I tanti Nomi di Maria

Intervista a padre Stefano De Fiores, docente alla Pontificia Facoltà Teologica “Marianum”

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di Maurizio Tripi

ROMA, mercoledì, 19 maggio 2010 (ZENIT.org).- Si svolgerà ad Ischia presso la parrocchia di S. Antonio Abate dal 27 al 28 maggio prossimi il XXVI Colloquio Internazionale di Mariologia “Maria la Donna dai molti Nomi”.

A presiedere il Colloquio internazionale sarà monsignor Filippo Strofaldi, Vescovo di Ischia. Modererà il giornalista Enrico Vidau, segretario dell’AMI (Associazione Mariologica Interdisciplinare Italiana).

Per conoscere ragioni e scopi dell’incontro, ZENIT ha intervistato uno degli ideatori del Colloquio, padre Stefano De Fiores, Presidente dell’Associazione Mariologica interdisciplinare Italiana.

Padre, qual è  il carisma della mariologia nell’epoca di Internet?

De Fiores: I mezzi di comunicazione rischiano oggi di esaurirsi nell’apparire senza trasmettere nessun messaggio vitale. Maria riempie Internet con la sua figura portatrice di valori. Nella sua vicenda evangelica ella si mostra come una donna ebrea abituata a riflettere sugli eventi della vita, a rispondere con responsabilità alla vocazione di Madre del Verbo di Dio incarnato, a proiettare chi incontra verso Dio autore della sua grazia straordinaria. Soprattutto in questa «società liquida» (Z. Baumann), incapace di impegni solidi e permanenti, Maria rappresenta la persona che fa della sua vita un dono nelle mani del Padre e persevera fino alla croce e alla pentecoste tra i discepoli di Cristo. Anche attraverso Internet è possibile suscitare la lode di Maria da parte delle generazioni umane.

Potremmo definire la figura di Maria come unificatrice tra Oriente ed Occidente visto che sia gli ortodossi quanto i musulmani ne riconoscono il valore e l’importanza?

De Fiores: Una madre vuole sempre il bene dei figli, la loro concordia e fraternità. Tanto più Maria, che Giovanni 19,25-27 addita come la Gerusalemme che accoglie nelle sue mura i figli di Dio dispersi per radunarli nell’unico tempio costituito da Cristo. Maria è certamente elemento di unità tra ortodossi e cattolici, caratterizzati da profonda venerazione e amore verso di lei. Anche i musulmani, che incontrano difficoltà nel dialogo su Cristo, sono invece molto propensi ad onorare la madre di Gesù lodata a più riprese nel Corano. Perfino tra i cristiani evangelici Maria comincia ad apparire non già come elemento separante, ma persona biblica tutta orientata a Cristo salvatore.

Questo è il XXVI Colloquio Internazionale di Mariologia. C’è ancora molto da approfondire sul culto mariano?

De Fiores: La tematica del Colloquio è nuova ed interessante, in quanto affronta per la prima volta il fatto costatabile dei molti nomi con cui Maria è invocata dai padri della Chiesa e dai fedeli. S’indagherà le cause di questo fenomeno, già presente nella Scrittura che chiama Maria «colmata di grazia» e «benedetta fra le donne», ma che si svilupperà nei secoli sulla base degli interventi di lei nella storia locale attraverso apparizioni e miracoli. Lo stesso Manzoni ne Il Nome di Maria canta: «O Vergine, o Signora, o Tuttasanta, / che bei nomi ti serba ogni loquela». Si tratta di non assolutizzare questi e altri titoli fino a metterli in competizione tra loro, poiché la persona di Maria rimane unica: quella della Madre di Dio fatto uomo.

Quali sono le sfide che interpellano la mariologia in questo nuovo Millennio?

De Fiores: La mariologia avrà futuro in quanto sarà capace di rinnovarsi nei metodi e nei contenuti per poter rispondere alle esigenze dei tempi. Essa non ha ancora valorizzato sufficientemente la Via della bellezza additata da Paolo VI, la Via della spiritualità tanto cara a Giovanni Paolo II, la Via dell’antropologia su cui insiste Benedetto XVI. Soprattutto la mariologia deve mostrare che Maria, lungi dal tenere la donna in stato d’inferiorità, la promuove in campo civile e religioso invitandola ad assumere il proprio compito con impegno e responsabilità. Inoltre Maria è parte importante della nuova evangelizzazione, come «segno del Dio vicino» che aiuta a risvegliare la coscienza del battesimo per una maggiore fedeltà a Cristo. Infine Maria nelle sue apparizioni eleva la qualità di vita della Chiesa e prepara i fedeli alle lotte future contro le forze di morte in atto nel mondo.

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ZENIT Staff

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