I genitori milanesi contro l'indottrinamento scolastico dei propri figli

Previsto domani sera un incontro per far fronte alla “strategia” di introdurre l’ideologia gender nelle scuole

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I bambini milanesi dovranno rinunciare a favole come La bella addormentata o Cenerentola? Nelle scuole della città meneghina, infatti, questi classici della letteratura rivolta all’infanzia rischiano di diventare dei libri proibiti. Almeno, questo è nelle intenzioni di Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche Sociali, il quale si appresta a lanciare un “piano anti-discriminazione” nelle scuole con proclami di questa risma: “L’insegnante della figlia della Iardino – consigliere comunale lesbica e con una figlia – non può ad esempio dire alla classe facciamo un disegno con la mamma e il papà perché in questo modo discrimina la bambina”. “Ecco – ribadisce – vogliamo che gli insegnanti siano preparati a gestire anche un caso come questo”.

Il programma di “formazione a tinte arcobaleno” è ancora in fieri, nelle prossime settimane sarà valutato dalla commissione Pari opportunità e poi portato in Consiglio per il dibattito che si annuncia molto acceso.

Intanto però, le associazioni dei genitori degli alunni – che non accettano di abdicare passivamente al loro ruolo di principali educatori dei propri figli – si stanno organizzando per impedire questa precisa strategia del Comune di Milano.

Si pone in questa direzione l’evento organizzato per domani sera, 15 aprile, con inizio alle 20,30 presso l’Istituto delle suore Marcelline di via Quadronno. L’evento – promosso dalle associazioni di genitori Age Onlus (Associazione Italiana Genitori), AGeSC (Associazione Genitori Scuole Cattoliche) e Faes (Associazione Famiglia e Scuola) – è rivolto alle famiglie e agli insegnanti e si chiama Nuove emergenze educative: scuola e famiglia alleate di fronte alla sfida?.

Come annunciato da don Michele Di Tolve, responsabile del Servizio diocesano per la pastorale scolastica, nel corso dell’incontro si parlerà in particolare “delle discriminazioni sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere”.

L’accento non verrà posto solo sulle proposte educative delle istituzioni locali, uno sguardo approfondito sarà infatti rivolto anche a quanto sta avvenendo nelle aule parlamentari. “Sarà una serata dedicata alla legge Scalfarotto”, dichiara a Repubblica Michele Ricupati, tra i promotori dell’evento.

“Siamo favorevoli alla lotta contro la discriminazione degli omosessuali – precisa -. Ma per questi argomenti, visto che si tratta di ragazzi, basta la famiglia”. Ricupati sostiene che “sono i genitori che devono farsi carico dell’educazione dei figli”. Facendo riferimento a un fatto recente, il promotore dell’iniziativa di domani sera afferma che “lo Stato non può scavalcare le famiglie, magari distribuendo i libretti dell’Unar, finanziati con soldi pubblici”.

Lo stesso Ricupati spiega inoltre che l’assemblea nasce dall’esigenza di dare ai genitori “informazioni corrette e non travisate dai giornali”, cioè “metterli al corrente di quel che sta succedendo in Italia: una vera e propria strategia, che senza consenso del consiglio di istituto e delle famiglie, permette a 29 associazioni gay o di famiglie omosessuali di entrare nelle scuole a parlare di questioni delicate, su cui solo padri e madri sono autorizzati a educare i figli”. Strategia che è già diventata realtà “in alcune scuole superiori milanesi”.

Nel corso dell’incontro, introdotto dall’intervento di Giuseppe Zola (Coordinamento milanese per la libertà di educazione), sarà presentata la lettera che Fabrizio Azzolini, presidente nazionale di Age, ha scritto in merito agli interventi di contrasto delle discriminazioni nelle scuole.

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Federico Cenci

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