I Francescani di Assisi invitano a dedicare il 17 marzo ai giovani

Lettera “di augurio e gratitudine” al Presidente Napolitano

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ROMA, lunedì, 7 marzo 2011 (ZENIT.org).- In una lettera “di augurio e gratitudine” che ha inviato al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, la comunità francescana del Sacro Convento di Assisi esorta a dedicare il 17 marzo, anniversario della proclamazione dell’Italia unita, ai giovani.

Nel testo, scritto in occasione dei 150 anni dell’unità d’Italia, la comunità francescana invita infatti a dedicare la ricorrenza “ai tanti giovani che per questa unità hanno donato la vita” e “ai ragazzi e alle ragazze che oggi stanno sentendo sulla loro pelle tutte le difficoltà economiche, progettuali e di vita di questo tempo”.

“Carissimo Presidente – inizia la lettera, pubblicata dal “Corriere della Sera” –, l’anniversario che celebreremo il 17 marzo cade in un momento storico di particolare intensità istituzionale, sociale e religiosa, che ci conduce a guardare a Lei per augurare all’Italia, che Ella rappresenta, la pace e il bene che merita; ma anche per dirLe grazie perché Ella ha voluto offrire all’Italia un segnale ed una esigenza”.

Un segnale, sottolinea la comunità francescana, “perché senza la consapevolezza delle nostre radici, non solo cristiane ma anche del nostro essere italiani, fondato su tanti giovani che per questa unità hanno donato la vita, per questa unità sono usciti dalle proprie case e hanno intrapreso a camminare su terreni ciottolosi e faticosi, saremmo come alberi portati via dal vento, sradicati dalla propria terra che è linfa e vita”.

Il Presidente, aggiunge la comunità, ha “donato anche una esigenza, quella di educare i nostri giovani a tirar fuori la parte migliore presente nelle loro esistenze, non rare volte calpestate e sporcate”.

Si desidera quindi dedicare i 150 anni dell’unità d’Italia “a quelli che saranno chiamati a farla nei prossimi anni, ai giovani, che pur sembrano assenti da celebrazioni, che spesso appaiono retoriche – se non percorse da sterili polemiche”.

San Francesco d’Assisi, “posto con il consenso della Chiesa e delle Istituzioni come patrono d’Italia”, “insegna che la felicità – come qualcuno ha ricordato – deve costare poco, perché se è cara non è di buona qualità”, ricordano i frati.

“Alla felicità Francesco ha dato il nome di ‘perfetta letizia’, manifestata anche in quella ‘grammatica’ posta dal Cantico delle Creature, che è diventato il tessuto della nostra lingua, il testo più autorevole della letteratura italiana: un manifesto che propone una concezione della vita che fa di tutti noi una famiglia di ‘consanguinei’, di fratelli e di sorelle che sono figli di Dio e ‘di Lui portano significazione’”, conclude la lettera.

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ZENIT Staff

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