I falsi profeti

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

Questi versetti propongono un rinnovato impegno nella santità declinata con il tema della coerenza della vita. Opportuno è il richiamo a tenersi lontano dai falsi profeti, a non imitare quelli che «dicono e non fanno», quelli le cui opere non corrispondono alla vita che conducono. Più avanti al cap. 23, Matteo dedicherà particolare attenzione a questo “guaio” che affligge la comunità: i capi del tempo non sono trasparenti e coerenti con quanto insegnano. Il vero maestro cioè, è colui che pratica quanto insegna. È anche testimone. E così verranno i frutti buoni. Da una testimonianza coerente e vera non può che venire una crescita di tutto il corpo ecclesiale e sociale.

Meditazione

Coerenza e fedeltà alla propria vocazione battesimale sono le due sollecitazioni che possiamo cogliere da questi versetti. Sono anche due condizioni necessarie perché la vita sia buona e porti frutti buoni. La “vita buona del Vangelo” si fonda su queste direttive: la coerenza è l’appello di Gesù in contrasto con l’atteggiamento di quanti invece (falsi profeti) non mettono in pratica quanto dicono o insegnano. Scrive san Giovanni Crisostomo: «Con le parole “falsi profeti” ha voluto intendere quelle persone che pur avendo una vita corrotta, si circondano di una apparenza di virtù, e che molti di solito chiamano con l’appellativo di impostori». Coerenza implica necessariamente un continuo esame di coscienza e un coraggioso mettersi in discussione. Fedeltà alla propria vocazione battesimale significa aggancio forte e legame indissolubile con la pianta da cui vengono i frutti. La pianta è Cristo, i frutti siamo noi con le nostre opere buone. Solo legati e fortemente ancorati a Cristo potremo portare frutti buoni. Ci sovvengono le parole di Gesù: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla» (Gv 15,1-5).

Preghiera

«Col tuo esempio, Signore, ci insegni il coraggio nel dire la verità, anche quand’essa fa dispiacere, anche quando ci attira contrasti. Non dimentichiamo mai che non sono le osservanze, le cerimonie esteriori quelle che hanno importanza, ma gli atti interiori» (beato Charles de Foucauld).

Agire

«Se il tuo edificio spirituale traballa, se tutto ti sembra campato in aria…, appoggiati alla fiducia filiale in Gesù e in Maria, pietra salda e sicura sulla quale avresti dovuto edificare fin dall’inizio» (san Josemaría Escrivá de Balaguer).

Meditazione del giorno a cura di monsignor Douglas Regattieri, Vescovo di Cesena-Sarsina, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ARTPer abbonamenti: 
info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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