"I giovani non sono un pubblico da indottrinare, ma i protagonisti della società"

Dal 27 luglio al 3 agosto, a Scalea, la 31° edizione Seminario Quarenghi promosso dal Movimento per la Vita Italiano. Intervista a Tony Persico, responsabile MpV

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Torna il Seminario “Vittoria Quarenghi”, il consueto appuntamento per i giovani prolife promosso dal Movimento per la Vita Italiano. La 31° edizione, dedicata al legame tra promozione della famiglia e difesa della vita, si svolgerà quest’anno a Scalea, dal 27 luglio al 3 agosto. Ne abbiamo parlato con Tony E. Persico, responsabile giovani del MpV.

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Il titolo dell’edizione 2014 “Per amare ed essere amato” è una citazione di Madre Teresa, perché avete scelto questa frase?

Persico: Madre Teresa diceva che ciascun bambino “È stato creato per un grande scopo: amare ed essere amato”. Questa espressione riassume la relazione tra famiglia e vita su cui ci confrontiamo quest’anno. Una relazione che si svela attraverso la vocazione all’amore di ciascuno. La sacralità della vita e la preziosità della famiglia sono in funzione di questo compito d’amore, un legame che va riaffermato continuamente in risposta ai tanti attacchi condotti all’insegna dell’ideologia “gender”.

Perché gender e famiglia sono in conflitto?

Persico: Perché la visione dell’uomo alla base dell’ideologia “gender” è inconciliabile con la famiglia e la sua vocazione naturale all’accoglienza della vita. Se pensiamo che la libertà è assoluta, se il nostro desiderio è la sola morale, la vita degli altri – compresa quella dei figli – diventa un mero strumento. Nella famiglia accade l’opposto: ognuno si fa protagonista della felicità altrui. Se non c’è una natura da rispettare escludiamo qualsiasi ecologia umana e viene meno la nostra natura relazionale. Ha ragione G. Kuby quando descrive l’ideologia “gender” come un attacco “all’intera umanità”. 

Quali sono i fronti di questo conflitto?

Persico: Abbiamo assistito, negli ultimi anni, ad una escalation su tutti i fronti: politico,  culturale, educativo. Sul versante politico il decreto Scalfarotto propone di punire la libera manifestazione delle opinioni contrarie all’ideologia gender. Altri attacchi trasversali minano la tenuta sociale della famiglia, come la recente calendarizzazione della proposta del “divorzio breve”. Come pure i continui attacchi della giurisprudenza al divieto di fecondazione eterologa contenuto nella legge 40.

Immagino che rivolgendovi ai giovani siate ancora più preoccupati per quanto riguarda gli aspetti educativi e culturali?

Persico: A noi interessa coinvolgerli in prima persona perché sono il bersaglio preferenziale dei recenti tentavi di ri-educazione. Si pensi alla recente iniziativa dei libretti UNAR diffusi nelle scuole con pesanti giudizi sulla religione e sul ruolo della famiglia. I giovani non sono affatto un pubblico: lo sono per quanti vorrebbero indottrinarli, per noi sono i veri protagonisti dell’educazione. Vogliamo provocare i ragazzi, aiutarli a essere critici nei confronti della società e della comunicazione. Pensiamo, ad esempio, alle linee-guida Lgbt per i giornalisti che dettano la scelta delle notizie, addirittura delle parole e del loro significato: una vera e propria prova di antilingua che i ragazzi possono riconoscere e smascherare.

Se l’ideologia gender non è una risposta valida, qual’è la proposta alternativa?

Persico: È semplice e immediata: recuperare la centralità della famiglia, come sanciscono anche la nostra Costituzione e la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Questi due documenti, che già 60 anni fa riconoscevano il ruolo sociale e umano della famiglia, andrebbero riletti con attenzione… Si tratta di una proposta basata sulla ragione, sui sentimenti, sulla relazione e la fiducia nell’altro che solo la famiglia può realizzare compiutamente. Per questo la famiglia è anche il luogo d’elezione di accoglienza della vita, dove le pretese individuali sono superate dall’abbraccio dell’amore. L’ideologia gender ci illude di realizzare tanti desideri. Ripartire dalla famiglia ci permette di conseguirne solo uno, l’unico che in fondo ha importanza: la piena realizzazione della persona e della sua felicità.

E come farete a mostrare questa felicità ai ragazzi?

Persico: Sicuramente ai relatori, tutti esperti e preparatissimi, non mancano argomentazioni ragionevoli, ma prima ancora la particolarità del Seminario Quarenghi è l’esperienza, la testimonianza. Interpreti di questa condivisione saranno, tra gli altri: Carlo Casini, presidente MpV; Ernesto Olivero, Fondatore del Sermig di Torino; Mario Sberna, già Presidente Associazione Famiglie Numerose; Filippo Boscia, presidente dei Medici Cattolici; Saverio Sgroi, di Cogito et Volo. Il primo argomento è sempre l’esempio, come le testimonianze sul nostro sito prolife.it possono confermare. Vogliamo mostrare ai ragazzi che non solo è possibile recuperare le differenze di fronte al pensiero unico, ma soprattutto che possono “fare la differenza”. Possono sperimentare in prima persona, attraverso le tante forme di volontariato per la vita, la gioia di servire e amare la vita.

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Per informazioni, programma e iscrizioni, visitare il sito: seminarioquarenghi.blogpot.it

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Giovanna Sedda

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