I vantaggi dell'agricoltura sinergica

Il metodo permette l’autofertilità del suolo e potrebbe essere replicata nei centri urbani rendendoli più vivibili

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L’agricoltura sinergica è un metodo di coltivazione che ha come scopo principale quello di promuovere i meccanismi di autofertilità del suolo. Questa tecnica di coltivazione si basa sulle intuizioni e sperimentazioni dell’agronomo giapponese Masanobu Fukuoka e sul successivo lavoro dell’australiano Bill Mollison uno dei pionieri della permacoltura. Entrambi hanno cercato di conciliare i bisogni umani con quelli della natura attraverso la costituzione di un equilibrio tra l’ambiente naturale e quello antropizzato.

Questo metodo è stato adottato dagli anni ‘80 al clima mediterraneo dall’agricoltrice spagnola Emilia Hazelip che ha definito l’agricoltura sinergica come: “la forma di coltivazione più naturale di quelle conosciute, perché lavora con le dinamiche di fertilità naturali del suolo. In sostanza ciò significa che il suolo migliora e poi mantiene la sua fertilità se un certo numero di piante vengono messe a dimora densamente in esso e se viene usata la pacciamatura per imitare lo strato di foglie e compost che si forma spontaneamente in natura. Non c è bisogno di ammendanti di alcun tipo, neanche di compost, fertilizzanti organici, polvere di roccia, preparati bio-dinamici, etc., poiché il suolo se trattato correttamente, si comporterà come il suolo incolto”.

Sin dagli anni ’30 del secolo scorso Fukuoka ha concretamente sperimentato e dimostrato che l’agricoltura può essere praticata rispettando la dinamica degli organismi viventi che si trovano naturalmente nel suolo in modo che le piante possano naturalmente sintetizzare e convertire gli elementi ad esse necessari.

L’agricoltura tradizionale crede invece che se una data quantità di elementi si trova in una pianta coltivata e raccolta, la stessa quantità di elementi dovrebbe essere re-introdotta nel suolo altrimenti questo si impoverisce. In sintesi le piante sono accusate di sottrarre fertilità al suolo ma ricerche compiute da vari microbiologi a partire dagli anni ’70 hanno confermato quanto intuito da Fukuoka. Ovvero che, durante la vita di una pianta, fino al 25% dell’energia prodotta con la fotosintesi viene da essa persa nel suolo sotto forma di essudati e cellule morte. Questi composti sono fonte di energia per i microrganismi che proliferano nella rizosfera e che sono responsabili della mobilitazione di nutrienti dal suolo necessari per le piante.

Il primo esempio di orto sinergico didattico-sperimentale realizzato a Bassano Romano (Vt), ha avuto luogo presso l’azienda agricola Fonteceraso, gestita dal dott. Matteo G. Geraldi. Questo lavoro sperimentale ha lo scopo di fornire uno strumento didattico per le nuove generazioni formandole al rispetto e alla salvaguardia dell’ambiente agro-silvo-pastorale. Inoltre questo modello potrebbe essere un’idea replicabile nei centri urbani fortemente popolati per renderli più vivibili dando allo stesso tempo un contributo concreto per la salvaguardia del poco suolo coltivabile tramite il biorisanamento della stessa terra.

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Per info:

dott. Matteo G. Geraldi
392.15.68.606
matteo.geraldi@gmail.com

Bibiografia:

Fukuoka M., 2003, La rivoluzione del filo di paglia. Un’introduzione all’agricoltura naturale, Libreria editrice fiorentina

Hazelip E., Agricoltura ecologica – Ecologia profonda. www.agricolturasinergica.it/pubblicazioni.asp

Mollison B. Slay R.M., 2007, Introduzione alla permacoltura,Terra nuova edizioni

Fukuoka M., 2001, La fattoria biologica, Ed. Mediterranee

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ZENIT Staff

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