I vantaggi e i problemi della sindrome di Asperger (Prima parte)

Intervista al Dr. Tony Attwood, psicoterapeuta, tra i maggiori esperti della sindrome

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di Davide Moscone

ROMA, mercoledì, 12 settembre 2012 (ZENIT.org) – Il Dr. Tony Attwood è considerato, a giusta ragione, il più grande esperto mondiale della Sindrome di Asperger, considerata una condizione lieve dello spettro autistico, che non indica però “che una persona è pazza, danneggiata o difettosa”, ma che “ha un modo diverso di essere e di pensare”. 

Sembra che il Dr. Hans Asperger, il primo che scoprì la tipicità della sindrome che porta il suo nome, guardando alle persone di successo nei settori della scienza, della tecnologia, dell’informazione, della politica e delle arti che hanno beneficiato dei segni della sindrome nel proprio profilo di abilità, affermò: “Sembra che per avere successo nella scienza o arte, un pizzico di autismo è essenziale. Per il successo, l’ingrediente necessario può essere la capacità di allontanarsi dal mondo quotidiano, dalla semplicità pratica, la capacità di ripensare un soggetto con originalità in modo da creare in nuovi modi, con tutte le abilità canalizzata in un interesse” (Asperger 1979, p.49). 

Per cercare di capire meglio come sia possibile individuare tale sindrome e soprattutto quali siano le strategie più avanzate per migliorare abilità specifiche a casa e a scuola, includendo i vantaggi di programmi per migliorare la comprensione sociale, lo psicologo evolutivo Davide Moscone ha intervistato Tony Attwood.

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Sono Davide Moscone dell’Associazione Spazio Asperger di Roma. Siamo un’associazione di promozione culturale scientifica e di supporto per le condizioni dello spettro autistico ad alto funzionamento come la sindrome di Asperger. Faccio parte del direttivo dell’associazione insieme a Giorgio Pomettini, il nostro web designer e a David Vagni, il principale articolista e moderatore del forum.

Spazio Asperger promuove un approccio sociale all’Asperger, quindi non solo i deficit ma anche e soprattutto i punti di forza, proprio come sostenuto dall’articolo The discovery of Aspie Criteria, scritto da lei insieme a Carol Gray. Oltre agli articoli divulgativi, scientifici e alle testimonianze di persone direttamente coinvolte nell’Asperger (sia aspie che parenti), moderiamo un forum dove le persone Asperger possono trovare uno spazio virtuale dove ricevere supporto e la possibilità di conoscere altre persone simili.

Poiché per l’Italia è una cosa nuova, dalla sua esperienza internazionale, come possono, questi luoghi di incontro virtuale, supportare gli aspie e i loro familiari nel processo di consapevolezza della propria particolare condizione? Quali criticità possono emergere? Può essere utile per i genitori di bambini Asperger o autistici leggere questi forum dove scrivono gli adulti, per capire i propri figli?

Attwood: Un’ottima domanda. Abbiamo visto che organizzare un forum per le persone con Sindrome di Asperger e per quelli che li amano e li supportano è stato di aiuto in vari modi. Per primo possono trovare un senso di identità in modo che le persone sentono che esiste un gruppo ed una cultura “alla quale appartengo e che mi supporta”.

Inoltre questo significa che le persone Asperger possono aiutarsi tra loro. Possono essere adulti che aiutano gli adolescenti a far fronte al bullismo e alle prese in giro, oppure si possono dare consigli rispetto alle relazioni… Possono essere, quelli che io chiamo, I mentori saggi della loro cultura. E’ anche un’opportunità per farsi buoni amici. Parte dell’amicizia è avere qualcuno con esperienze e valori simili.

Quindi possono nascere anche delle amicizie. Ma non è solo uno scambio di informazioni riguardo l’Asperger, è anche un’opportunità di avere un parere non ufficiale sui professionisti…“da chi mi consigli di andare…chi è più competente per una determinata tematica?”

