I sacerdoti nello Sri Lanka, "frutto dei semi missionari"

Papa Francesco, ricevendo i vescovi srilankesi in visita ad limina, ha ricordato il grande contributo della Chiesa nell’opera di carità e nel dare un’immagine di “unità nella fede”

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Lo Sri Lanka ha bisogno del lievito del Vangelo. Per questo stamani il Santo Padre, nel discorso consegnato ai vescovi srilankesi ricevuti in occasione della visita ad limina, ha ricordato loro che “molto lavoro deve essere fatto per promuovere la riconciliazione, per il rispetto dei diritti umani e per superare le tensioni etniche che rimangono” dopo anni di guerra.

Nell’isola, dove pure si intravede “una nuova alba di speranza”, imperversano estremisti religiosi che “nel promuovere un falso senso di unità nazionale basato su una singola identità religiosa, hanno creato tensioni attraverso vari atti di intimidazione e di violenza”.

Un esempio positivo giunge proprio da parte della Chiesa cattolica che, nel Paese, vive una situazione di unità affatto scontata, “al suo interno infatti cingalesi e tamil trovano opportunità per studiare, lavorare e frequentare insieme la parrocchia” senza negare le difficoltà, le paure e la mancanza di fiducia. “La fede – ha aggiunto il Pontefice – può provvedere a creare un’atmosfera di dialogo per costruire una società più giusta”. Pertanto, “la Chiesa è in una posizione unica per fornire un’immagine vivente di unità nella fede”.

I sacerdoti che la rappresentano sono dunque “una grande benedizione e un frutto diretto dei semi missionari piantati molto tempo fa”. Da qui l’invito ad essere “padri” “attenti alla formazione umana, intellettuale, spirituale e pastorale” non solo durante il seminario ma “per tutta la vita”.

Chiesa che ha reso un servizio efficace, di grande carità, dopo lo tsunami del 2004 e non ha lesinato sforzi nell’impegno di riconciliazione e ricostruzione post-bellica. Papa Francesco ha dunque scritto che “questa testimonianza profetica di servizio dimostra che i poveri non possono essere dimenticati né può essere permessa una crescente ineguaglianza”.

Restano tuttavia gravi problemi come eredità della guerra e delle crisi economiche. “Molti hanno perso la loro occupazione e così le famiglie sono state separate, i coniugi hanno lasciato le loro case in cerca di lavoro”. Papa Francesco riserva la sua attenzione anche nei confronti della realtà crescente dei matrimoni misti, “che richiedono una maggiore attenzione alla preparazione e assistenza alle coppie per la formazione nella fede dei loro bambini”.

Il Santo Padre ricorda che “quando siamo attenti alle nostre famiglie e alle loro esigenze, quando comprendiamo la loro difficoltà e le speranze, abbiamo rafforzano la testimonianza della Chiesa e all’annuncio del Vangelo”. Papa Francesco sottolinea che “sostenendo l’amore coniugale e la fedeltà, aiutiamo i fedeli a vivere la loro vocazione liberamente e con gioia, e apriamo le nuove generazioni alla vita di Cristo e della sua Chiesa”.

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ZENIT Staff

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