Governo federale che violerebbero il diritto di coscienza delle persone di fede o danneggerebbero il principio di base della libertà religiosa”, ha osservato.

L’Arcivescovo ha aggiunto che “l’istituzione di un Comitato ad hoc è un elemento di quello che mi aspetto sia un nuovo momento nella storia della nostra Conferenza”.

“Mai prima d’ora abbiamo affrontato questo tipo di sfida alla nostra capacità di impegnarci nel campo pubblico come persone di fede e fornitori di servizi. Se non agiamo ora, le conseguenze saranno gravi”.

Lista di preoccupazioni

L’Arcivescovo Dolan ha quindi offerto una lista di sei punti relativa alle preoccupazioni per la libertà religiosa che si sono presentate da giugno:

• Le  norme dei Federal Department of Health and Human Services (HHS) che autorizzerebbero la copertura della contraccezione (inclusi i farmaci abortivi) e della sterilizzazione in tutti i piani di assistenza sanitaria privati, il che costringerebbe i datori di lavoro della Chiesa a promuovere e pagare per servizi ai quali si oppongono. Le nuove regole non difendono gli assicuratori o gli individui con obiezioni religiose o morali a questa autorizzazione.

• Una richiesta dell’HHS affinché i Servizi per i Migranti e i Rifugiati (MRS) della USCCB forniscano la “piena gamma di servizi riproduttivi” – ovvero aborto e contraccezione – alle vittime del traffico di esseri umani e ai minori non accompagnati nei loro accordi cooperativi e nei contratti governativi. Questa posizione rispecchia quella promossa dall’American Civil Liberties Union (ACLU) nell’attuale causa che sfida la costituzionalità dei contratti della MRS come violazione della libertà religiosa.

• La preoccupazione dei Catholic Relief Services che l’Agenzia per lo Sviluppo Interno degli Stati Uniti, dipendente dal Dipartimento di Stato, stia aumentando sempre più la distribuzione di preservativi nei programmi di prevenzione dell’Hiv e richiedendo la contraccezione nei programmi internazionali di sostegno e sviluppo.

• L’attacco del Dipartimento per la Giustizia al Defense of Marriage Act (DOMA), presentando il sostegno del DOMA al matrimonio tradizionale come bigotteria. A luglio, il Dipartimento ha iniziato a presentare dei verbali che attaccano la costituzionalità del DOMA, affermando che i sostenitori della legge potrebbero essere stati motivati solo da discriminazione e pregiudizio. “Se veniamo etichettati come ‘bigotti’ – soprattutto in tribunale – a causa del nostro insegnamento sul matrimonio, il risultato saranno conflitti Stato-Chiesa negli anni a venire”, ha detto l’Arcivescovo Dolan.

• Il recente attacco del Dipartimento per la Giustizia sull’elemento di fondamentale importanza dell’“eccezione ministeriale”, una dottrina costituzionale accettata da ogni tribunale d’appello nel Paese che lascia alle Chiese (e non al Governo) il potere di prendere decisioni di impiego relative a persone che lavorano in una posizione ministeriale. In un processo alla Corte Suprema degli Stati Uniti, il Dipartimento ha attaccato l’esistenza stessa dell’eccezione.

• La nuova legislazione dello Stato di New York che ridefinisce il matrimonio, con una dispensa religiosa decisamente ristretta. Gli impiegati della contea affrontano già un’azione legale per essersi rifiutati di partecipare a unioni dello stesso sesso, e i sostenitori dei diritti dei gay stanno sottolineando pubblicamente di quanta poca difesa della libertà religiosa godano persone e gruppi sotto la nuova legge.

La lettera dell’Arcivescovo Dolan ai Vescovi nella quale si annuncia l’istituzione del Comitato è consultabile su www.usccb.org/issues-and-action/religious-liberty/upload/dolan-letter-on-religious-liberty.pdf

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ZENIT Staff

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