I cristiani asiatici: “No” all’incendio del Corano

Campagna lanciata da un pastore in vista dell’11 settembre

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ROMA, martedì, 7 settembre 2010 (ZENIT.org).- Una forte condanna è la reazione della Chiesa cattolica nei confronti della “Giornata di incendio del Corano” lanciata dal pastore Terry Jones, del Dove World Outreach Center di Gainsville (Florida, Stati Uniti), in occasione delle celebrazioni dell’11 settembre.

I leader religiosi dell’Asia, interpellati dall’agenzia Fides, hanno affermato che il principio fondamentale dei rapporti con le altre religioni è il rispetto reciproco, aggiungendo che tra le cose più sacre per una comunità religiosa c’è il libro sacro, che non deve mai essere oltraggiato.

“Condanniamo fortemente questa intenzione e questa campagna, contraria al rispetto dovuto a tutte le religioni, contraria alla nostra dottrina e alla nostra fede”, ha dichiarato monsignor Lawrence Saldanha, Arcivescovo di Lahore e Presidente della Conferenza Episcopale del Pakistan.

Nazir S. Bhatti, presidente del Pakistan Christian Congress, ha chiesto al reverendo Jones di annullare l’iniziativa, che a suo avviso “potrebbe nuocere gravemente alle minoranze cristiane nei Paesi a maggioranza islamica”.

“Il Koran Burning Day sarà utilizzato dai radicali islamisti come pretesto per attaccare i cristiani”, ha avvertito.

Una decisa condanna dell’iniziativa è giunta anche dal Cardinale Oswald Gracias, presidente della Conferenza Episcopale dell’India, che ha riunito i leader religiosi cristiani e musulmani diramando un comunicato congiunto in cui definisce la Giornata un atto “contrario all’insegnamento di Gesù Cristo”.

“Condanno, da parte della Chiesa cattolica questa minaccia del tutto insensibile e irrispettosa verso il Sacro Corano”, ha affermato.

In Indonesia, il Paese musulmano più popoloso del mondo, molti cortei di gruppi islamici hanno protestato per l’iniziativa.

Alcuni giorni fa, la Conferenza Episcopale ha organizzato un incontro con i membri del movimento radicale “Fronte islamico di difesa”, in cui si è ribadito il rispetto reciproco fra cristiani e musulmani.

Il Fronte ha condannato con forza il gesto del pastore, ma non ha esortato i suoi membri a vendicarsi contro i cristiani. Gli unici responsabili, afferma, saranno le persone che materialmente bruceranno il Corano, per il gesto sacrilego di cui si macchieranno.

Il Segretario Generale della Conferenza Episcopale Indonesiana, monsignor Johannes Pujasumarta, Vescovo di Bandung, ha confessato a Fides che è stato espresso dissenso, lanciando “un appello a recedere”.

“Continueremo a pregare perchè non accada nulla di spiacevole, in Indonesia e in tutto il mondo, a causa di un tale atto irresponsabile”, ha concluso.

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ZENIT Staff

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