I vescovi del Canada contro la tratta: "Bisogna sradicare esclusione sociale"

In un messaggio, la Conferenza Episcopale esorta a lottare contro quei fattori che rendono le persone facili prede della tratta

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“La lotta alla tratta di esseri umani esige che noi, in quanto componenti della società, sradichiamo quei fattori che causano l’esclusione sociale”. E’ quanto afferma mons. Paul-André Durocher, presidente della Conferenza Episcopale del Canada, in un messaggio diffuso in vista della prima Giornata internazionale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone, che si terrà domenica 8 febbraio.

L’iniziativa – riferisce Radio Vaticana – è stata promossa dai Pontifici Consigli della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti e della Giustizia e della Pace, assieme alle Unioni internazionali femminili e maschili dei superiori e superiore generali.

“Gli sforzi per sconfiggere la tratta non devono limitarsi solo alla tutela dei diritti umani”, afferma il presule nel suo messaggio, ma devono mirare anche allo sradicamento di quei fattori che provocano l’esclusione sociale ed economica delle persone, rendendole più vulnerabili e quindi più facilmente prede delle tratta.

E tra i fattori all’origine dell’emarginazione delle persone, spiega il presidente dei vescovi canadesi, ci sono “la povertà, la discriminazione sessuale, il razzismo, la mancanza di scolarizzazione, oppure le malattie mentali, alcune forme di dipendenza, i contesti familiari difficili o l’isolamento sociale”.

Durocher auspica, quindi, un impegno adeguato in ambito legislativo, affinché “le leggi vengano applicate e si lavori, a livello comunitario e politico, per la riabilitazione e il reinserimento sociale delle vittime della tratta”.

Infine, per celebrare nel modo migliore la Giornata di preghiera di domenica prossima, il vescovo offre ai fedeli alcuni suggerimenti: rileggere il messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale della pace 2015, dedicato proprio al tema della tratta. Ringraziare tutti i religiosi e i consacrati impegnati nella difesa delle vittime, informarsi su questo drammatico fenomeno che attanaglia il mondo, esortare i rappresentanti politici a fare di più e infine pregare “per tutte le persone ridotte in schiavitù, per i loro oppressori e per i membri delle istituzioni, affinché i loro occhi si aprano ed i loro cuori si accendano”. 

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ZENIT Staff

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