I vescovi d'Europa contro la tratta di persone, "moderna forma di schiavitù"

Riunite a Bruxelles, Comece e Kek formulano proposte per le Commissioni europee per combattere questa attività criminale che coinvolge oggi oltre 800mila donne, uomini e bambini

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Sono più di 800mila, attualmente, le donne, gli uomini e i bambini vittime della tratta nell’Unione Europea. E’ uno dei dati drammatici emersi dal seminario di dialogo con le Commissione europee organizzato dalla Comece (Commissione degli episcopati della Comunità Europea) e dalla Commissione “Chiesa e società” della Kek (Conferenza delle Chiese europee), svoltosi a Bruxelles.

Quasi il 60% delle vittime della tratta proviene da Paesi dell’Unione – si evidenzia nel comunicato finale dei lavori – ed è quindi urgente “intensificare la cooperazione tra la società civile e gli organismi della Chiesa che lavorano con le vittime a livello locale”.

Riprendendo le parole di Papa Francesco, i presuli europei ribadiscono poi che “la tratta di esseri umani è una forma moderna di schiavitù, un’attività criminale ed un’impresa mondiale a scopo di lucro”. Un fenomeno, inoltre, che ha numerose, amare, sfaccettature: lo sfruttamento sessuale, il lavoro forzato, la maternità “surrogata” coatta e l’adozione illegale, tanto che il 16% delle vittime è composto da bambini, spesso venduti per 40mila euro.

Quindi i partecipanti al seminario hanno lanciato l’appello affinché vengano raccolti dati più affidabili e completi sul crimine della tratta, in modo da permettere ai politici ed alle organizzazioni religiose di rispondere meglio ai bisogni delle vittime. “Le vittime del traffico di esseri umani – si legge nel comunicato – hanno bisogno innanzitutto di protezione e di assistenza attraverso un’attuazione maggiore della legislazione esistente”. Esse, prosegue la nota, “non dovrebbero essere punite per atti commessi quando si trovano nella condizione di vittime” e sarebbe necessario “un sostegno finanziario continuo degli organismi della società civile e della Chiesa” che lavorano in questo ambito.

Di fronte alla “complessità ed alla gravità” della situazione e guardando alle “nuove forme che assume oggi la tratta”, la Comece e la Kek hanno deciso di formulare, nelle prossime settimane, una serie di proposte e raccomandazioni per le Commissioni europee. 

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ZENIT Staff

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