I "nonni" del Salvatore

La devozione dei genitori di Maria consente una breve riflessione sull’impoverimento radicale del concetto di famiglia

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Nonostante le prime avvisaglie del loro culto, nell’Occidente cristiano, risalgano alla fine del primo Millennio, indubbiamente San Gioacchino e Sant’Anna appartengono ormai, a pieno titolo, all’ “immaginario” religioso della Chiesa e godono ancora – pur in un’epoca di vasta secolarizzazione – di grande popolarità tra i credenti.

La crescente attenzione nei confronti della Madre del Signore contribuì, nel corso dei primi secoli della cristianità, a ricercare le origini di Maria Santissima, a indagarne la vicenda terrena, riscoprendo – nella letteratura apocrifa – indizi e suggestioni non raccolte nei Vangeli canonici.

Solo al ‘500 risale l’introduzione della festa congiunta dei due sposi, genitori della Vergine e di conseguenza “nonni” del Salvatore. Soprattutto Sant’Anna fu oggetto di una vasta devozione, legata principalmente all’ambito familiare e alla richiesta e alla tutela della maternità.

La tradizione – che risale prevalentemente al Protovangelo di Giacomo, con la successiva acquisizione di dettagli, dettati dalla fede o dalla fantasia – ci racconta di due pii anziani, privi della gioia della figliolanza, i quali, per intervento celeste, ottengono in dono la creatura più santa e più bella, destinata a essere la Madre del Messia. La iconografia cristiana li raffigura spesso sullo sfondo dell’uscio domestico, presso cui Anna diede la gioiosa e insperata notizia della gravidanza al marito, che si era ritirato nel deserto a pregare, per piangere il “disonore” della loro sterilità. La “porta di casa” entrerà così, nella simbologia della fede, associata ai due Santi, come richiamo alla Ianua Coeli, titolo mariano che sottolinea finalmente il definitivo “ripristino” della via che riconduce – attraverso il “sì” di Maria – l’umanità al Cielo.

Al di là dei particolari biografici, ben difficilmente ricostruibili, la devozione ai Santi Gioacchino e Anna consente una breve riflessione sull’impoverimento radicale del concetto di famiglia, a cui assistiamo purtroppo da tempo, che trova nella “fantasiosa” ideologia gender la sua manifestazione più evidente e devastante. La pretesa cancellazione delle distinzioni sessuali, l’equiparazione delle coppie omosessuali a quelle “naturali”, tra le tante assurde conseguenze porta con sé anche il misconoscimento di un quadro familiare popolato di figure care all’affettività di ogni generazione.

La confusione di ruoli, ormai considerata come una delle tante “conquiste” civili degli ultimi decenni (accanto al divorzio, all’aborto, alla eutanasia, alla manipolazione genetica, all’affitto dell’utero materno, ecc.), non fa altro che apportare l’ennesima ferita mortale a quella delicatissima trama di relazioni, che hanno da sempre arricchito le nostre case, allietato il cuore dei nostri bambini, donato sicurezza e stabilità al presente, che nella vita e nella esperienza dei “vecchi” ha riconosciuto un valore straordinario,

I Santi genitori della Vergine siano intercessori di questa nostra epoca, confusa e disumana, che nel nome del presunto diritto personale di disporre di sé – in qualunque modo e secondo il proprio arbitrario criterio – non fa che demolire e cancellare, giorno dopo giorno, la bellezza e la fragranza della vita. Gioacchino e Anna siano i celesti custodi delle nostre famiglie, ci aiutino a ricomporre le lacerazioni, a risanare i conflitti, a ritrovare la strada maestra del dialogo, del rispetto, dell’amore.

Attraverso la loro preghiera, giunga al Cielo anche questa nostra implorazione: preservate i nostri anziani, patrimonio impagabile delle nostre famiglie, depositari di un tesoro di umanità, di tradizione e di fede che nulla può sostituire e che il Figlio stesso di Dio ha voluto, come “corredo” vivo e santo della sua esistenza terrena.

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Mario Piatti

Padre Mario Piatti, I.C.M.S., è direttore del mensile Maria di Fatima

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