"I giovani devono entrare da protagonisti nella Chiesa"

Saluto di mons. Enrico dal Covolo al “First International Meeting of Young Catholics for Social Justice”

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Pubblichiamo di seguito il saluto introduttivo del Rettore della Pontificia Università Lateranenese, monsignor Enrico dal Covolo, al “First International Meeting of Young Catholics for Social Justice”, che si svolge dal 20 al 24 marzo presso l’ateneo pontificio.

***

Confratelli nel ministero episcopale e sacerdotale,
Illustri Autorità e Ospiti,
Professori e Studenti,
Carissimi ragazzi e ragazze provenienti da tutto il mondo,

il mio cuore è colmo di gioia e di emozione, una gioia che potete facilmente immaginare, ma che è altrettanto difficile da esprimere e manifestare.

Grazie per la vostra presenza! Vi voglio bene!

Grazie per essere qui, nella Pontificia Università Lateranense….

E’ l’Università di Papa Francesco!

Grazie per il vostro servizio e per la vostra testimonianza quali efficaci araldi della fede nelle cose sperate, come il Concilio vaticano II definisce le persone che, in base alla fede, si preoccupano come voi del presente e del futuro.

Molti di voi hanno viaggiato tanto, per arrivare qui. Alcuni giungono “quasi dalla fine del mondo….”, per citare una ormai popolare affermazione del nostro amato papa Francesco. Mi perdonerà il Santo Padre se continuo ad appropriarmi affettuosamente delle sue citazioni. Questa Aula Magna, nella quale siete tutti qui raccolti, diviene oggi un’aula magna dalle dimensioni mondiali, grazie ai mezzi di comunicazione e alla diretta streaming dell’evento sul web.

Ma il mio vuole essere solo un fugace saluto.

Parto da un passo delle Fonti Francescane, che ci fa capire quanto san Francesco d’Assisi avesse a cuore i giovani. Francesco desiderava infatti che i suoi frati fossero in grado di dire parole capaci di penetrare il cuore dei giovani…

Noi tutti abbiamo dispiegato un grande impegno per organizzare questo meeting internazionale. Lo abbiamo fortemente voluto. Crediamo e sappiamo di aver fatto il massimo. Ma ora spetta a voi, cari amici e amiche.

Questo non è semplicemente un incontro, che tra pochi giorni finirà, di giovani impegnati nell’animazione sociale e politica, con ispirazione cristiana.

Noi desideriamo invece che in questi giorni voi possiate lavorare e dar vita, con le vostre idee e iniziative, a un Osservatorio permanente, che aiuti la Chiesa non solo a dialogare con i giovani, ma anche a prendere decisioni insieme a voi!

I giovani devono entrare da protagonisti nella Chiesa, ed è per questo che le vostre idee per la nuova evangelizzazione sono per noi tutti delle gemme preziose.

Su questo vi chiediamo di lavorare intensamente, con responsabilità, in questi giorni.

«Tutti – scriveva Henri Duvernois – dobbiamo avere una gioventù; poco importa l’età nella quale si decide di essere giovani».

Io mi sento personalmente molto giovane, molto vicino a ognuno di voi.

Pur non essendo, per dichiarata anagrafe, un nativo digitale, tuttavia riconosco e comprendo ovviamente il ruolo ormai imprescindibile dei nuovi mezzi di comunicazione. Mezzi attraverso i quali sarete chiamati a dialogare d’ora in avanti per produrre contenuti, idee, progetti e iniziative utili ad arricchire questo “laboratorio di idee” che sarà l’Osservatorio dei giovani cattolici, in collaborazione e in sintonia profonda con il Cortile dei Gentili.

Emerge la consapevolezza che ci troviamo di fronte a una cultura che possiamo chiamare “cultura digitale”. Essa è originata dalle nuove tecnologie comunicative. Che essa sia una grande sfida per la comunità ecclesiale, lo dimostra la vostra presenza oggi. Questo meeting è possibile soprattutto grazie ai social media…, e la grande attenzione che i giornali (anche laici) e i mezzi di comunicazione hanno dedicato a questo evento trova ragione in questa novità assoluta, in cui la Chiesa vuol entrare sempre di più.

Si tratta di una nuova cultura,indotta dalla comunicazione sociale. Il Papa emerito Benedetto XVI ha definito i social media una nuova agorà. Noi crediamo fortemente in questo messaggio.

Vi incoraggio, perciò, in questi giorni, a impegnarvi generosamente, affinché le vostre intelligenze e le vostre competenze diano frutti di vita. Frutti essenziali della fede,per rispondere agli interrogativi e alle problematiche che pone il nostro mondo globalizzato.

Rimangono sempre perfettamente attuali le parole del Servo di Dio Paolo VI, il quale affermava: «Occorre evangelizzare, ma non in maniera decorativa, a somiglianza di vernice superficiale: in modo vitale, in profondità e fino alle radici. Occorre evangelizzare la cultura e le culture dell’uomo… partendo sempre dalla persona,e tornando sempre ai rapporti delle persone tra di loro e con Dio» .

Cari amici e amiche, concludo.

Desideriamo che voi siate una Luce nella notte, nuovi Seminatori di gioia, divulgatori di libertà dello Spirito.

Siate testimoni della nostra fede!

E ora, non mi resta che implorare per tutti noi la benedizione di Dio e la forza dello Spirito Santo, affinché possiamo, ciascuno nel proprio campo d’azione, riconoscere e testimoniare l’amore di Dio e la sua misericordia, la sua custodia amorosa sul creato e su tutti noi.

Vi ringrazio per la vostra attenzione e vi consegno a mani e a voci ben più esperte e autorevoli delle mie.

Vi presento il nono Successore di Don Bosco, il Rettor Maggiore dei Salesiani, don Pascual Chavez!

+ Enrico dal Covolo

Laterano, 20 marzo 2013.

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ZENIT Staff

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