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“I Medici”: una scommessa vinta

Nonostante una sceneggiatura non impeccabile e qualche imprecisione storica di troppo, la serie avvicina la Rai al livello delle grandi produzioni internazionali

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Con un colpo di scena finale degno dei migliori gialli, si è chiusa la prima stagione de I Medici, la serie televisiva anglo-italiana, prodotta da Rai-Lux Vide e Wild Bunch, che racconta, in versione romanzata, l’ascesa al potere della famiglia di banchieri nella Firenze rinascimentale. Sostenuta da una campagna promozionale efficace, era una delle novità più attese della stagione autunnale, il primo vero tentativo della tv pubblica italiana di raggiungere il livello delle grandi produzioni internazionali. Un tentativo in buona parte riuscito.
Il primo dato da sottolineare è il grande successo di pubblico: gli otto episodi, trasmessi a coppie in quattro serate, si sono costantemente mantenuti vicini al 30% di share, superando film pluripremiati in prima visione italiana e perfino le partite di Champions League. Nonostante i dialoghi non sempre incisivi a dovere e alcuni personaggi non approfonditi quanto avrebbero meritato (come la serva Maddalena, amante di  Cosimo de’ Medici durante l’esilio veneziano, relazione extra coniugale documentata storicamente con tanto di figlio naturale, Carlo, poi riconosciuto dal padre ), lo sceneggiatore americano Frank Spotnitz, noto per aver lavorato nella celebre serie X-Files, è riuscito a costruire una trama credibile e avvincente, fondata su intrighi, complotti, omicidi e politica più che sull’azione.
Il mistero sull’identità dell’assassino di Giovanni de’ Medici (storicamente invece morto di vecchiaia) porta lo spettatore a sospettare diversi colpevoli, fino alla clamorosa rivelazione finale. È una delle linee narrative più convincenti della serie. Il personaggio più riuscito è Contessina de’ Bardi, moglie di Cosimo, interpretata dall’attrice inglese Annabel Scholey. È una donna forte e determinata che accetta il matrimonio combinato dal padre per salvare le sorti finanziarie della famiglia ma, con il tempo, impara ad apprezzare e amare il marito, sostenendolo nella sua ascesa politica anche quando non ne condivide le scelte. Arriva anche a perdonare il suo tradimento e accettare di crescere in casa propria il figlio nato dalla relazione extra coniugale.
Buona anche la performance recitativa dello scozzese Richard Madden nei panni di Cosimo de’ Medici. Il Robb Stark di Game of Thrones riesce a incarnare le sfaccettature di un personaggio complesso, tormentato dai sensi di colpa per le morti causate e dai rimorsi per il primo amore perduto e i sogni di artista sfumati, ma determinato nel condurre la propria famiglia al governo di Firenze. Con le sue abilità politiche, diplomatiche e finanziarie, Cosimo riesce a prevalere sulle famiglie rivali degli Albizzi e dei Pazzi, ricordando sempre l’insegnamento del padre Giovanni secondo cui, a volte, è necessario compiere del male per raggiungere un bene superiore.
Un altro punto di forza de I Medici sono le scenografie e i luoghi delle riprese. Il Comune di Firenze ha messo a disposizione la Cattedrale di Santa Maria del Fiore, il Battistero di San Giovanni e alcune sale interne di Palazzo Vecchio. La maggior parte delle scene esterne sono state invece girate in altri diversi splendidi centri medievali e rinascimentali dell’Italia Centrale: Montepulciano, Pienza e San Quirico d’Orcia in provincia di Siena, il Castello Odescalchi di Bracciano in provincia di Roma e infine, nel viterbese, il centro storico medievale del capoluogo e Palazzo Farnese a Caprarola.
L’elemento che invece ha attratto le maggiori critiche è stata la libertà con cui gli autori hanno modificato diversi fatti storici (su Zenit ne abbiamo già parlato, commentando le prime due puntate). Partendo dalla considerazione che probabilmente una fedeltà maggiore alla storia non avrebbe reso la serie meno intrigante, bisogna comunque ricordare che I Medici è stata fin da subito presentata come una fiction, un prodotto di intrattenimento e non certo un documentario storico. Alcuni eventi e personaggi sono stati alterati per rendere la serie accessibile a un pubblico più ampio, che non includesse solo appassionati di storia. Non diversamente da quanto accaduto per altre serie famose come I Tudor e I Borgia.
