I certosini che cercano nel silenzio la tenerezza di Dio

Luigi Accattoli racconta in un libro i certosini di Serra San Bruno

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di Maurizio Tripi

ROMA, sabato, 17 dicembre 2011 (ZENIT.org).- Parlano solo se hanno qualcosa da dire, e questo ce li rende immediatamente interessanti. Non mangiano carne, stanno a piedi scalzi anche d’inverno, si alzano a mezzanotte per pregare, vivono di ciò che coltivano, vengono sepolti nella nuda terra, usano con parsimonia le e-mail e per collegarsi ad internet devono chiedere il permesso: in un mondo competitivo e chiassoso cercano nel silenzio la tenerezza di Dio.

Sono i certosini di Serra San Bruno, in Calabria, che il Papa Benedetto XVI è andato a trovare in visita pastorale ai primi di ottobre e che il vaticanista Luigi Accattoli, dopo tre giorni di vita in monastero e di conversazioni con il priore padre Jacques Dupont, descrive in un libro prezioso per sensibilità e umanità e di interesse non solo per i credenti: ”Solo dinanzi all’Unico” (Rubettino), uscito in libreria poco prima della visita del Santo Padre.

Da 41 anni certosino, il francese Padre Dupont, un intellettuale solido, – certo di aver trovato nella vita monastica ”una identità forte”, della quale dice “mi trovo abbastanza a mio agio” e di aver ”potuto anche sviluppare alcuni aspetti della mia persona che non conoscevo” – si confronta con il giornalista su temi quali il silenzio dei monaci, il vantaggio di pregare di notte; se i giovani di oggi siano capaci di vivere in una cella. Altri temi, ancora, quali la sessualità e l’amore.

Dai padri del deserto a Thomas Merton, dai trappisti di Thiberine uccisi in Algeria nel 1996, ai certosini spagnoli martirizzati dai Repubblicani nel 1936 a quelli di Farneta fucilati dai nazisti nel 1944, la conversazione si snoda contemplando la feconda lontananza dal mondo che aiuta i monaci a incrociare i drammi dell’epoca in cui vivono.

Nella Serra San Bruno, – si vive da eremiti; si mangia da soli in cella; si tace anche nel pranzo domenicale comune; si parla solo la domenica pomeriggio a ricreazione e nello ‘spaziamento’; passeggiata di alcune ore in cui ,si conversa a due a due, a rotazione; si taglia la legna per il camino, perché, l’esercizio fisico avvicina alla natura, e soli gli anziani hanno il riscaldamento, ma si e’ deciso l’acquisto di una lavastoviglie, ”per avere più tempo per le altre attività, che riteniamo più feconde”.

Nel libro semplice ed intenso, ci sono pagine, di grande spiritualità. Di grande impatto: quelle righe, sulla preghiera e la preghiera dei cristiani, sulla preghiera del corpo, sulla preghiera che si fa grido, ma anche pianto: talora ”le lacrime sono segno della prossimità di Dio, del suo amore che sta per raggiungerci”, spiega il priore, ”l’uomo di oggi non ha paura di gridare, ma spesso ha paura, o vergogna di piangere”, mentre ”quando mi rendo conto che non posso fare nulla per l’altro, posso però piangere con lui”.

E’ possibile acquistare il libro cliccando su:
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ZENIT Staff

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