I drammi dell'umanità si risolvano con una soluzione di pace, non una soluzione militare

Nella lettera a Putin in occasione del G20, il Papa esorta gli Stati membri a preoccuparsi della sicurezza internazionale e di un’economia in grado di consentire una vita degna a tutti gli esseri umani

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Una “cornice finanziaria mondiale”, con proprie regole “giuste e chiare”, per conseguire “un mondo più equo e solidale”, in cui sia possibile “sconfiggere la fame” e offrire a tutti “un lavoro degno”, “un’abitazione decorosa” e la “necessaria assistenza sanitaria”.

Senza troppi giri di parole, Papa Francesco afferma chiaramente ciò di cui necessita il contesto attuale. E lo fa in vista del vertice del G20 di San Pietroburgo, il grande incontro, partito oggi, che ha visto radunarsi le venti più grandi economie mondiali, le quali – ricorda – “rappresentano due terzi della popolazione e il 90% del PIL mondiale”.

In una lettera inviata al presidente russo Vladimir Putin, che presiede il G20, Bergoglio approfitta per rivolgere un vigoroso appello ai leader mondiali a non rimanere “inerti” di fronte “ai drammi” che vive da troppo tempo “la cara popolazione siriana” e che rischiano di portare “nuove sofferenze ad una regione tanto provata e bisognosa di pace”. Anzi, sottolinea, tutti i Capi di Stato e di Governo del mondo collaborino per “trovare vie per superare le diverse contrapposizioni” e, soprattutto, “abbandonino ogni vana pretesa di una soluzione militare”.

All’inizio del lettera, il Santo Padre ha ricordato il ruolo positivo che la Federazione Russa, veterana del Gruppo sin dalla sua creazione, ha svolto “nella promozione della governabilità delle finanze mondiali, profondamente colpite dalla crisi iniziata nel 2008”. In particolare, il Pontefice sottolinea che la presidenza Putin del G20 ha permesso di “consolidare la riforma delle organizzazioni finanziarie internazionali e di arrivare ad un consenso sugli standard finanziari adatti alle circostanze odierne”.

Tuttavia, non si può dire che l’economia mondiale abbia realizzato un completo sviluppo. Esso, afferma il Papa, avverrà realmente quando l’economia globale “sarà in grado di consentire una vita degna a tutti gli esseri umani, dai più anziani ai bambini ancora nel grembo materno”. “Non solo ai cittadini dei Paesi membri del G20”, precisa, ma “ad ogni abitante della Terra, persino a coloro che si trovano nelle situazioni sociali più difficili o nei luoghi più sperduti”. 

In quest’ottica, rimarca Francesco, appare chiaro che nella vita dei popoli “i conflitti armati costituiscono sempre la deliberata negazione di ogni possibile concordia internazionale”, creando “divisioni profonde” e “laceranti ferite” che si rimarginano dopo anni ed anni. Per il Pontefice, le guerre sono “il rifiuto pratico a impegnarsi per raggiungere quelle grandi mete economiche e sociali che la comunità internazionale si è data”. Una su tutte, i Millennium Development Goals.

“Miseria, fame, malattie e morte” sono infatti gli scenari drammatici che i conflitti armati ci presentano ogni giorno. E tutto diventa un circolo vizioso: “Senza pace non c’è alcun tipo di sviluppo economico”  – scrive il Santo Padre – e “la violenza non porta mai alla pace condizione necessaria per tale sviluppo”. 

Pertanto, il Papa ribadisce a Putin che lo scopo principale del G20 non è “la sicurezza internazionale”. Anche se, aggiunge, “non si potrà far a meno di riflettere sulla situazione in Medio Oriente e in particolare in Siria”. Per il Santo Padre è doloroso, infatti, “costatare che troppi interessi di parte hanno prevalso da quando è iniziato il conflitto siriano”. È questo che, a suo parere, ha impedito “di trovare una soluzione che evitasse l’inutile massacro a cui stiamo assistendo”.

Dalle poche parole scritte su carta emerge, quindi, il grido del Successore di Pietro a porre fine a questi “drammi” che lacerano il presente della Siria e minacciano il suo futuro, e l’invito a tralasciare ogni illusione che tutto si possa risolvere con una “soluzione militare”. Piuttosto, esorta Bergoglio, “ci sia un nuovo impegno a perseguire, con coraggio e determinazione, una soluzione pacifica attraverso il dialogo e il negoziato tra le parti interessate con il sostegno concorde della comunità internazionale”. Inoltre, aggiunge con forza, “è un dovere morale di tutti i Governi del mondo favorire ogni iniziativa volta a promuovere l’assistenza umanitaria a coloro che soffrono a causa del conflitto dentro e fuori dal Paese”.

Nella speranza “che queste riflessioni possano costituire un valido contributo spirituale al vostro incontro”, Papa Francesco auspica “un esito fruttuoso dei lavori del G20” e invoca “abbondanti benedizioni” sul Vertice di San Pietroburgo, su tutti i partecipanti, sui cittadini di tutti gli Stati membri e sulle attività e gli impegni della Presidenza Russa nel 2013. Infine, come sempre, chiede preghiere per sé stesso e il suo Pontificato.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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