Spotnitz ha dichiarato apertamente che l’impostazione de I Medici si ispira a quella del film Amadeus per la vita di Mozart e alla trilogia del Padrino per le vicende sulla mafia italo-americana. Ecco quindi che queste critiche perdono buona parte del proprio fondamento perché basate su una premessa sbagliata. La serie è stata inoltre un’occasione per spingere tanti spettatori di età diverse a scoprire o riscoprire la storia dei Medici. Anche solo la curiosità di verificare cosa corrispondesse a verità e cosa no, ha comunque raggiunto uno scopo didattico che in ogni caso, ripetiamo, non era e non voleva essere il principale.
E d’altra parte, la fedeltà storica non è poi stata così bassa: è vero che Cosimo cercò alleanze con alcune delle più illustri famiglie aristocratiche fiorentine attraverso il matrimonio del fratello minore Lorenzo (non si tratta del Magnifico) con Ginevra Cavalcanti e del figlio Piero con Lucrezia Tornabuoni. L’obbiettivo era alzare il prestigio sociale dei banchieri Medici, lo stesso che aveva spinto il padre Giovanni a combinare il matrimonio del figlio con Contessina. Ed è vero che l’esilio da Firenze di Cosimo fu orchestrato da Rinaldo degli Albizzi con l’accusa di voler rovesciare le istituzioni comunali, a testimonianza del timore di molte famiglie potenti fiorentine riguardo l’ascesa dei Medici.
Cosimo fu effettivamente condannato a morte in un primo momento, ma la sentenza fu commutata in esilio grazie alle sue amicizie con diversi governanti di altri Stati italiani come il doge di Venezia e il duca di Ferrara. Senza dimenticare le pressioni di papa Eugenio IV, non disposto a tollerare che il capo della principale banca di fiducia per la riscossione delle decime papali fosse giustiziato. Non fu quindi una spettacolare irruzione a cavallo di Contessina de’ Medici a Palazzo della Signoria a salvare il marito, un gesto anche solo difficile da immaginare per una donna del Quattrocento.
Come mostrato nella fiction, Lorenzo radunò davvero un esercito per prendere Firenze con la forza e liberare Cosimo, ma fu poi dissuaso e seguì il fratello maggiore in esilio a Venezia. Un esilio che fu effettivamente breve, grazie ai buoni rapporti con il doge e all’influenza che i Medici riuscivano comunque a esercitare sulla vita politica fiorentina, pur avendo lasciato la città. Lorenzo visse tutta la vita come fedele braccio destro di Cosimo e morì in giovane età, ma non a causa di un omicidio commissionato dalla famiglia dei Pazzi.
Al rientro dall’esilio i Medici si presero la rivincita sui loro principali rivali, gli Albizzi, esiliandoli a loro volta. Il capofamiglia Rinaldo morì ad Ancona in esilio nel 1442 e non fu ucciso, come mostrato nella fiction, da mercenari assoldati forse proprio da Cosimo. Un mistero che non viene chiarito del tutto e che potrebbe essere uno dei punti di partenza della seconda stagione, già annunciata e probabilmente incentrata su Lorenzo il Magnifico, figlio di Piero e quindi nipote di Cosimo, la cui nascita è annunciata dalla madre Lucrezia alla nonna Contessina in una delle ultime scene.
Anche l’esilio a Firenze di papa Eugenio IV (1434) è un fatto storico. Il pontefice fu costretto ad abbandonare Roma a causa di una rivolta fomentata dalla famiglia dei Colonna, che portò alla creazione di un libero Comune nel territorio capitolino. Non si trattò quindi, come mostrato nella serie, di un’occupazione da parte delle forze dei Visconti, duchi di Milano e nemici di Firenze. È vero però che fu il vescovo-guerriero di Recanati a riportare Roma sotto il controllo papale anche se, nella fiction, viene accentuato il ruolo di Cosimo nella questione, così come quello del pontefice nella rivalità fra Medici e Albizzi.
Eugenio IV è stato un personaggio importante per la storia della Chiesa. Sotto il suo pontificato si svolse il Concilio di Basilea-Ferrara-Firenze (1431-1445) che sancì l’effimera riunificazione fra le Chiese cristiane di Occidente e Oriente. Una riunificazione mai di fatto ratificata dai vertici politici ed ecclesiastici dell’Impero Bizantino e che perse qualunque efficacia con la conquista turca di Costantinopoli nel 1453.
Nonostante non ci sia stata chiarezza sulla sorte dei Pazzi, nuovi nemici dei Medici dopo la sconfitta degli Albizzi, questa prima stagione si è conclusa in modo convincente e lascia ben sperare per la seconda. L’augurio è che siano risolti i nodi della trama lasciati insoluti e che il livello complessivo possa almeno mantenersi su questi standard. Ma migliorare ancora non guasterebbe affatto, come ci ha insegnato proprio il Rinascimento.

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Alessandro de Vecchi

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