Aiuta anche i genitori perché possono mettersi in contatto tra loro e possono anche vedere alcune delle possibili prognosi e a cosa devono preparare i loro giovani figli rispetto ai problemi dell’età adulta.

E’ anche un’opportunità per ridere e divertirsi, un’opportunità per godersi realmente le esperienze senza la sensazione di “dovrò spiegare tutto. Qui mi capiscono”.

Ora, se dovessero esserci delle difficoltà, ciò può accadere in qualsiasi gruppo di persone, possono esserci scontri di personalità e quelli con l’Asperger hanno personalità ben distinte tra loro. Quindi se dovessi dare un consiglio è quello di non essere critici o giudicanti con gli altri, non è un forum per discutere. E’ un forum di supporto non di critiche.

Alcuni aspie (diminutivo con cui si chiamano tra di loro gli Asperger) , soprattutto le giovani donne, hanno un livello relativamente alto di consapevolezza sociale, e spesso cercano di adattarsi mimando i pari o modelli di riferimento. Se questo da un lato può essere buono, dall’altro spesso induce ansia e può portare a comportamenti problematici o fuori contesto anche rispetto ai pari, in quanto spesso mancano comunque abilità più elaborate di teoria della mente. Come è meglio aiutare questo sottogruppo di persone?

Attwood: Non tutti gli Asperger sono uguali tra loro, dipende da come l’affrontano e come vi di adattano. A volte i ragazzi e gli uomini possono essere invadenti, irritanti e difficili, mentre le ragazze e le donne sono più ricche di risorse e intelligenti nel loro modo di affrontare l’Asperger. Una di queste strategie consiste nel riconoscere che “Sono differente dagli altri, ma li devo imitare per far parte del gruppo”, ma questo significa che stanno negando chi sono veramente.

E’ un processo artificiale. E’ come essere su un palco tutto il tempo. E’ estenuante. Si costruiscono un ruolo e un copione e poi hanno paura di perdere quella maschera. Non devono mai mostrare chi sono realmente, perché temono di non piacere a quelli che li vedono per come sono realmente. Questo provoca l’ansia di poter commettere un errore, ma può anche portare alla depressione basata su una bassa autostima e sul sentimento “Come sono dentro è così sbagliato che lo devo assolutamente nascondere”.

Quindi, quello il mio compito come psicologo è quello di incoraggiare la persona ad essere fedele a se stessa in modo da avere la possibilità di arrivare alla consapevolezza che “Tu non sei sbagliata. Non sei difettosa. Sei differente e le persone dovrebbero accettarti per quella che sei”. Diventare una persona costruita è un processo artificiale, estenuante, e dannoso per il benessere psicologico. Nonostante le difficoltà possono riuscire a diventare ciò che la gente vuole che esse siano e ci riescono così bene che le altre persone non riescono a credere che abbiano l’Asperger: “Ma sei così socievole!”.

Quindi la persona può riuscire a fingere. Possono avere l’abilità di essere socievoli, sorridere, ma il giorno dopo sono esauste. Hanno quello che noi chiamiamo “emicrania sociale”, e sono assolutamente esauste e non vogliono che gli altri le vedano per quello che sono. Quindi capisco perché usano questa strategia. A volte è realmente necessario recitare, ma solo temporaneamente. Come si dice in Inghilterra “Quando sei a Roma comportati come i romani” e questo è ciò che fanno.

* Per ogni informazione e approfondimento Spazio Asperger: http://www.spazioasperger.it

Per informazioni sul convegno del 4-5 giugno 2013 in cui Attwood sarà a Roma presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum: http://www.spazioasperger.it/valutazione-e-intervento/102-convegno-autismo-chi-sono-le-persone-asperger

[La seconda parte dell’intervista verrà pubblicata domani 13 settembre 2012]
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ZENIT Staff

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